Valerio EdituoValerio Edituo (in latino Valerius Aedituus; fl. II secolo a.C.) è stato un poeta romano in lingua latina vissuto nel II secolo a.C., di cui non esistono notizie biografiche precise. OpereDella sua produzione poetica non restano che due frammenti: si tratta di due epigrammi erotici, tramandatici da Aulo Gellio (Notti attiche, 19, 9). Il primo epigramma riprende il frammento 31 Lobel-Page di Saffo, che anche Catullo rielabora nel carme 51. (LA)
«Dicere cum conor curam tibi, Pamphila, cordis (IT)
«Quando tento di esprimerti, Panfila, l'affanno del mio cuore, Numerose sono state le proposte integrative del verso 3, ma nessuna sufficientemente convincente. Da notare l'utilizzo del termine subidus, che è hapax legomenon, e deriva dal verbo subo, il cui significato letterale è "andare in calore" e che pare rovinare la delicatezza dell'originale di Saffo. Il secondo epigramma, invece, è incentrato sul topos dell'amore come fiamma che brucia nel cuore, che solo Venere può far cessare. Proprio sulla base di questo frammento è anche possibile ritenere che la simbologia del fuoco, come segno distintivo dell'amore, non fosse inizialmente peculiarità esclusiva di Cupido, come avvenne in seguito, ma anche di Venere. (LA)
«Quid faculam praefers, Phileros, quae nil opus nobis? (IT)
«Perché, Filero, porti la fiaccola che ormai non ci serve più? Le numerose allitterazioni e la tecnica metrica rivelano lo stile arcaicizzante della lingua di Edituo. Bibliografia
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