Baby Doll - La bambola vivaBaby Doll - La bambola viva (Baby Doll) è un film del 1956 diretto da Elia Kazan. È ispirato al dramma 27 vagoni di cotone di Tennessee Williams. TramaAngelo, proprietario di una piantagione di cotone nel Mississippi un tempo ricca, è ora in gravi difficoltà economiche. Ha sposato la diciassettenne Bambola ma, secondo quanto pattuito col suocero, ormai morto, deve attendere che diventi maggiorenne per "consumare" il matrimonio. Con la coppia vive anche zia Rosabella, l'anziana zia della ragazza che umilia continuamente l'uomo sia in privato che in pubblico portandolo a indebitarsi per soddisfarne i desideri e a farsi deridere dagli abitanti del paese, a conoscenza che Bambola deve compiere i 21 anni[4] prima di concedersi al marito. Intanto Silva Vacarro, che ha portato l'automazione in città causando la perdita del lavoro per molti braccianti e di fatturazione per diversi imprenditori fra i quali Angelo, vede il proprio cotonificio dato alle fiamme e per proseguire il lavoro chiede aiuto ad Angelo che accetta entusiasta lasciandolo solo in casa con la moglie. Nel frattempo Silva circuisce la giovane riuscendo così a scoprire l'identità del piromane che risulterà essere proprio Angelo. Edizione italianaDoppiaggioCome per molti altri classici hollywoodiani, nel doppiaggio italiano i nomi dei personaggi principali vennero modificati: quello interpretato da Karl Malden diventa Angelo, Carroll Baker diventa Bambola e la zia Rose diventa Rosabella; inoltre, il personaggio di Silva Vacarro, che nella versione in inglese è un emigrato di origine italiana, nel nostro doppiaggio diventa sivigliano. Critica«Un film intelligente, inconsueto. Deve all'atto unico di Tennessee Williams, 27 vagoni di cotone, la situazione e parecchie battute di dialogo; ma dei tre caratteri che vi hanno parte, due sono stati ritoccati, e il terzo, che conta più di tutti, quello di Bambola, rifatto di pianta. [...] L'ardimento di questo film, del quale s'è molto parlato, non è tanto nelle pur piccanti situazioni, in quell'aria tesa di pulcellaggio sul finire, quanto nella voluta ambiguità del tono, fra gioioso e drammatico (da novelliere antico), nei modi sornioni, affatto fuor di convenzione, con cui il racconto è tagliato e soprattutto conchiuso. L'ambiente non potrebbe essere meglio suggellato: la villa squallida e pericolante dalla nobile fronte dove è fama ci si senta; il clima del Sud, pigro, allentato, carico di fortori; i negri accoccolati, la serva epicamente svanita... E tutto azzeccato è il carattere di Bambola, la donna in boccio, acerba e tenera, aspra e languida, ritrosa e civetta; un misto così serrato di contraddizioni che soltanto l'istinto d'un'attrice nuova, la quale non impersonasse, ma fosse quel personaggio, poteva rendere; e codesta attrice è la bravissima Carrol Baker. Si può forse rimproverare al regista qualche tratto un po' lento o inconcludente, e che non sempre questa novella cinematografica abbia trovato il tempo giusto. Ma sarebbe da schizzinosi, coi film che si vedono, insistere troppo su queste mende, quando fra tante false bambole che popolano lo schermo, egli ce ne ha data una veramente viva. Il perfetto dominio degli attori, che è una delle qualità di Kazan, si riconferma attraverso le ottime prestazioni di Eli Wallach, Karl Malden, Mildred Dunnock e i pochi altri.» «Il film suscitò un notevole scandalo, i cardinali insorsero, lo stesso Kazan lo definì una commedia nera, a causa del tema dominante, il sesso, affrontato da duplici angolazioni, quella psicanalitica, così di moda in quegli anni in America e quella drammaturgica, sudista ed erotica di Tennessee Williams.» «Ci sarebbero molti modi per raccontare Baby Doll, ma credo che la vicenda immaginata da Tennessee Williams e filmata da Elia Kazan, non sia che un pretesto, per il primo per dipingere un ritratto femminile, per il secondo per dirigere un'attrice. C'è in questo qualcosa di nuovo per lo schermo e che concorda perfettamente con il genere di ricerche portate avanti dai cineasti che ci hanno interessato quest'anno. Caroll Baker, la protagonista di Baby Doll, si trova il suo posto al sole a fianco della Marilyn Monroe di Fermata d'autobus, della Brigitte Bardot di Piace a troppi, e dell'Ingrid Bergman di Eliana e gli uomini» «Più che strano è abbastanza significativo vedere come i moralisti americani che fanno capo al cardinale Spellmann (e qui da noi a monsignor Galletto), cioè gli pseudo moralisti, non abbiano saputo o voluto individuare e denunciare la vera natura ripugnante di Baby Doll, nella quale è del resto da rinvenire la chiave dei personaggi del film, l'eccezionalità dei loro caratteri e delle loro azioni (anche critici lontani dagli Spellmann o dai Galletto non hanno individuato questa chiave). È proprio vero che questo dodicesimo film di Elia Kazan è "rivoltante" e "deplorevole", "moralmente disgustoso", in quanto «insiste quasi senza varianti né tregua sulla suggestione carnale»? O non è piuttosto sgradevole per altri motivi, per particolari e scene che non sono quelle in cui vediamo prima Angelo spiare da un foro la moglie bambina dormiente su una culla di ferro, e poi Silva Vacarro - l'uomo al quale Angelo ha incendiato gli sgranatoi - insidiare con gioco continuo e scoperto Bambola, risvegliare in lei i sensi fino a farla maturare tutto a un tratto? (E si vedano in particolare la stupenda sequenza dell'altalena, quella in cui i due si rincorrono e si nascondono, e la scena della donna che corica sulla propria culla lo "straniero", e lo accarezza e lo copre).» Riconoscimenti
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