Arbogna-Erbognone
L'Arbogna-Erbognone (riportato come Albonia in alcune carte del 1046 e del 1189[3], in lombardo Arbògna-Erbognon) è un torrente che scorre nel Basso Novarese ed in Lomellina, attraversando le province di Novara e di Pavia, rispettivamente per 20 e 29 chilometri[1]. È il principale affluente del torrente Agogna, nel quale confluisce a sud di Ferrera Erbognone. PercorsoIl torrente nasce a sud di Novara, presso il quartiere Bicocca dall'unione di due fontane: la prima nasce sotto piazza Cavour e va ad alimentare l'acquedotto, mentre l'altra nasce presso la piazza d'Armi, scorre interrata per circa 50 metri per confluire e poi sfociare nell'altro ramo, dando vita all'Arbogna. Dal ponte della tangenziale di Novara fino sino a Garbagna Novarese, l'Arbogna scorre in un ambiente molto diverso rispetto alla pianura Novarese: la valle dell'Arbogna, tutto un susseguirsi di collinette separate da microscopiche vallicelle che confluiscono verso il piccolo torrente. Il fondovalle principale era, sino ad alcuni anni or sono, una palude di interessanti dimensioni; successive bonifiche a fini agricoli lo hanno trasformato in risaie che presentano, incastonati, due grandi stagni non coltivabili. La valle oltre all'Arbogna è percorsa anche da altri due torrenti, torrente Ri e il torrente Torrione (entrambi affluenti dell'Arbogna). A Garbagna, dove è anche arginata[4], è stata costruita alla fine degli anni novanta un'importante opera idraulica: l'Arbogna è stata deviata e successivamente sbarrata per diramarsi in un cavo artificiale che ritorna al torrente poco a valle di Nibbiola. Sul confine tra Garbagna e Nibbiola riceve il colatore Rimella. Giunto a Vespolate riceve ben tre affluenti che raddoppiano il volume delle acque; essi sono il cavo Cattedrale, la fontana di Santa Maria ed il cavetto delle acque buone, derivazione meridionale del cavo Panizzina. Con portata più regolare attraversa quindi Borgolavezzaro, dove riceve il modesto apporto del torrente Ri, per poi entrare in Lombardia, nella regione storica della Lomellina. Qui bagna Albonese (a cui dà il nome), Mortara (dove riceve il cavo Panizzina ed il cavo Plezza), Cergnago, San Giorgio di Lomellina e Ottobiano. Giunto nel comune di Ferrera Erbognone muta il suo nome in Erbognone, prima di confluire da sinistra nell'Agogna, a pochi chilometri a sud-ovest dell'abitato. Il "dibattito" sulle sorgentiL'area di Novara, in particolare la zona meridionale, è ricca di risorgive che confluiscono dando origine a corsi d'acqua più o meno importanti. In taluni casi non è semplice stabilire l'esatta posizione della sorgente. Si è soliti localizzare erroneamente la sorgente dell'Arbogna nel centro di Novara, come indicato da molte carte geografiche; alcune di esse indicano il corso totale dell'Arbogna (o quantomeno quello dalla piazza d'Armi); altre, invece, ci indicano il corso solo dalla pieve di San Giovanni, sita a sud di Vespolate. Altre fonti riferiscono la sorgente tra la tenuta Moncucco e Olengo[5]. Tutti questi fattori concorrono a definire il sottobacino dell'Arbogna-Erbognone, a dispetto delle dimensioni, particolarmente complesso[6]. Portata mediaLa portata media dell'Arbogna-Erbognone è di circa 0,9 m³/s, tuttavia, a seguito dell'interramento delle proprie sorgenti "naturali", è molto diminuita. Durante i periodi con assenza di precipitazioni il corso d'acqua si presenta quasi in secca nel tratto iniziale (Novara - Garbagna Novarese); al contrario, in caso di forti piogge, può gonfiarsi rapidamente con alto rischio di straripamenti. In passato ha causato rilevanti danni a Garbagna Novarese e a Mortara; ancora oggi, a causa dello stato di degrado dell'alveo, desta preoccupazione perché può straripare appena raggiunge un livello di poco superiore a quello della normale portata[1][7]. Secondo rilevamenti fatti anni or sono, la portata massima dell'Arbogna-Erbognone è di circa 100 m³/s a Garbagna Novarese e di circa 300 m³/s a Mortara, entrambe con tempo di ritorno di 300 anni[8]. Portate medie mensiliLa portata media dell'Arbogna-Erbognone è influenzata dai numerosi prelievi idrici che sono fondamentali per l'irrigazione delle risaie, anche se riducono (specie nei mesi di coltura) il corso ad un rigagnolo. Fauna itticaLa popolazione di pesci presenti è ben strutturata, seppur la qualità delle acque non sia delle migliori: alborella, carassio, cavedano, cobite comune, cobite di stagno orientale, gardon, ghiozzo padano, gobione, persico sole, pseudorasbora, rodeo amaro, scardola, tinca e triotto popolano il corso d'acqua[9]. Stato ambientaleSino al 2000 (alla località Santa Maria di Borgolavezzaro) il campionamento eseguito dall'ARPA dava un valore pessimo delle acque[10]. Si sono verificate non poche morie di pesci[11], soprattutto per la poca acqua e l'inquinamento (in particolare da mercurio e metalli pesanti)[12]. Note
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