Il nome del genere deriva da due parole greche: ammos (= sabbia) e chloa (= erba); un'erba che cresce sulla sabbia.[5]
Il nome scientifico del genere è stato definito dal botanico svizzero Pierre Edmond Boissier (Ginevra, 25 maggio 1810 – Valeyres-sous-Rances, 25 settembre 1875) nella pubblicazione "Diagnoses Plantarum Orientalium novarum. Lipsiae" (Diagn. Pl. Orient. ser. 1, 13: 51) del 1854.[3] Il nome scientifico della sottotribù è stato definito dal botanico contemporaneo Nikolai Nikolaievich Tzvelev (1925 - 2015) nella pubblicazione "Zlaki SSSR" (Zlaki SSSR 535) del 1976.[4]
Descrizione
Portamento
Il portamento delle specie di questo gruppo in genere è cespuglioso e minuto (16 – 25 cm di altezza) con cicli biologici annuali. I culmi, cavi a sezione più o meno rotonda, hanno un portamento genicolato-ascendente o decombente. In queste piante non sono presenti i micropeli.[2][6][7][8][9][10][11]
Foglie
Le foglie lungo il culmo sono disposte in modo alterno, sono distiche e si originano dai vari nodi. Sono composte da una guaina, una ligula e una lamina. Le venature sono parallelinervie. Non sono presenti i pseudopiccioli e, nell'epidermide delle foglia, le papille.
Guaina: la guaina è abbracciante il fusto e in genere è priva di auricole. In alcune specie le guaine fogliari formano una specie di involucro (spatola) attorno all'infiorescenza.
Ligula: la ligula è membranosa e a volte è cigliata.
Lamina: la lamina ha delle forme generalmente lineari con margini cartilaginei.
Infiorescenza
Spighetta generica con tre fiori diversi
Infiorescenza principale (sinfiorescenza o semplicemente spiga): le infiorescenze, capitate, sono formate da alcune spighette ed hanno la forma di una pannocchia. La fillotassi dell'inflorescenza inizialmente è a due livelli, anche se le successive ramificazioni la fa apparire a spirale. Alla fruttificazione i rami alla base sono persistenti e formano un becco.
Infiorescenza secondaria (o spighetta): le spighette, con peduncolo oblunghi (o sessili quelle fertili), compresse lateralmente, sottese da due bratteedistiche e strettamente sovrapposte chiamate glume (inferiore e superiore), sono formate da 4 a 14 fiori. Possono essere presenti dei fiori sterili; in questo caso sono in posizione distale rispetto a quelli fertili. Alla base di ogni fiore sono presenti due brattee: la palea e il lemma. La disarticolazione avviene con la rottura della rachilla sotto ogni fiore fertile. La rachilla (sterile) si estende oltre i fiori. In A. pungens le spighette prossimali (1 o 2) sono sterili. Lunghezza delle spighette: 5 – 15 mm.
Glume: le glume, persistenti, carenate e con apici mucronati da ottusi a acuti, sono più corte dei fiori; possono avere una ala asimmetrica sulla carena.
Palea: la palea è un profillo con due venature; può essere cigliata.
Lemma: il lemma, con margini ampi, apice mucronato intero o con due denti, a volte è pubescente.
I frutti sono del tipo cariosside, ossia sono dei piccoli chicchi indeiscenti, con forme ovoidali, nei quali il pericarpo è formato da una sottile parete che circonda il singolo seme. In particolare il pericarpo è fuso al seme ed è aderente. L'endocarpo non è indurito e l'ilo è puntiforme. L'embrione è piccolo e provvisto di epiblasto ha un solo cotiledone altamente modificato (scutello senza fessura) in posizione laterale. I margini embrionali della foglia non si sovrappongono.
Biologia
Come gran parte delle Poaceae, le specie di questo genere si riproducono per impollinazione anemogama. Gli stigmi più o meno piumosi sono una caratteristica importante per catturare meglio il polline aereo.
La distribuzione delle specie di questo genere è mediterranea.
Tassonomia
La famiglia delle Poacee comprende circa 800 generi e oltre 9.000 specie[9][12]. È una delle famiglie più numerose e più importanti del gruppo delle monocotiledoni. La famiglia è suddivisa in 12 sottofamiglie, la sottotribù Ammochloinae fa parte della sottofamiglia Pooideae, tribù Poeae.[2][6]
La sottotribù Ammochloinae, più precisamente, fa parte della tribù Poeae R.Br., 1814 (quest'ultima è compresa nella supertribù Poodae L. Liu, 1980). La tribù Poeae (formata da diverse sottotribù suddivise in alcune supersottotribù) è l'ultimo nodo della sottofamiglia Pooideae ad essersi evoluto (gli altri precedenti sono la tribù Brachyelytreae, e le supertribù Nardodae, Melicodae, Stipodae e Triticodae).
La sottotribù Ammochloinae appartiene al gruppo con le sequenze dei plastidi di tipo "Poeae" (definito "Poeae chloroplast groups 2 "[14]) ed è circoscritta nella supersottotribù Loliodinae Soreng, 2017 comprendente anche le sottotribù Loliinae, Cynosurinae, Dactylidinae e Parapholiinae.[15] All'interno della supersottotribù la sottotribù di questa voce forma un "gruppo fratello" con la sottotribù Dactylidinae. Insieme costituiscono un clade denominato "AD" definito in base alle analisi del DNA dei plastidi e caratterizzato morfologicamente dalle spighette disposte in densi gruppi. Ulteriori studi sono necessari per avere informazioni più dettagliate e precise.[16]
Per la sottotribù Ammochloinae è descritta la seguente sinapomorfia: alla fruttificazione i rami alla base dell'infiorescenza sono persistenti e formano un becco.[2]
Note
^ab(EN) Ammochloa, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 21/01/2025.
G. Pasqua, G. Abbate e C. Forni, Botanica Generale - Diversità vegetale, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2015, ISBN978-88-299-2718-0.
Grass Phylogeny Working Group, Phylogeny and Classification of Poaceae (PDF), in Annals of the Missouri Botanical Garden, vol. 88, n. 3, 2001, pp. 373-457. URL consultato il 31 dicembre 2019 (archiviato dall'url originale il 6 marzo 2016).