Nato a Roma nel 1873, dopo una giovanile esperienza di attore nella compagnia di Eleonora Duse, si dedicò professionalmente all'antiquariato. Zio di Paolo Stoppa, verso la metà degli anni '20 lo convinse ad abbandonare gli studi di giurisprudenza per dedicarsi all'attività di attore. Fece parte del "Gruppo dei Romanisti" insieme, tra gli altri, con Trilussa, Cesare Pascarella, Ettore Petrolini, Ceccarius e, dal 1933, ne ospitò le riunioni mensili nel suo studio a Palazzetto Patrizi in Via Margutta[1].
Alcuni suoi scritti apparvero nella Strenna dei Romanisti, di cui Jandolo fu redattore sin dal primo numero, nel 1940.[2] Promosse, inoltre, un'associazione in favore del teatro romanesco[3].
Oltre all'attività letteraria, nel periodo del cinema muto Jandolo diresse tre film: Brescia leonessa d'Italia (1915), Altri tempi altri eroi (1916) e Susanna e i vecchioni (1916)[3].
Lo scrittore C. W. Ceram (pseudonimo di Kurt Wilhelm Marek) nel suo libro più noto Civiltà sepolte[4] racconta un'eccezionale esperienza dell'antiquario nel campo dell'archeologia etrusca. Ceram scrive che da ragazzo Augusto Jandolo aiutò il padre nell'apertura di un sarcofago etrusco. Dopo aver rimosso con una certa fatica la pesante copertura, Jandolo disse di aver visto qualcosa che non avrebbe più dimenticato: il corpo di un giovane guerriero in armatura (con elmo, asta, scudo e gambali) adagiato sul fondo del sarcofago, precisando che non vide lo scheletro, ma il suo corpo come se fosse stato appena posto nella tomba. Però, prosegue: «Fu la visione di un attimo. Tutto parve dissolversi al chiarore delle torce. L'elmo ruzzolò a destra, lo scudo circolare s'appiattì sul pettorale della corazza, i gambali presero posto uno a destra, l'altro a sinistra. A contatto dell'aria il corpo, intatto per secoli, si era polverizzato. C'era nell'aria, e intorno alle fiaccole sfavillanti, come un alone d'oro»[5].
Morì nella città natale, a settantotto anni, nel 1952. Alla sua memoria è stata intitolata una via del rione Trastevere[6], adiacente al ristorante La Cisterna, ove si svolsero, a partire dal 1929, le prime riunioni dei Romanisti[7][8][9].
Opere
Poesia
Li busti ar Pincio: 50 sonetti romaneschi, Roma, Walter Modes Editore, 1907
Er pastore innamorato, Roma, Tipografia Editrice Italia, 1932
Misticanza, Roma, Franco Campitelli Editore, 1933
Cento poesie vecchie e nuove, Milano, Casa Editrice Ceschina, 1939
Torri del Lazio: trentotto liriche con illustrazioni originali dei pittori: Arcioni, Balla ..., Milano, Casa Editrice Ceschina, 1941
Teatro
Il pievano: bozzetto drammatico in un atto, Roma, Tipografia Lorenzo Filippucci, 1903
Roma se sveja: dramma in 3 atti, Roma, Walter Modes, 1915
Meo Patacca: commedia eroicomica in versi, Roma, Edizione della casa d'arte Bragaglia, 1921
Ghetanaccio: scene popolari della Roma papale, Roma, Casa Editrice "Roma", 1923
Teatro romanesco, copertina e illustrazioni del pittore Ugo Ortona, Roma, Dialetti italici, 1925 (contiene tre testi: La commedia de Rugantino, Roma se sveja, Ghetanaccio)
Gioacchino Belli: tre momenti della vita del poeta, Roma, F.lli Palombi, 1937
Romanzi, saggi e memorialistica
Le memorie di un antiquario, Milano, Casa Editrice Ceschina, 1935
Il segreto della piramide: romanzo storico del tempo dei Cenci, Milano, Casa Editrice Ceschina, 1939
Cesare Pascarella: il mistero della sua casa - gli aneddoti - i disegni inediti, Collana dei Romanisti, Roma, Aristide Staderini, 1940
Via Margutta, Milano, Casa Editrice Ceschina, 1940
Tra la storia e la vita. Visioni sceneggiate, Milano, Casa Editrice Ceschina, 1942
Nojantri, Collana dei Romanisti, Roma, Aristide Staderini, 1945
Antiquaria, Milano, Casa Editrice Ceschina, 1947
Aneddotica: seguito alle "Memorie di un antiquario" e ad "Antiquaria", Milano, Casa Editrice Ceschina, 1949
Studi e modelli di via Margutta (1870-1950), Milano, Casa Editrice Ceschina, 1953
Note
^Accanto al numero civico 53 della via, ove era situato lo studio-negozio di Jandolo, a cura di un Gruppo di Romanisti, è posta una targa commemorativa. Vedi la Repubblica, articolo del 9 maggio 1997, p. 2 della sezione Cronaca di Roma.
^Un omaggio ad Augusto Jandolo, scritto a più mani, apparve sulle pagine della Strenna dei Romanisti del 1952, pp. 1-29, con foto, poesie e altra documentazione.
^abFonte: Dizionario Biografico degli Italiani. Vedi Bibliografia.
^C. W. Ceram, Civiltà sepolte. Il romanzo dell'archeologia, Einaudi, 1968, pp. 23-24.
^Augusto Jandolo, Le memorie di un antiquario, Milano, Casa Editrice Ceschina, 1935.