Vedute famose di oltre sessanta provinceLe Vedute famose di oltre sessanta province (六十余州名所図会?, Rokujūyoshū meisho zue) sono una serie di stampe ukiyo-e del pittore Hiroshige. Pubblicata tra il 1853 e il 1856 dalla casa editrice Koshihei, la serie si compone di sessantanove stampe e di una pagina di indici. Essa illustra sessantotto province del Giappone e la capitale Edo. Creazione, pubblicazione e stile della serieNella serie, Hiroshige dipinge per ogni provincia una delle sue più famose vedute, ispirandosi a stampe di altri artisti; egli prende in effetti a modello almeno nove diversi meisho zue allo scopo di rappresentare scene di tutto il Giappone, che egli per lo più non aveva visto di persona[1]. Delle sessantanove stampe, quarantadue apparvero nel 1853, una sola nel 1854, diciassette nel 1855 e nove nel 1856. Sopra ogni stampa sono visibili in alto a destra due cartigli, uno in rosso che reca il titolo della serie e uno di colore variabile che indica il titolo della singola stampa. Su di un lato nel mezzo oppure in basso figura un altro cartiglio rosso con il nome di Hiroshige e talvolta un cartiglio più piccolo con il nome dell'incisore, Hori Take o Soji. Inoltre, vari sigilli possono apparire sulla pittura o ai margini:l'editore Koshimura-ya Heisuke, la data, l'approvazione della censura, l'incisore[2]. All'epoca in cui creò le Vedute famose di oltre sessanta province, Hiroshige era già un artista circondato da un'importante reputazione per le sue composizioni liriche e per la presenza centrale della vita quotidiana della popolazione nelle sua scene[3]. Negli anni 1830, egli ottenne un immenso successo con le Cinquantatré stazioni del Tōkaidō e le Sessantanove stazioni del Kiso Kaidō. Tuttavia, a partire dagli anni 1840, il pittore cercò di modificare il suo stile lirico e semplice, muovendosi verso un uso maggiore del contrasto e della tensione emotiva nelle sue composizioni: meno incentrati sull'umano, i suoi paesaggi divennero più astratti, nel tentativo di trasporre il carattere emotivo delle scene[4]. Se questo nuovo stile apparve pienamente compiuto nella sua ultima opera, le Cento vedute famose di Edo, già le Oltre sessanta province prefigurano tale svolta. In questa serie, Hiroshige sfrutta per la prima volta il ricorso a un formato verticale, una grande innovazione per un'opera paesaggistica[5]; anche la distanza dall'elemento umano è già visibile[6][7]. Secondo il critico Ouspensky, il formato verticale contiene già in sé il germe di un conflitto, propizio a composizioni più tese[4]; esso spinge l'artista ad adottare punti di vista e inquadrature dissimili a quelli nelle sue opere precedenti[8]. Tecnicamente, Hiroshige ricorre a un impiego intensivo del bokashi (che consiste nel variare la luminosità di un colore pà faire varier la clarté d’une couleur lors de l’impression pour créer des effets de dégradé) e un utilizzo insolitamente elevato del colore rosso[5]. In generale, la qualità della serie è stata considerata incostante, poiché unisce pitture poco raffinate e composizioni molto riuscite[2], come il Vortice di Naruto ad Awa (stampa 55), dove egli imprime una «tensione drammatica», che oppone il tumulto del mare in primo piano allo sfondo più sereno; questa stampa ricorda La grande onda di Kanagawa di Hokusai[9]. Le stampe
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