Uiliami Tukuʻaho
Uiliami Tuku‘aho (Nukuʻalofa, 5 novembre 1919 – Nukuʻalofa, 28 aprile 1936) è stato un principe tongano. BiografiaNascitaIl principe Uiliami nacque il 5 novembre 1919[1][2] nel palazzo reale a Nukuʻalofa.[2] Era il secondogenito della regina Salote III e di Viliami Tungī Mailefihi, quindi fratello minore di Siaosi Tāufaʻāhau Tupoulahi e maggiore di Sione Ngū Manumataongo.[2] Nonostante non fosse scritto nel Royal Estates Act 1927, era de facto erede del titolo di Tungī, all'epoca detenuto dal padre.[3] EducazioneA differenza dei fratelli il principe venne educato unicamente a Tonga. Inizialmente fu istruito presso la Wesleyan European School di Nuku’alofa,[2] per poi trasferirsi all'istituto maschile metodista[4] Tupou College, all'epoca situato a Nafualu.[2][4] Malattia e morteNel 1935 si ammalò e sua madre, che non si trovava nel paese, rimpatriò il 16 ottobre.[3] A novembre la malattia si aggravò e il principe venne assistito al capezzale dalla regina, che affidò gran parte dei suoi incarichi al marito e ai ministri del Governo.[3] Uiliami fu poi portato dalla sovrana in una casa sulla costa di Lotoleveleva e anche sulla laguna di Kauvai, nel tentativo di farlo guarire con la vicinanza alle coste marine.[3] Il 12 aprile 1936 il missionario australiano Alfred Harold Wood scrisse che era chiaro che il decesso del principe si stava avvicinando sempre di più.[3] Il 23 aprile seguente la dottoressa Olive O'Reilly Wood diagnosticò a Uiliami l'idropisia e gli somministrò 30 pinte di liquido.[3] Per il gravissimo stato di salute in cui il principe versava, nella capitale tongana furono vietati brani musicali e la cerimonia dell'ANZAC Day del 25 aprile fu limitata a una preghiera, senza il consueto innalzamento della bandiera nazionale.[3] La regina Salote chiese ai sudditi di pregare per il figlio,[3] che morì nel palazzo reale alle ore 23:30 del 28 aprile 1936, all'età di 16 anni.[2] Fu tumulato il 1⁰ maggio nella cripta della nonna materna, la regina Lavinia,[2] all'interno del Malaʻekula, il cimitero della famiglia reale a Nukuʻalofa.[2] Sua madre, scossa profondamente dal decesso del figlio, scrisse una lamentazione per celebrarlo.[3] Titoli e trattamento
Ascendenza
Note
Bibliografia
Collegamenti esterni
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