Violetto di genziana

Violetto di genziana
Nomi alternativi
cristalvioletto
violetto cristallo
violetto metile 10B
violetto basico 3
cloruro di esametilpararosanilina
Caratteristiche generali
Formula bruta o molecolareC25H28N3Cl
AspettoPolvere verde o verde scura[1]
Numero CAS548-62-9
Numero EINECS208-953-6
PubChem11057
SMILES
CN(C)C1=CC=C(C=C1)C(=C2C=CC(=[N+](C)C)C=C2)C3=CC=C(C=C3)N(C)C.[Cl-]
Proprietà chimico-fisiche
Solubilità in acquasolubile in acqua ed etanolo, insolubile in xilene[1]
Temperatura di fusione137 °C (279 °F) – con decomposizione[1]
Indicazioni di sicurezza
Simboli di rischio chimico
tossico a lungo termine corrosivo irritante pericoloso per l'ambiente
pericolo
Frasi H302 - 315 - 318 - 351 - 410
Consigli P273 - 280 - 305+351+338 - 501 [2][3]

Il violetto di genziana (chiamato anche cristalvioletto, violetto cristallo, violetto metile 10B o cloruro di esametilpararosanilina) è un composto chimico colorante, antimicotico e disinfettante appartenente alla famiglia dei violetti di metile, usato nel metodo di colorazione Gram.

Il suo nome è dovuto al fatto che il suo colore ricorda quello violetto della genziana, un piccolo fiore alpino.

Utilizzi

All'interno della procedura della colorazione di Gram esso rappresenta il colorante primario, che viene trattenuto dai batteri Gram-positivi anche dopo la decolorazione con etanolo o acetone, facendoli apparire viola una volta visualizzati al microscopio.

Viene anche utilizzato negli ospedali per il trattamento delle ustioni gravi ed altri infortuni alla pelle e alle gengive.

Il violetto di genziana è comunemente usato nel trattamento della tinea (malattia micotica che può colpire i genitali maschili e femminili o tutto il tessuto cutaneo), della candida albicans e delle afte.

Inoltre, nella medicina legale, il violetto di genziana era adoperato per mettere in evidenza le impronte digitali e nel body piercing l'impiego di tale colorante è usato per evidenziare le zone meno concave o convesse del corpo umano dove si intende fare un piercing.

Note

  1. ^ a b c (EN) R. W. Sabnis, Handbook of Biological Dyes and Stains: Synthesis and Industrial Applications, John Wiley and Sons, 29 marzo 2010, pp. 309–, ISBN 978-0-470-40753-0. URL consultato il 27 giugno 2011.
  2. ^ Sigma Aldrich; rev. del 04.07.2013
  3. ^ Smaltire presso un impianto di trattamento dei rifiuti autorizzato.

Voci correlate

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