Vincenzo La BellaVincenzo La Bella (Napoli, 24 ottobre 1872 – Napoli, 26 dicembre 1954) è stato un pittore italiano. ![]() BiografiaPittore di costume, ritrattista, decoratore d'interni, illustratore, incisore litografo, cartellonista e anche critico d'arte, V. La Bella nasce a Napoli nel 1872; qui frequenta l'Istituto di belle arti, allievo di G. Toma e D. Morelli. Rimane affascinato e studia con attenzione le opere pittoriche, esposte presso la pinacoteca del Museo nazionale, della scuola napoletana e di quella bolognese. Nel 1890 partecipa alla sua prima mostra ufficiale e nel 1892 inizia la sua attività di illustratore a Parigi collaborando con la rivista “Le Monde illustré”, per la quale realizza fino al 1897 disegni che rappresentano la quotidianità ed i costumi della società dell'epoca. In Francia raccoglie consensi e notevole successo; diviene amico intimo di Camillo Flammarion di cui realizza un ritratto; su commissione esegue una sessantina di composizioni in bianco e nero per illustrare i “Racconti straordinari” dello scrittore americano E.A. Poe. Torna a Napoli nel 1897 dove continua a lavorare come illustratore di libri ed importanti pubblicazioni di genere vario. Con le illustrazioni per l'VIII e il IX canto dell'Inferno, è presente nel 1902 alla I Esposizione internazionale di "Bianco e Nero" a Roma. Negli anni successivi al 1904, dopo un breve soggiorno di circa un anno a New York dove lavora sempre come illustratore per riviste e giornali, riprende nuovamente a dipingere e a Napoli realizza due affreschi nei locali della sala degli esami di laurea ed il vestibolo, entrambi al primo piano dell'edificio universitario in corso Umberto I, ove rappresenta rispettivamente Roberto d’Angiò che onora Petrarca e La tragica fine di Ipazia. Riprese a collaborare con periodici e giornali quali “Il Mattino illustrato” e “Il Roma della domenica”, con le riviste “L’Arte muta” (rassegna di vita cinematografica) e quella milanese “Varietas”. A partire dagli anni '10, svolge attività didattica come insegnante presso la scuola artigiana di S. Carlo all’Arena di Napoli assieme a Carlo Siviero, contestualmente non manca di partecipare a numerose esposizioni pubbliche nazionali e internazionali tra cui nel 1921 alla I Biennale napoletana e alla I Biennale romana, nel 1922 partecipa alla Fiorentina primaverile, mentre nel 1924 è componente della commissione regionale campana per la II Mostra internazionale di arti decorative, tenuta a Monza l'anno successivo. Muore a Napoli il 26 dicembre del 1954[1], dopo aver trascorso gli ultimi anni in casa continuando tuttavia a lavorare con una verve giovanile[2]. NoteBibliografia
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