Arcidiocesi di Varsavia

Arcidiocesi di Varsavia
Archidioecesis Varsaviensis
Chiesa latina
 
Provincia ecclesiastica
Provincia ecclesiastica della diocesi
Collocazione geografica
Collocazione geografica della diocesi
Diocesi suffraganee
Płock, Varsavia-Praga
 
Arcivescovo metropolitaAdrian Józef Galbas, S.A.C.
AusiliariPiotr Jarecki[1],
Rafał Markowski[2],
Michal Janocha[3]
Arcivescovi emeriticardinale Kazimierz Nycz
Presbiteri1.305, di cui 798 secolari e 507 regolari
1.122 battezzati per presbitero
Religiosi726 uomini, 1.800 donne
Diaconi3 permanenti
 
Abitanti1.569.718
Battezzati1.464.220 (93,3% del totale)
StatoPolonia
Superficie3.350 km²
Parrocchie214 (25 vicariati)
 
Erezione16 ottobre 1798
Ritoromano
CattedraleSan Giovanni Battista
Indirizzoul. Miodowa 17-19, 00-246 Warszawa, Polska
Sito webarchwwa.pl
Dati dall'Annuario pontificio 2023 (ch · gc)
Chiesa cattolica in Polonia

L'arcidiocesi di Varsavia (in latino Archidioecesis Varsaviensis) è una sede metropolitana della Chiesa cattolica in Polonia. Nel 2022 contava 1.464.220 battezzati su 1.569.718 abitanti. È retta dall'arcivescovo Adrian Józef Galbas, S.A.C.

Territorio

L'arcidiocesi comprende 3.350 km² nel voivodato della Masovia. Appartiene all'arcidiocesi solo la parte della città di Varsavia situata ad ovest del fiume Vistola, mentre quella situata ad est del fiume è sotto la giurisdizione della diocesi di Varsavia-Praga[4].

Il territorio è suddiviso in 25 decanati e in 214 parrocchie. La cattedrale dell'arcidiocesi è dedicata a San Giovanni Battista. Oltre alla cattedrale, il territorio comprende altre due basiliche minori: la basilica della Santa Croce e la basilica dell'Immacolata.

Provincia ecclesiastica

La provincia ecclesiastica di Varsavia, istituita nel 1818, comprende due suffraganee:

Storia

Nel corso dell'XI secolo furono definiti i confini tra la diocesi di Poznań e l'arcidiocesi di Gniezno.[5] La sede di Poznań si estendeva sulla Grande Polonia, ma comprendeva anche una parte della Masovia; i due territori non erano contigui tra loro ed erano separati dal territorio della sede di Gniezno. La regione della Masovia divenne un arcidiaconato della diocesi di Poznań e la chiesa principale era quella di San Giovanni Battista a Varsavia. Poiché con il passare del tempo Varsavia cominciò a svolgere un ruolo di primo piano nello stato come sede del re, della corte e centro della vita politica, a partire dal XVII secolo i vescovi di Poznań soggiornarono sempre più spesso nella capitale dello stato e avevano qui la loro residenza. Non di rado durante il XVIII secolo i vescovi portavano il doppio titolo di vescovi di Poznań e Varsavia.[6]

In seguito alla seconda spartizione della Polonia (1793), l'arcidiaconato di Varsavia restò nella Confederazione polacco-lituana, mentre il resto della diocesi di Poznań entrò a far parte del regno di Prussia. Il 12 gennaio 1794 in forza del decreto Quam Eminentissimus l'arcidiaconato di Varsavia fu dato in amministrazione tam spiritualibus quam temporalibus agli arcivescovi di Gniezno.[7]

Il 16 ottobre 1798, con la bolla Ad universam agri di papa Pio VI l'arcidiaconato fu reso indipendente con l'erezione della diocesi di Varsavia, costituita da 7 decanati per un totale di 108 parrocchie.[8] Il 9 settembre 1800, con il breve Ad universam gregis di papa Pio VII, alla diocesi furono annesse 7 parrocchie della diocesi di Płock sulla riva destra della Vistola, tra cui quella di Praga.[9]

