Andreas Brehme
Andreas Brehme (Amburgo, 9 novembre 1960 – Monaco di Baviera, 20 febbraio 2024[1]) è stato un calciatore e allenatore di calcio tedesco, di ruolo difensore o centrocampista. Con la nazionale tedesca è diventato campione del mondo nel 1990, vicecampione del mondo nel 1986 e vicecampione d'Europa nel 1992. Ritenuto uno dei più forti terzini della sua generazione,[2][3][4] dopo gli esordi nel Barmbek-Uhlenhorst e nel Saarbrücken ha militato per cinque stagioni nel Kaiserslautern e per due nel Bayern Monaco, con cui ha conquistato un campionato tedesco (1986-1987) e una Supercoppa di Germania (1987); si è quindi trasferito all'Inter, vincendo uno scudetto (1988-1989), una Supercoppa italiana (1989) e una Coppa UEFA (1990-1991) nell'arco di un quadriennio. Tornato al Kaiserslautern dopo una parentesi al Real Saragozza, ha vestito per altre cinque stagioni la maglia del club tedesco, con cui vinse una Coppa di Germania (1995-1996), un campionato di seconda divisione (1996-1997) e, da comprimario, un'ulteriore edizione della Bundesliga (1997-1998). Ha fatto parte della nazionale prima e dopo la riunificazione tedesca, totalizzando 86 presenze e 8 reti. Con la Mannschaft ha disputato tre campionati d'Europa (Francia 1984, Germania Ovest 1988 e Svezia 1992), venendo inserito nella formazione ideale delle edizioni 1984[5] e 1992,[6] e altrettanti campionati del mondo (Messico 1986, Italia 1990 e Stati Uniti 1994), entrando nell'All-Star Team della vittoriosa edizione 1990,[7] in cui ha realizzato, su calcio di rigore, il gol che ha deciso la finale; nello stesso anno si è classificato 3º nella corsa al Pallone d'oro.[8] Ha inoltre partecipato ai Giochi di Los Angeles 1984 con la nazionale olimpica. Ritiratosi, ha intrapreso la carriera da allenatore, guidando il Kaiserslautern, l'Unterhaching e, come vice di Giovanni Trapattoni, lo Stoccarda. BiografiaÈ morto la mattina del 20 febbraio 2024, in seguito ad un arresto cardiaco.[9][10] Caratteristiche tecniche«È stato il miglior calciatore con cui abbia mai giocato.» Giocatore versatile, nelle file del Bayern Monaco agì prevalentemente da terzino destro, ricoprendo invece il ruolo di mediano nella Germania Ovest seconda classificata al campionato del mondo 1986;[3] tuttavia, le sue prestazioni raggiunsero l'apice quando Brehme fu spostato sulla fascia sinistra, grazie a un'intuizione di Giovanni Trapattoni: in veste di fluidificante mancino – un ruolo apprezzato in Italia ma che all'epoca non godeva di grande considerazione nel calcio tedesco[3] –, pur non essendo molto veloce,[11] si distinse per doti tecniche,[12] vocazione offensiva,[13] puntualità nell'andare al cross,[14] dinamismo[15] e intelligenza tattica,[3][11] rivelandosi un pilastro dell'Inter vincitrice della Serie A 1988-1989 e della nazionale tedesca campione del mondo nel 1990.[3] Ottimo esecutore di calci piazzati,[2][15] spiccava per carattere e freddezza: era infatti propenso a realizzare gol decisivi, e in più di un'occasione si incaricò di importanti rigori o punizioni nonostante la presenza di compagni di squadra più blasonati.[2][3][16] Era inoltre perfettamente ambidestro – «Lo conosco da vent'anni e non so ancora se sia destrorso o mancino», disse a tal proposito Franz Beckenbauer[16] –, un'abilità perfezionata fin da ragazzo allenandosi con il padre, anch'egli ex calciatore e poi allenatore:[17] a seconda delle situazioni di gioco, si avvaleva di diverse tecniche di tiro, usando il sinistro per imprimere potenza al pallone[18] e il destro per calciare con più precisione;[16] quest'ultima era la soluzione che prediligeva per calciare i rigori, sebbene si ricordi un suo rigore contro il Messico, nel 1986, realizzato inusualmente col piede mancino.[19] CarrieraGiocatoreClubDopo aver militato nel Barmbek-Uhlenhorst, squadra allenata dal padre Bernd,[20] si trasferisce nel 1980 al Saarbrücken. Nel 1981 viene acquistato dal Kaiserslautern; poi, nel 1986, passa al Bayern Monaco: schierato come terzino destro, senza distinguersi particolarmente,[3] vince un campionato tedesco e una Supercoppa di Germania, e disputa una finale di Coppa dei Campioni, persa contro il Porto nel 1987. Nel 1988, insieme all'altro tedesco Lothar Matthäus, Brehme viene ceduto all'Inter. Per bilanciare l'oneroso acquisto del connazionale, il suo cartellino viene valutato 1,8 miliardi di lire,[21] una cifra relativamente bassa:[22] ciò, unitamente a un suo litigio con il tecnico dei bavaresi Jupp Heynckes,[20] alimenta qualche scetticismo nei suoi confronti,[3][15] determinato da una generalizzata ma erronea convinzione che il Bayern Monaco volesse liberarsi di lui.