Ugo Carrega (Genova, 17 agosto1935 – Milano, 7 ottobre2014) è stato un artista e poetaitaliano.
Carrega è stato uno dei principali esponenti della poesia visiva, sebbene egli prediligesse il termine di "Nuova Scrittura", ovvero una scrittura sperimentale che associa segni di estrazione diversi. Carrega è stato attivo soprattutto a Milano, dove ha fondato i centri culturali Centro Suolo (1969), Centro Tool (1971), Mercato del Sale (1974) ed Euforia Costante (1993).[1] È stato inoltre fondatore e direttore delle riviste Tool (1965), Bollettino Tool (1968), aaa (1969) e Bollettino da dentro (1972).[1]
Biografia
La gioventù
Carrega nasce a Genova, nel quartiere Pegli, il 17 agosto 1935.[2][3][4] Il padre Lelio è comandante di navi, la madre Maria Teresa Repetti è casalinga. Carrega studia al liceo dei padri scolopi a Cornigliano, e poi in alcuni istituti privati, senza diplomarsi.[2] Nel 1955 su insistenza dei genitori si trasferisce a Liverpool per imparare il mestiere di raccomandatario marittimo, e impara la lingua inglese.[2][4] L'anno seguente torna in Italia e lavora come agente marittimo, poi dal 1963 come traduttore per diverse case editrici.[2][4] Fin da piccolo scrive poesie, e già nel 1952 le raccoglie sotto il titolo Verde la casa. La seconda raccolta, del 1955, è intitolata Per il cielo di Fiandra. Inizialmente si ispira a Gabriele D'Annunzio, Ceccardo Roccatagliata Ceccardi, Dino Campana e Camillo Sbarbaro, ma dopo aver scoperto James Joyce, Ezra Pound, T.S. Eliot. E.E. Cummings e Charles Olson inizia a sperimentare nuove forme linguistiche fondate sull'ampliamento dell’estensione semantica della parola.[2][4] Contemporaneamente scopre che la parola è carica di una propria materialità segnico-grafica che concorre pienamente al suo significato.
Nel 1958 Carrega inizia a collaborare con Martino Oberto, con il quale matura la sua prima formazione di artista verbovisuale.[2][3] Nel 1963 diviene redattore della rivista Ana eccetera, diretta da Oberto e dalla moglie Anna Bontempi.[1] Nel 1965 pubblica all'interno della rivista il fascicolo di "analisi grafica del linguaggio" Rapporto tra il poeta e il suo lavoro, vero e proprio programma teorico dove trovano ampia articolazione le sue idee.[1][2][3][4] Da posizioni ancora letterarie, Carrega si propone di fondare un nuovo linguaggio grazie all’integrazione della scrittura alfabetica con elementi grafici di diversa natura.[2] Caposaldo del lavoro dell’artista verbovisuale è la pagina scritta intesa come “strumento-in-sé-d’espressione”. Gli elementi costitutivi della pagina sono l’elemento verbale e l’elemento grafico, che costituiscono rispettivamente il “rapporto tecnico” e il “rapporto esseriale” che è legato all’energia dell’organizzazione della pagina scritta.