Il 12 marzo 1818 con la bolla Militantis Ecclesiae regimini di papa Pio VII la diocesi fu elevata al rango di sede metropolitana. Il 30 giugno successivo, in forza della bolla Ex imposita nobis dello stesso Pio VII, le furono assegnate come suffraganee tutte le diocesi del cosiddetto Regno del Congresso, stato vassallo sotto controllo dell'Impero russo istituito dopo il congresso di Vienna, ossia le diocesi di Lublino, Sandomierz, Włocławek, Płock, Janów o Podlachia, Sejny o Augustów e Cracovia[10]. Contestualmente i territori di queste diocesi furono fatti coincidere con i voivodati in cui era suddiviso il regno polacco: l'arcidiocesi di Varsavia comprendeva il voivodato della Masovia.[11]

Il 6 ottobre 1818, con la bolla Romani pontifices, Pio VII conferì agli arcivescovi di Varsavia il titolo di primate del Regno di Polonia (ossia il regno del Congresso).[12]

Nel 1863, dopo la Rivolta di Gennaio l'arcivescovo Zygmunt Szczęsny Feliński fu deportato a Jaroslavl' in Russia, fino al 1883 quando un accordo tra lo zar e la Santa Sede pose fine all'esilio. Allora l'arcivescovo si dimise dall'incarico a Varsavia e la Santa Sede elesse un nuovo arcivescovo per Varsavia.

Il 10 dicembre 1920 cedette una porzione di territorio a vantaggio dell'erezione della diocesi di Łódź (oggi arcidiocesi).

Il 28 ottobre 1925 con la bolla Vixdum Poloniae unitas di papa Pio XI furono riorganizzate le circoscrizioni ecclesiastiche polacche di rito latino: l'arcidiocesi di Varsavia ebbe come suffraganee le diocesi di Płock, Sandomierz, Lublino, Łódź e Siedlce.

Dal 1946 al 1992 fu unita in persona episcopi alla sede primaziale di Gniezno.

Il 25 marzo 1992 nell'ambito della riorganizzazione delle diocesi polacche voluta da papa Giovanni Paolo II con la bolla Totus tuus Poloniae populus, ha ceduto porzioni del suo territorio a vantaggio dell'erezione delle diocesi di Łowicz[13] e di Varsavia-Praga[14].

Cronotassi dei vescovi

Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.

Statistiche

L'arcidiocesi nel 2022 su una popolazione di 1.569.718 persone contava 1.464.220 battezzati, corrispondenti al 93,3% del totale.

anno popolazione presbiteri diaconi religiosi parrocchie
battezzati totale % numero secolari regolari battezzati per presbitero uomini donne
1950 1.600.000 1.875.000 85,3 657 478 179 2.435 569 1.948 278
1970 2.700.000 3.100.000 87,1 1.400 915 485 1.928 896 3.529 309
1980 3.170.390 3.463.290 91,5 1.502 1.017 485 2.110 1.002 3.418 366
1990 2.985.000 3.110.000 96,0 1.617 1.129 488 1.846 924 4.560 440
1999 1.445.000 1.523.000 94,9 1.034 625 409 1.397 918 2.516 198
2000 1.435.000 1.525.000 94,1 1.025 636 389 1.400 830 2.524 200
2001 1.435.950 1.525.000 94,2 1.120 648 472 1.282 916 2.363 203
2002 1.436.225 1.525.000 94,2 1.114 661 453 1.289 900 2.378 209
2003 1.437.450 1.525.420 94,2 1.106 673 433 1.299 876 2.375 210
2004 1.438.200 1.533.000 93,8 1.154 674 480 1.246 929 2.098 210
2010 1.426.000 1.540.000 92,6 1.245 729 516 1.145 1 849 1.816 210
2014 1.425.000 1.540.000 92,5 1.192 759 433 1.195 2 686 1.913 211
2017 1.424.000 1.539.000 92,5 1.292 780 512 1.102 3 716 1.843 212
2020 1.467.000 1.558.000 94,2 1.312 796 516 1.118 2 720 1.839 214
2022 1.464.220 1.569.718 93,3 1.305 798 507 1.122 3 726 1.800 214

