Benedetta CibrarioBenedetta Cibrario (Firenze, 1962) è una scrittrice italiana. BiografiaBenedetta Cibrario è nata a Firenze nel 1962, da padre torinese e madre napoletana. Ha vissuto in diverse città italiane, prima di arrivare, con la famiglia, in Piemonte, in un paese dell’Alta Val di Susa, spostandosi quindi a Torino, dove ha frequentato il liceo classico Massimo d’Azeglio. Si è laureata in Storia e Critica del Cinema con Gianni Rondolino, con una tesi su Michael Powell e Emeric Pressburger. Durante gli anni universitari ha lavorato al Giornale dell’Arte, collaborato saltuariamente all’Espresso e frequentato, senza diplomarsi, il corso di Archivistica, Paleografia e Diplomatica all’Archivio di Stato di Torino. Sposata, con quattro figli, per esigenze familiari e professionali ha iniziato a dividersi ripetutamente tra l’Italia (Milano e la campagna grossetana) e l’Inghilterra (Londra e Oxford). Gli anni delle trasferte all’estero sono stati determinanti per Benedetta Cibrario, che ha iniziato a raccogliere materiale per un romanzo incentrato sul tema del rapporto tra individuo e storia, mettendo a fuoco non soltanto temi che torneranno nei romanzi seguenti ma anche sperimentando tecniche di scrittura più o meno esplicitamente suggerite dagli anni di studi cinematografici. Nel 2007 ha esordito con Rossovermiglio (Feltrinelli, 2007), Premio Campiello 2008[1]. Rossovermiglio, romanzo di formazione che ha come sfondo l’Italia tra le due guerre e il referendum del 1946, è stato tradotto e pubblicato in diversi paesi, tra cui la Germania, l’Olanda, il Portogallo, la Grecia.[2] Nel 2009, sempre per Feltrinelli, è uscito Sotto cieli noncuranti, Premio Rapallo Carige 2010.[3][4] Il romanzo è un racconto d’inverno di ambientazione contemporanea, in cui l’episodio della morte di un bambino è il fulcro attorno a cui ruotano diverse voci femminili, ciascuna più o meno coinvolta e impegnata a confrontarsi con l’intollerabilità del dolore. Nel 2011 Cibrario è tornata al tema del rapporto tra il singolo e la storia con un romanzo breve intitolato Lo Scurnuso (Feltrinelli, 2011) considerato da Elisabetta Rasy quasi “una composizione musicale”[5] per la suddivisione in tre parti, a cui corrispondono tre diversi registri espressivi. Ne Lo Scurnuso la scrittrice “ama Napoli da lontano” come scrive Raffaele La Capria sul Corriere della Sera[6]. Nel 2019 ha ottenuto il Premio letterario Basilicata con il romanzo Il rumore del mondo[7]. Il 24 novembre 2019 ha vinto l'undicesima edizione del premio Asti d'Appello.[8] Opere
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