Tool: quaderni di scrittura simbiotica
Sulla scorta dell’esperienza di Ana eccetera, Carrega fonda nel 1965 la rivista Tool insieme a Rodolfo Vitone, Lino Matti, Vincenzo Accame, Rolando Mignani e Liliana Landi.[1][2][3][4]Tool si occupa, come Ana eccetera, dell’allargamento dell’area della scrittura attraverso un’analisi e una ristrutturazione dei linguaggi, ma con un taglio più pratico. La rivista, vero e proprio progetto editoriale, il cui nome fa riferimento allo strumento del poeta, è costituita da sei quaderni in cui l’uso del ciclostile è dettato dalla volontà di dare immediato risalto ai segni grafici.[2] In Tool troverà una concreta elaborazione la "scrittura simbiotica", ovvero una forma di poesia sperimentale in cui agiscono in modo paritetico segni di diversa natura.[2][4] Partendo dall’idea della "Pagina Globale", luogo ideale dove la scrittura si arricchisce di espressioni e segni grafici, Carrega arriva alla definizione di scrittura simbiotica che visualizza non più l’interazione, ma la vera e propria simbiosi tra i segni verbali e quelli grafici.[2]
All’interno, l’autore enuncia le sei categorie concettuali dell’espressione grafica e verbale che si combinano liberamente nello spazio della pagina bianca: elemento fonetico, elemento preposizionale, lettering, segno grafico, forma, colore.[1][2] Il lavoro di Carrega trova originali combinazioni tra le parole, il supporto scrittorio e la contaminazione con altri elementi materici da cui scaturiscono sperimentazioni innovative quali: le carte trasparenti, i poemobili, le carte arronsignite, le torte-sassi, le sbrinciate, i permutatori verbali, ecc.[2] Dal 1967 la scrittura simbiotica sarà chiamata “Nuova Scrittura”, necessaria secondo l’artista “per allargare il campo di azione a spazi di ricerca divenuti sempre più ampi”, ma diverrà operativa solo nel 1974.[1][2][3] Di un anno più tardi è il manifesto di Nuova Scrittura firmato con Vincenzo Accame, Martino e Anna Oberto, Corrado D’Ottavi, Rolando Mignani, Liliana Landi e Vincenzo Ferrari.[3]
I centri di ricerca e le altre riviste
Nel 1966 Carrega si trasferisce a Milano, crocevia artistico delle ricerche verbovisuali.[2][3][4] Nel 1969 fonda e dirige il Centro Suolo, centro per la ricerca e la diffusione della poesia avanzata, insieme ad Antonio Agriesti, Alfonso Galasso, Giustino Gasbarri, Tomaso Kemeny e Raffaele Perrotta.[3][4] Il centro, sito in via Morgagni 35 a Milano, si occupa di stimolare e di promuovere le ricerche sulla poesia attraverso l’attività espositiva. Al Centro Suolo, Carrega organizza la Mostra Internazionale di Poesia Avanzata. Il centro cessa l’attività pochi mesi dopo. Nel maggio del 1970 espone per la prima volta i suoi lavori nella Galleria di Arturo Schwarz a Milano e da quel momento abbandona l’attività di traduttore per occuparsi a tempo pieno del proprio lavoro e della promozione di quello dei suoi amici artisti visuali.[2][4] Dalla fine degli anni sessanta accanto all’attività di artista e teorico, affiancherà con successo quella di promotore culturale e di organizzatore di mostre, con la fondazione di centri culturali dedicati alle ricerche verbovisuali.
«Quel che scrivo, deve presentare come lo scrivo.»
Nel gennaio 1971 Carrega fonda e dirige un nuovo spazio espositivo: il Centro Tool, ubicato in via Borgonuovo 20 a Milano, che si occupa di proseguire e pubblicare le ricerche sulla poesia intraprese dal Centro Suolo.[3][4] Il centro continua l’attività fino al gennaio 1972 dopo aver organizzato ventuno mostre di poesia visuale. Nel febbraio dello stesso anno Carrega fonda la rivista Bollettino da dentro, in cui raccoglie i resoconti della propria opera.[5] A ottobre, con l’aiuto di Vincenzo Ferrari, riapre il Centro Tool, la cui attività viene rivolta a inchieste e mostre. Nel giugno 1973 il centro chiude l’attività con una mostra-inchiesta distinta in tre fasi: Cards from the world, Bodies e Moments. Nello stesso anno crea con Vincenzo Ferrari e Claudio Salocchi il Centro di ricerca non finalizzata.[4]
«Accettata la metafora per cui significante e significato sono le due facce di una stessa moneta, proviamo a lanciare per aria la nostra moneta: le probabilità di estrarre significante e significato sono uguali; ma quante sono le probabilità che la moneta rimanga ritta di taglio? La Nuova Scrittura si occupa del taglio della moneta.»
