Archivio fotografico Riccardo Carbone
Il Fondo Archivio fotografico Riccardo Carbone è una Fondazione nata in Italia nel 2015[1], con lo scopo di salvaguardare e digitalizzare un archivio fotografico contenente circa 500 000 fotografie[2] scattate principalmente a Napoli e in Campania da Riccardo Carbone[1], in un periodo temporale che va dagli anni venti agli anni settanta[1]. È uno dei più completi ed antichi d'Italia[2]. Ha ottenuto il riconoscimento di bene di particolare interesse storico e culturale dal Ministero dei Beni Culturali[1]. La sua sede è a Napoli in via Toledo[3]. Il presidente è Renato Carbone, figlio di Riccardo[1]. StoriaL'Associazione Riccardo Carbone, è una ONLUS[1] nata per salvaguardare e rendere consultabile online, l'intero patrimonio fotografico di Riccardo Carbone, che con il passare del tempo sta subendo un lento ed inarrestabile degrado dei materiali. Tra coloro che stanno provvedendo alla digitalizzazione dell'archivio, vi è anche l'Università Federico II che ha reso disponibili competenze e strutture[4]. Il patrimonioL'immenso archivio è composto da circa 500 000 negativi fotografici (35 mm e 120 mm)[5] e da diverse migliaia di stampe e lastre di vetro (di medio formato).
Il materiale è conservato in buste contenute in scatole numerate progressivamente[5]. Parte dei negativi risultano ancora arrotolati nei loro fogli originali, quelli degli anni venti sono andati perduti, ma di quel periodo restano circa 2000 stampe[5]. I formati sono il 6x9, il 13x18 e il 18x24, mentre le lastre sono circa 2000[5]. Fotografie famoseLe foto dell'archivio raccontano oltre mezzo secolo di storia della città. Tra le foto più famose vi sono la visita di Hitler a Napoli nel 1938[3], gli scugnizzi[2], i sciuscià[2], una quindicenne Sofia Loren durante la sua prima sfilata[3], il saluto dell'ultimo re d'Italia Umberto II dopo la proclamazione della Repubblica[2], i saluti dal porto agli emigranti in partenza verso l'America, Ernest Hemingway[3] ed Orson Welles[3] in visita alla città, Roberto Rossellini[3], Ingrid Bergman[3] e Maria Callas[3] al Teatro San Carlo ed altri V.I.P.. Oltre alle immagini che ritraggono le personalità e gli avvenimenti più famosi di Napoli, l'archivio comprende anche una miriade di altri scatti minori come ad esempio il fascicolo Rottura condotto dell'acqua[3]. ConsistenzaAl maggio 2020 la consistenza delle immagini digitalizzate era di 23 950 così suddivise[6]:
Note
Collegamenti esterni
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