Violenze di Shusha e Stepanakert del 1988

Violenze di Shusha e Stepanakert del 1988
Mappa dell'Oblast' Autonoma del Nagorno Karabakh
TipoMigrazione forzata
Data18-20 settembre 1988
LuogoShusha e Stepanakert, Oblast' Autonoma del Nagorno Karabakh, RSS Azera, Unione Sovietica
StatoAzerbaigian (bandiera) Azerbaigian
ObiettivoPopolazione armena di Shusha e popolazione azera di Stepanakert
Conseguenze
Morti1
Feriti49

Le violenze di Shusha e Stepanakert furono caratterizzate dall'espulsione della popolazione etnica armena di Shusha e della popolazione etnica azera di Stepanakert, dal 18 al 20 settembre 1988, nell'Oblast' Autonoma del Nagorno Karabakh, nella RSS Azera, dell'Unione Sovietica.[1][2][3] Durante le violenze rimasero feriti 33 armeni e 16 azeri, più di 30 case vennero incendiate e un armeno di 61 anni fu ucciso.[4] Alla fine delle violenze, 3.117 azeri furono costretti a lasciare Stepanakert.[5]

L'evento fu uno degli atti di violenza etnica nel contesto del conflitto del Nagorno-Karabakh, portato avanti insieme alle richieste degli armeni del Nagorno-Karabakh di separarsi dall'Azerbaigian e di unirsi all'Armenia.

Contesto

Nel corso della storia moderna la città di Shusha, nota agli armeni come Shushi, fu alimentata principalmente da una popolazione mista armeno-azera. Dopo il massacro di Shusha nel 1920, la popolazione armena della città fu per lo più uccisa o espulsa e la città ridotta con una popolazione azera dominante.[6]

Stepanakert, situata nell'altopiano del Karabakh, era la capitale dell'Oblast' Autonoma del Nagorno Karabakh (NKAO), con una maggioranza armena e una minoranza azera. Secondo il censimento sovietico del 1979, la città aveva una popolazione di 38.980 persone, per lo più di armeni, che costituivano l'87% della popolazione totale, e più di quattromila azeri.[7]

Il 1º marzo, i rifugiati armeni di Sumgayit arrivarono a Stepanakert, in seguito al pogrom di Sumgait.[2] Durante l'estate-autunno del 1988 crebbe l'ondata di violenza reciproca nella NKAO. Il 18 settembre 1988 avvenne uno scontro tra armeni e azeri nei pressi del villaggio azero di Khojaly (nella NKAO); diversi armeni subirono ferite da arma da fuoco, e un armeno fu ucciso.[2] Secondo Thomas de Waal, "la violenza ha preannunciato un disastro per le comunità minoritarie delle due principali città del Karabakh, poiché tutti gli armeni sono stati cacciati da Shusha e gli azeri sono stati espulsi da Stepanakert".[8] Lo scambio di popolazioni avvenne in seguito degli scontri a Khojaly. A Stepanakert gli armeni bruciarono le case azere, mentre a Shusha gli azeri bruciarono le case armene.[4]

Dal maggio 1988 questa fu la prima violenza anti-armena a Shusha. La popolazione armena di Shusha fu soggetta al clima di tensioni.[9][10] Una folla di 600 persone minacciarono di bruciare le case degli armeni, e di distruggere le loro proprietà.[11]

Anche l'espulsione degli azeri a Stepanakert iniziò il 18 settembre 1988[12] con 3.117 azeri etnici che divennero rifugiati alla fine del mese.[5] Le violenze furono accompagnate da percosse e incendi di case. Il 21 settembre le truppe sovietiche di stanza in città imposero il coprifuoco per preservare la situazione.[1]

Note

  1. ^ a b (RU) Карабах: хронология конфликт, su news.bbc.co.uk, BBC, 29 agosto 2005. URL consultato il 29 dicembre 2021 (archiviato l'11 luglio 2012).
  2. ^ a b c (RU) Заключение Комитета ВС РСФСР по правам человека, su karabakhrecords.info, Karabakh Records. URL consultato il 29 dicembre 2021.
  3. ^ (EN) Karl R. DeRouen e Uk Heo, Civil Wars of the World: Major Conflicts Since World War II, ABC-CLIO, 2007, p. 157, ISBN 978-1-85109-919-1. URL consultato il 29 dicembre 2021.
  4. ^ a b (EN) Mark Malkasian, Gha-ra-bagh!: The Emergence of the National Democratic Movement in Armenia, Wayne State University Press, 1996, pp. 143-144, ISBN 978-0-8143-2604-6. URL consultato il 29 dicembre 2021.
  5. ^ a b United States, JPRS report. Soviet Union. Political affairs, in Political affairs, 1987, p. 156. URL consultato il 29 dicembre 2021.
  6. ^ (EN) Queen's University (Kingston, Ont ) Centre for International Relations, Balancing Hegemony: The OSCE in the CIS, Centre for International Relations, 1997, p. 71, ISBN 978-0-88911-764-8. URL consultato il 29 dicembre 2021.
  7. ^ Yamskov A. N., Ethnic Conflict in the Transcausasus: The Case of Nagorno-Karabakh, Theory and Society, Vol. 20, No. 5, Special Issue on Ethnic Conflict in the Soviet Union,(Oct., 1991), p. 645, "According to the estimates of T. Sarkisian, A. Vartanov, and G. Starovoitova, by early 1987 there were 133,200 Armenians in Nagomo-Karabakh (74 percent of the population) and 43,900 Azeris (24.4 percent of the population). The Azeris represented the following percentages of the population in the raions of Nagomo-Karabakh: Mardakertskii -— 14.8% (6,800), Askeranskii - 16.7% (3,000), Shushinskii - 90.1% (19,000), Martuninskii -— 22.7% (6,200), Gadrutskii -— 14.6% (2,100); Stepanakert City -— 12.8% (6,800)".
  8. ^ (EN) Thomas de Waal, Black Garden: Armenia and Azerbaijan through Peace and War, NYU Press, 1º maggio 2003, p. 69, ISBN 978-0-8147-2085-1. URL consultato il 29 dicembre 2021.
  9. ^ (HY) Hrant Abrahamyan, Tragedy of Shushi in 1988 (PDF), su artsakhlib.am, Scientific Readings of ArSU, 2016, pp. 4-6.
  10. ^ (EN) Thomas de Waal, Black Garden: Armenia and Azerbaijan through Peace and War, NYU Press, 8 luglio 2013, p. 47, ISBN 978-0-8147-8578-2. URL consultato il 29 dicembre 2021.
  11. ^ Osservatorio Balcani e Caucaso, Albert Kachaturyan e Larisa Gazaryan / Shushi/Shusha, living in a symbol / Galleries / Media - Osservatorio Balcani e Caucaso Transeuropa, su OBC Transeuropa. URL consultato il 29 dicembre 2021.
  12. ^ (EN) Карабах: хронология конфликта, in BBC, 29 agosto 2005. URL consultato il 29 dicembre 2021.
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