(Ugo Carrega, 1974)
Nell'aprile del 1974 Carrega apre la nuova galleria del “Mercato del Sale”, la cui attività è dedicata al concetto di Nuova Scrittura.[1][3][4] Il nome è un omaggio a Marcel Duchamp, chiamato Marchand du Sel da Robert Desnos nel 1921, come rivela lo stesso Carrega nel Libro errante scritto nel 1988 con Vincenzo Ferrari.[1][3][4] La galleria, sita dapprima in via Borgonuovo 20, dal 1980 viene trasferita in via Orti 16 e nel corso degli anni ospita più di duecento eventi.[1] Sono importantissime in particolare le mostre Raccolta italiana di Nuova Scrittura (1977) e SCRITTURA ATTIVA. Processi artistici di scrittura in dodici dimostrazioni ESpositive (1979–1980).[1] Nel 1982 Carrega sostiene l’"Artescrittura” redigendo un manifesto firmato da Vincenzo Ferrari, Luca Patella e Magdalo Mussio.[4] Nel 1986 collabora con Sarenco, Eugenio Miccini, Lamberto Pignotti e Stelio Maria Martini per la rifondazione della poesia visiva.[3] Nel 1993 fonda il centro Euforia Costante, denominazione che riprende ancora in omaggio a Marcel Duchamp; la nuova esperienza si concluderà l’anno successivo, dopo aver realizzato, tra le altre, un’esposizione sull’opera di Nanni Balestrini.
L'Archivio di Nuova Scrittura
Nel 1988 Paolo Della Grazia, collezionista di opere delle avanguardie verbovisuali fin dagli anni sessanta, fonda con l’ausilio di Carrega l’Archivio di Nuova Scrittura (ANS).[1][4][6] L'ANS raccoglierà l'esperienza della galleria del Mercato del Sale, occupandone la stessa sede di via Orti 16.[1][6] Il Centro di documentazione e la biblioteca dell’ANS verranno potenziati e attualmente costituiscono un eccezionale serbatoio di conoscenza sull’esperienza artistica verbovisuale nazionale ed internazionale.[1][6] A partire dal 2000 il patrimonio documentario dell'ANS, comprendente anche l'archivio dello stesso Carrega, è depositato presso l'Archivio del '900 del Museo d'arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, mentre le opere d'arte sono invece conservate in massima parte presso il Museion di Bolzano.[1][6] Nel 2013 l'Archivio ha intrapreso il progetto Verbo Visuale Virtuale, in collaborazione con la Fondazione Bruno Kessler, allo scopo di costituire una piattaforma digitale dell'arte verbo-visuale. Questo progetto, tuttora in corso, è stato oggetto di un generoso finanziamento della Fondazione CARITRO (Trento).
Scritti
Le fonti dei dati sono il catalogo Poesia visiva: 5 maestri e il testo Libri d'artista in Italia: 1960–1998, sono stati esclusi i libri d'artista in esemplare unico.[7][8]
èini, in proprio, Genova, 1958
Relativiste sketches, Genova, 1960
Rapporto tra il poeta e il suo lavoro, Genova, Edizioni AE, 1965
Love never keeps still, Milano, 1967
Wordrips, Milano, 1967
Mikrokosmos, Milano, 1968
M(a)terie (m(a)terials), Milano, Schwarz, 1969
Per il Karnhoval in Villa, Milano, 1969
Poemi per azione, Roma, Lerici Editore, 1969 Copia digitale
^abcdefghijklmnop Daniela Ferrari, Archivio di Nuova Scrittura Paolo Della Grazia: storia di una collezione / Geshichte einer Sammlung, Cinisello Balsamo, Silvana Editoriale, 2012.
^abcdefghijklmnopq Giorgio Zanchetti (a cura di), Emorragia dell'io: l'esperimento di poesia di Ugo Carrega, Milano, Archivio di Nuova Scrittura, 1995.
^abcdefghijkl Lamberto Pignotti e Stefania Stefanelli, La scrittura verbo-visiva, Roma, Editoriale L'Espresso, 1980.
^abcdefghijklmnopq Paolo Berardelli e Pietro Berardelli (a cura di), La mente in mano: Ugo Carrega, Brescia, Fondazione Berardelli, 2007.
^abc Giorgio Maffei e Patrizio Peterlini, Riviste d'arte d'avanguardia: esoeditoria negli anni Sessanta e Settanta in Italia, Milano, Sylvestre Bonnard, 2005.
^abcd Francesco Poli, Mirella Bandini, Giorgio Zanchetti e Silvia Bignami, Verbovisuali: ricerche di confine fra linguaggio verbale e arte visiva, Milano, Skira, 2003.