[22] Giovanni Trapattoni, allenatore del club milanese, crede però nella bontà dell'acquisto di Brehme, il cui dinamismo sarebbe servito a compensare la vocazione offensiva di Matthäus,[15] e intuisce che il giocatore possa offrire prestazioni convincenti se impiegato sulla fascia sinistra:[3] la sua ipotesi si rivela corretta, e Brehme risulta determinante per la vittoria dello scudetto del 1989[3][12] – anno in cui l'Inter ottiene 58 punti su 68, stabilendo un record[23] –, in particolar modo per il suo contributo alla costruzione della manovra.[13][14][22] La stagione seguente, mantenendo elevati standard di rendimento,[3] conquista la Supercoppa italiana contro la Sampdoria. Nel 1991 vince la Coppa UEFA battendo in finale la Roma. Nel 1992 lascia l'Inter per trasferirsi, senza particolare entusiasmo, agli spagnoli del Real Saragozza, dove rimane per una sola stagione.[24] L'anno dopo torna al Kaiserslautern, dove conquista la Coppa di Germania 1995-1996, retrocedendo contestualmente nella serie cadetta; nella stagione successiva il Kaiserslautern vince il campionato di seconda divisione, tornando nella massima serie, e nell'annata 1997-1998 conquista la Bundesliga, risultando l'unico club nella storia del calcio tedesco a riuscire in tale impresa da neopromosso.[2] Al termine della stagione, in cui disputa solo 5 partite, Brehme si ritira dall'attività agonistica. NazionaleDopo aver militato nella selezione Under-21, esordisce nella nazionale A della Germania Ovest nel 1984, e nello stesso anno partecipa al campionato d'Europa, venendo inserito nella formazione ideale del torneo,[5] e ai Giochi olimpici. Durante il campionato del mondo 1986, concluso al secondo posto, è impiegato prevalentemente come centrocampista,[3] essendo chiuso nel ruolo di terzino da Thomas Berthold e Hans-Peter Briegel.[25] Nel quarto di finale contro i padroni di casa del Messico, è uno dei quattro tedeschi a presentarsi sul dischetto nell'epilogo ai tiri di rigore:[26] in controtendenza rispetto alle sue abitudini dagli undici metri, decide di calciare con il sinistro, realizzando il proprio tiro.[19] Nella semifinale contro la Francia, segna su calcio di punizione il gol che apre le marcature, contribuendo alla vittoria per 2-0. In finale, la Germania Ovest verrà sconfitta per 3-2 dall'Argentina. Dopo il campionato d'Europa 1988, in cui segna un gol contro l'Italia,[15] il rendimento di Brehme in nazionale ha una svolta: le prestazioni offerte dal giocatore con la maglia dell'Inter convincono infatti il commissario tecnico Franz Beckenbauer ad impiegarlo da titolare sulla corsia mancina.[3] Nel 1990 disputa il suo secondo Mondiale e si distingue come il miglior terzino sinistro della manifestazione,[3] realizzando tre gol decisivi[20] e mettendo in mostra la consueta abilità con entrambi i piedi: agli ottavi di finale segna ai Paesi Bassi con un destro a giro, mentre dal suo sinistro parte la punizione che, grazie alla deviazione di un avversario, sblocca il risultato nella semifinale contro l'Inghilterra;[27] sempre contro gli inglesi mette a segno il proprio tiro dal dischetto dopo che i tempi supplementari si erano chiusi in parità.[28] Infine, nella finale contro l'Argentina, si incarica di un rigore a cinque minuti dal termine dell'incontro, superando con un destro a fil di palo l'estremo difensore avversario Sergio Goycochea – decisivo per la propria squadra nelle precedenti vittorie ai rigori contro Jugoslavia e Italia[29] – e consentendo alla Germania di laurearsi campione del mondo per la terza volta. Inserito nell'All-Star Team del Mondiale,[7] a fine anno si classifica al terzo posto nella classifica del Pallone d'oro.[8] Tra il 1991 e il 1994 veste la maglia della riunificata Germania. Disputa il campionato d'Europa 1992, venendo nuovamente incluso nella squadra ideale della competizione,[6] e il campionato del mondo 1994: l'eliminazione della Germania dal torneo iridato pone fine alla militanza di Brehme nella selezione tedesca, con cui ha disputato 86 partite (60 delle quali prima della riunificazione) realizzando 8 reti. AllenatoreDopo il ritiro ha allenato in patria il Kaiserslautern dal 6 ottobre 2000 al 26 agosto 2002. Dal 1º luglio 2004 all'11 aprile 2005 ha allenato lo Unterhaching. Dal 1º luglio 2005 al 9 febbraio 2006 ha affiancato come vice il suo ex allenatore Giovanni Trapattoni sulla panchina dello Stoccarda. StatistichePresenze e reti nei club
Cronologia presenze e reti in nazionalePalmarèsGiocatoreClubCompetizioni nazionali
Competizioni internazionali
NazionaleIndividuale
Note
Bibliografia
Altri progetti
Collegamenti esterni
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