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«Si compie il mio ottantesimo anno. Declinano le stelle della sera sulla diuturna milizia di storia e di magistero che fu la mia vocazione, non tradita ma superata. Misticamente m'accoglie la dimora del Verbo dove l'Io s'incontra col suo Dio nascosto.[1]»
Ferrabino nacque a Cuneo, primo dei tre figli di Angelica Toesca e di Vincenzo Agostino, funzionario dello Stato, di idee agnostiche, che per questo motivo non volle far battezzare i figli. L'infanzia di Aldo trascorse serena circondato com'era dalle premure della madre e del padre che, avendo perduto il precedente figlio, dedicarono molte attenzioni al fanciullo nato di costituzione debole e di salute cagionevole.
A Cuneo compì il primo ciclo di studi, dimostrandosi subito allievo modello e con rare doti di intelligenza. Proseguì gli studi classici a Cremona, dove il padre era stato trasferito per lavoro, e quando la famiglia dovette nuovamente trasferirsi in Alessandria, il giovane, che aveva terminato il Liceo, si iscrisse nell'ottobre del 1910, all'Università di Torino presso la facoltà di Lettere.
A Torino, dove viveva in una camera ammobiliata, iniziò a frequentare assiduamente l'ambiente universitario dedicandosi con il massimo impegno allo studio e dando lezioni private per non dover pesare troppo sulle finanze paterne. Il suo primo maestro fu Arturo Graf, docente di Letteratura italiana presso la stessa università, ma verso il terzo anno iniziò a seguire con crescente interesse la storia antica frequentando le lezioni dello storico Gaetano De Sanctis, con il quale si laureò nel 1914, con una tesi su Kalypso.
Insegnò presso vari Licei, a Torino, Palermo, Napoli fintanto che, ottenuta la libera docenza, divenne nel 1921 professore di storia antica dapprima presso l'Università di Torino e in seguito, dal 1923, presso l'Università di Padova. Nel 1947 venne nominato rettore dell'ateneo patavino, incarico che durò fino al 1949,[2] anno in cui ottenne la cattedra di Storia romana presso l'Università di Roma, cattedra che detenne fino al 1962.
Morta la prima moglie Mercedes dopo lunga malattia il 4 giugno 1945, Ferrabino concluse il suo periodo di avvicinamento alla religione cattolica facendosi battezzare nel dicembre 1945. Sposò poi Paola Zancan, sua collega nell'Università di Padova, proveniente da agiata e cattolica famiglia, con la quale si stabilì a Roma, dove vivrà fino alla morte.
Iniziò in quel periodo a frequentare "La Cittadella di Assisi" diventando grande amico di don Giovanni Rossi, fondatore dell'Associazione «Pro Civitate Christiana» e della rivista La Rocca. Ad Assisi, Ferrabino prese l'abitudine di trascorrere con la moglie e le nipoti lunghi periodi durante le vacanze estive alternate a quelle trascorse a Fregene.
Enciclopedia dell'Arte Antica: Classica e Orientale, A. Ferrabino (presidente), Istituto della Enciclopedia Italiana, Roma, 1966
Dizionario Enciclopedico Illustrato, 12 voll., A. Ferrabino, Jannaccone, Sturzo, Istituto della Enciclopedia italiana fondata da Giovanni Treccani, Roma, 1955
Nel Centenario della Battaglia del Volturno - 1-2 ottobre, Gino Doria, Aldo Ferrabino, Nino Cortese, Francesco Flora, Ente Autonomo Volturno, Napoli, 1960
^I vol.: Il figlio dell'uomo (nella testimonianza di S. Matteo) II vol.: Il figlio di Dio (nella testimonianza di S. Giovanni) III vol.: Il risorto (nella testimonianza di S. Paolo)
Voce "Aldo Ferrabino" in Biografie e bibliografie degli Accademici Lincei, Roma, Accademia Nazionale dei Lincei, 1976, pp. 907–908
Giorgio De Gregori, Simonetta Buttò, Per una storia dei bibliotecari italiani del XX secolo. Dizionario bio-bibliografico, con la collaborazione di Giuliana Zagra, presentazione di Alberto Petrucciani, Roma, Associazione Italiana Biblioteche, 1999, p. 84 [1]