Zona 30La zona 30 è un intervento urbanistico per la moderazione del traffico nella viabilità urbana, che consiste nella riduzione del limite di velocità a 30 km/h in una determinata area urbana.[1] In Italia è stata introdotta nel 1995, all'interno delle direttive per la redazione dei Piani Urbani del Traffico (PUT). Per città 30 si intende un provvedimento che propone l’inversione fra regola ed eccezione nei limiti di velocità urbani: anziché indicare un limite generale di 50 km/h a eccezione delle diverse Zone 30, i 30 km/h diventano la norma in tutte le strade classificate come di quartiere, interzonali e locali, mantenendo solo gli assi di scorrimento veloce a 50 km/h. Descrizione e posizioniUna Zona 30 è un'area della rete stradale urbana dove il limite di velocità è di 30 chilometri orari invece dei consueti 50 previsti dal codice stradale per tali zone. BeneficiGeneralmente, tale misura è ritenuta favorevole[2], vista la della minore velocità consentita che ridurrebbe la fase di accelerazione dei veicoli, per:
CriticitàSulle zone 30, tuttavia, sono state mosse anche delle critiche. Nello specifico, si è portati a pensare che una diminuzione a 30 km/h del limite di velocità porti a un aumento consistente dei tempi di viaggio. In realtà, a causa di fattori come il traffico cittadino, i semafori, gli attraversamenti pedonali, la presenza di pedoni e ciclisti, i passaggi a livello e la ricerca di parcheggio, i tempi di percorrenza aumentano solo di poco. Nel sopracitato studio condotto a Madrid, si è difatti misurata una velocità media di 16,1 km/h nelle zone 30 e di 16,2 km/h nelle zone 50.[3] Altre critiche mosse verso questo tipo di limitazione sono quella di essere[7][8][9]:
Realizzazione, uso, segnaletica ed esempiLe Zone 30 si possono realizzare in qualsiasi città, purché nelle strade adiacenti il limite di velocità sia di 50 chilometri orari. Qualora, tuttavia, si abbiano strade con velocità di percorrenza di 70+ km/h, occorre prevedere zone con velocità intermedie di 50 km/h.[senza fonte] Nelle Zone 30, poi, il progetto deve anche prevedere interventi che favoriscano pedoni e ciclisti[senza fonte], come la riduzione dello spazio per la circolazione delle auto a favore di quello riservato alle piste ciclabili e ai percorsi pedonali, l’aumento dei trasporti pubblici e la creazione di aree adibite a scopi sociali. Per ridurre la velocità dei veicoli, si possono usare dispositivi come rallentatori ottici e/o acustici, dossi, rialzi agli incroci, cuscini berlinesi, rotatorie e isole spartitraffico, senza creare ostacoli ai mezzi di soccorso. Uso ed esempiLe zone 30 sono molto utilizzate in nazioni come la Germania, nella quale già intorno al 1980 era autorizzata la loro sperimentazione per mezzo di finanziamenti (attualmente, tra le varie, la più famosa ad averne capillarmente è Monaco di Baviera). A partire dagli anni 1990, diverse città hanno progressivamente adottato il modello della Città 30: in Austria (Graz, la prima in assoluto), Francia (Nantes, Grenoble, Lille, Lione, Tolosa), Svizzera (Zurigo), Belgio (Bruxelles), Spagna (Madrid, Barcellona, Bilbao, Valencia), Canada (Toronto), Regno Unito (Londra, Edimburgo), Paesi Bassi (Amsterdam) e Finlandia (Helsinki).[10] Addirittura, dal 2021, Spagna e Galles hanno deciso di adottare tale misura in tutto il loro territorio, eccetto alcune specifiche aree.[11] Altre città poi, come ad esempio Parigi, Bruxelles e Cesena, hanno limitazioni più contenute e circoscritte. In ItaliaNel 2023, per la prima volta nella storia legislativa italiana è stata avanzata una proposta di legge che propone di istituire i 30 km/h come limite di velocità standard sulle strade urbane di tutto il territorio nazionale, prevedendo eccezioni con limite a 50 km/h solo sulle strade ad alto scorrimento. La Città 30, così come descritta nella proposta di legge, include l'implementazione di un limite massimo di velocità di 30 km/h su tutte le strade urbane, l'aggiornamento dell'infrastruttura stradale per favorire la moderazione del traffico e della velocità, l'intensificazione dei controlli per garantire il rispetto delle norme comportamentali sulla strada, e l'avvio di campagne di educazione, informazione e comunicazione rivolte alla popolazione locale e a tutti gli utenti della strada.[12] OlbiaDal 1 giugno 2021, il limite di 30 km/h è stato adottato su tutto il territorio urbano di Olbia.[13] BolognaNella primavera 2021, il programma di Matteo Lepore, candidato alle elezioni primarie e alle successive elezioni comunali dell'ottobre 2021, propone ufficialmente l'introduzione della Città 30 a Bologna: «Renderemo Bologna “Città 30”, abbassando il limite di velocità a 30 chilometri orari in tutte le aree residenziali e strade urbane, fatta eccezione per i principali assi di scorrimento a 50 chilometri orari. Una modifica che non cambia i tempi medi di percorrenza in città ma consente di evitare tantissimi incidenti. Abbassare i limiti di velocità, però, non basta: occorrerà anche verificare che siano rispettati.[14]» La Città 30 viene ufficialmente adottata nel giugno 2023, con decorrenza dal 1º luglio, rendendo Bologna il primo capoluogo di regione italiano a introdurre tale provvedimento. Al contempo, viene annunciato che i primi sei mesi saranno una fase di transizione, durante i quali sarà installata la nuova segnaletica e saranno predisposte le ordinanze stradali, che entreranno in vigore il 1º gennaio 2024.[15] L'implementazione della Città 30 viene effettivamente attuata il 16 gennaio 2024, con l'entrata in vigore delle ordinanze e l'avvio dei controlli di velocità relativi ai nuovi limiti.[16] La Città 30 viene presto contestata dalle opposizioni in consiglio comunale[17], le quali hanno chiesto di organizzare un referendum in merito (proposta in seguito accettata dall’organo garante del comune)[18]. Tuttavia, il 5 luglio 2024, la richiesta viene ritirata al fine di ottenere più tempo per raccogliere un numero maggiore di firme.[19] Esempio di segnaleticaI cartelli stradali utilizzati in Francia e scorci di zone 30 in altri paesi:
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