Atropo (sommergibile 1939)
L’Atropo è stato un sommergibile posamine della Regia Marina. StoriaAla comando del capitano di corvetta Luigi Gasparrini, nel giugno - luglio 1939 effettuò un viaggio sino a El Ferrol, in Portogallo, per verificare le condizioni dell'attraversamento dello stretto di Gibilterra[3], in questa occasione prese imbarco anche il giornalista Paolo Monelli per documentarne la crociera. Per via delle sue sistemazioni per le mine, si rivelò particolarmente adatto a missioni di trasporto. Il 22 giugno 1940 partì infatti per una prima missione di questo tipo con destinazione Lero; il 26 giugno, mentre tornava alla base, attaccò infruttuosamente con due siluri un sommergibile nemico, al largo dell'isola di Amorgos[4]. Il 29 ottobre posò un campo di 16 mine nei pressi di Zante; interruppe l'opera perché si era verificato lo scoppio accidentale di alcuni ordigni[4]. Fu in assoluto il sommergibile italiano che effettuò il maggior numero di missioni di trasporto: ben 23[5]; ad esempio nel maggio 1941 compì due missioni di questo tipo con destinazione Derna, mentre il 17 ottobre effettuò una missione di trasporto di combustibili a Bastia[4]. Il 16 novembre 1941 ebbe quattro morti a bordo (due sottufficiali, un sottocapo ed un marinaio)[6]. Il 19 ottobre 1940 fu attaccato con bombe e mitragliato da un aereo Bristol Blenheim, ma riuscì a respingerlo danneggiandolo[4]. All'armistizio si diresse a Taranto e da lì ripartì (unitamente ai sommergibili Fratelli Bandiera e Jalea il mattino del 12 settembre 1943 per consegnarsi agli Alleati a Malta, dove giunse il 13 settembre, di pomeriggio, e da dove ripartì il 13 ottobre (in gruppo con altri 14 sommergibili fra cui il gemello Zoea) per rientrare in Italia[7][4]; durante la cobelligeranza fu impiegato per esercitazioni alle Bermuda[8]. Fu demolito nel dopoguerra. Aveva svolto in tutto 30 missioni di guerra, percorrendo complessivamente 27.884 miglia in superficie e 2703 in immersione[9]. Note
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