Istituti religiosi presenti in arcidiocesi

Istituti maschili
Istituti femminili

Galleria d'immagini

Note

  1. ^ Vescovo titolare di Avissa.
  2. ^ Vescovo titolare di Obba.
  3. ^ Vescovo titolare di Barica.
  4. ^ (EN) Archdiocese of Warsaw, su b16.pl. URL consultato il 6 dicembre 2006 (archiviato dall'url originale il 28 settembre 2007).
  5. ^ Dal sito web dell'arcidiocesi di Poznań.
  6. ^ (PL) Piotr Franciszek Neumann, Diecezja poznańska u schyłku Rzeczypospolitej Obojga Narodów, Poznańskie Studia Teologiczne, 33 (2018), pp. 164-165.
  7. ^ Nella bolla Ad universam agri, n. 7, per questo decreto è indicata la data del 1º febbraio. La data del 12 gennaio è attestata invece dal sito dell'arcidiocesi, da Henryk Małecki, Dwustulecie Kościoła Warszawskiego w zarysie, Warszawskie Studia Teologiczne, XI/1998, p. 17; e da Jan Wisocki, Biskupstvo Warszawskie. Erekcja diecezji w świetle stosunków politycznych i kościelnych na ziemiach polskich końca XVIII i początku XIX stulecia., Nasza Przeszłość : studia z dziejów Kościoła i kultury katolickiej w Polsce, Tom 35 (1971), p. 78.
  8. ^ (PL) Bolesław Kumor, Granice metropolii i diecezji polskich (966-1939), Archiwa, Biblioteki i Muzea Kościelne, 20, 1970, p. 312.
  9. ^ (PL) Kumor, Granice metropolii i diecezji polskich, Archiwa, Biblioteki i Muzea Kościelne, 20, 1970, p. 313.
  10. ^ Quest'ultima diocesi nel 1880 divenne una sede immediatamente soggetta alla Santa Sede.
  11. ^ L'identificazione del territorio dell'arcidiocesi con quello del voivodato determinarono un notevole ampliamento del numero dei decanati e della parrocchie dell'arcidiocesi, che acquisì 114 parrocchie dall'arcidiocesi di Gniezno, 34 parrocchie dalla diocesi di Lublino, 5 parrocchie dalla diocesi di Włocławek e 7 parrocchie dalla diocesi di Płock, per un totale complessivo di 160 parrocchie. (PL) Kumor, Granice metropolii i diecezji polskich, Archiwa, Biblioteki i Muzea Kościelne, 20, 1970, p. 314.
  12. ^ (PL) Kumor, Granice metropolii i diecezji polskich, Archiwa, Biblioteki i Muzea Kościelne, 20, 1970, p. 314.
  13. ^ La diocesi di Łowicz ha acquisito i decanati di Biała Rawska, Brzozów, Krośniewice, Kutno, Lubochnia, Łowicz-Collegiata, Łowicz-Spirito Santo, Mszczonów, Rawa Mazowiecka, Skierniewice, Sochaczew, Żychlin e Żyrardów. Vedi: (PL) Nuncjatura apostolska v Polsce, Dekret o ustanoviwieniu i określeniu granic nowych diecezji i prowincji kościelnych w Polsce oraz przynależności metropolitanej poszczególnych diecezji, in Wrocławskie Wiadomości Kościelne, kwiecień-czerwiec 1992 r., XLV, 2, p. 145
  14. ^ La diocesi di Varsavia-Praga ha acquisito i decanati urbani di Anin, Bródno, Grochów e Praga (all'interno della città) e i decanati rurali di Jadów, Legionowo, Mińsk Mazowiecki, Otwock, Radzymin, Rembertów, Siennica, Stanisławów, Wołomin e Nowy Dwór Mazowiecki, con due sole parrocchie: S. Michele Arcangelo e Santi Pietro e Paolo. Vedi: (PL) Nuncjatura apostolska v Polsce, Dekret o ustanoviwieniu i określeniu granic nowych diecezji i prowincji kościelnych w Polsce oraz przynależności metropolitanej poszczególnych diecezji, in Wrocławskie Wiadomości Kościelne, kwiecień-czerwiec 1992 r., XLV, 2, p. 145
  15. ^ Vescovo di Poznań dal 12 settembre 1794, il 27 agosto 1806 fu nominato arcivescovo di Gniezno e primate di Polonia. Cfr. P. Gams, Series episcoporum Ecclesiae Catholicae, Graz, 1957, pp. 348, 355.
  16. ^ Il 29 marzo 1819 nominato vescovo di Cuiavia-Kalisz. Cfr. Eubel, vol. 7, pp. 389, 399.
  17. ^ Nominato arcivescovo titolare di Tarso.
  18. ^ Nominato arcivescovo titolare di Viminacio.

Bibliografia

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