La statua è registrata per la prima volta nelle collezioni Gonzaga di Mantova, dove venne inventariata nel 1627.[1] La statua fu vista dal pittore Rubens, ed ebbe un'importante influenza sul suo stile voluttuoso di dipingere il nudo femminile.
Venne quindi acquistata per Carlo I d'Inghilterra,[2] presso la cui corte venne ammirata nel 1631 come "la più bella statua di tutte" e valutata a 6.000 Écu.[3] Nella dispersione delle collezioni d'arte del sovrano durante il Commonwealth, entrò in possesso del pittore e conoscitore Sir Peter Lely, da cui deriva il suo nome.[4] Due anni dopo la morte di Lely (16), fu riacquistata dalla sua collezione per la Royal Collection. La statua fu rubata dal Palazzo di Whitehall, dopo che fu distrutto da un incendio il 4 gennaio 1698 e fu recuperata quattro anni dopo dalla Corona.[5][6]
Dal 2005 è stata data in prestito a lungo termine al British Museum, dopo il trattamento conservativo, ed è attualmente in mostra nella galleria 23.[7]
Note
^(EN) Published by Carlo d'Arco, Delle Arti e degli artefici di Mantova, II (1857), pp. 168–71, noted by A. H. Scott-Elliot, "The Statues from Mantua in the Collection of King Charles I" The Burlington Magazine 101 No. 675 (June 1959, pp. 214, 218–27) p 219f, note 18.
^ Alessandro Luzio, La Galleria dei Gonzaga venduta all'Inghilterra nel 1627-28 (1913).
^"une figure de femme accroupie de marbre, aucuns disent Venus delli Eli, autres Hélène de Troye, c'est la plus belle statue de tous estimée à 6 mille escus": (a marble figure of a crouching woman, called by some the Venus of Elis, by others Helen of Troy, it is the finest statue of all, and is valued at 6000 Ecus) in the letter of the French agent Daniel Nys to Lord Dorchester, 13 June 1631; Scott-Elliot 1959:220; Haskell and Penny 1981:321.
(EN) Anne H. van Buren, Erica Cruikshank Dodd, Ellen N. Davis, Clifford M. Brown, Letters to the Editor, The Art Bulletin, Vol. 57, No. 3 (Sep., 1975), pp. 466–467.