^abPoesia visiva 1963-1988: 5 maestri, Illasi, La Favorita, 1988.
^ Liliana Dematteis e Giorgio Maffei, Libri d'artista in Italia: 1960–1998, Torino, Regione Piemonte, 1998.
Bibliografia
Vincenzo Accame, Verso una terza dimensione della scrittura, Pollenza (MC), La Nuova Foglio Editrice, 1973.
Maria Teresa Balboni e Aldo Rossi, Ugo Carrega, Assisi (PG, Beniamino Carucci Editore, 1976.
Maria Teresa Balboni, La pratica visuale del linguaggio: dalla poesia concreta alla nuova scrittura, Pollenza (MC), La Nuova Foglio Editrice, 1977.
Marco Bazzini e Melania Gazzotti (a cura di), Controcorrente: riviste e libri d'artista delle case editrici della Poesia visiva, Torino, Umberto Allemandi, 2011.
Luigi Ballerini (a cura di), Scrittura visuale in Italia, Torino, Galleria d'Arte Moderna, 1973.
Luigi Ballerini, La piramide capovolta: scritture visuali e d'avanguardia, Venezia, Marsilio Editore, 1973.
Paolo Berardelli e Pietro Berardelli (a cura di), La mente in mano: Ugo Carrega, Brescia, Fondazione Berardelli, 2007.
Paolo Della Grazia, Ugo Carrega, Vincenzo Accame e Vittorio Fagone, Archivio di Nuova Scrittura, Associazione per lo Scritturalismo, Milano, 1989.
Duccio Dogheria, Ritratti in forma d’archivio. Le carte di Ugo Carrega e Stelio Maria Martini all’Archivio del '900 del Mart di Rovereto, in Giosuè Allegrini e Lara Vinca Masini (a cura di), Visual Poetry. L’avanguardia delle neoavanguardie, Milano, Skira, 2014.
Gillo Dorfles e Alain Arias-Misson, Sei lirici della poesia visuale internazionale: Alain Arias-Misson, Ugo Carrega, Carlfriedrich Claus, Ian Hamilton Finlay, Tom Phillips, Shoachiro Takahashi, Milano, Archivio di Nuova Scrittura, 1990.
Liliana Dematteis e Giorgio Maffei, Libri d'artista in Italia: 1960–1998, Torino, Regione Piemonte, 1998.
Daniela Ferrari, Archivio di Nuova Scrittura Paolo Della Grazia: storia di una collezione / Geshichte einer Sammlung, Cinisello Balsamo, Silvana Editoriale, 2012.
Ariella Giulivi e Raffaela Trani, Arturo Schwarz: la galleria 1954–1974, Milano, Fondazione Mudima, 1995.
Giorgio Maffei e Patrizio Peterlini, Riviste d'arte d'avanguardia: esoeditoria negli anni Sessanta e Settanta in Italia, Milano, Sylvestre Bonnard, 2005.
Pino Masnata (a cura di), Poesia visiva: storia e teoria, Roma, Bulzoni, 1994.
Luciano Ori (a cura di), La poesia visiva (1963–1979), Firenze, Vallecchi, 1979.
Lamberto Pignotti e Stefania Stefanelli, La scrittura verbo-visiva, Roma, Editoriale L'Espresso, 1980.
Lamberto Pignotti e Stefania Stefanelli, Il segno poetico: materiali e riferimenti per una storia della ricerca poetico-visuale e interdisciplinare, Milano, Edizioni d'arte Zarathustra / Spirali Edizioni, 1981.
Carla Roncato (a cura di), Ugo Carrega. Non c'è niente di più: è tutto qui!, Milano, Carla Roncato Derbylius, 2014.
Francesco Poli, Mirella Bandini, Giorgio Zanchetti e Silvia Bignami, Verbovisuali: ricerche di confine fra linguaggio verbale e arte visiva, Milano, Skira, 2003.
Luigi Tola e Rodolfo Vitone, Una stagione dissipata: poesia visiva a Genova tra gli anni sessanta e settanta, Genova, Sagep, 1995.
Giorgio Zanchetti (a cura di), Emorragia dell'io: l'esperimento di poesia di Ugo Carrega, Milano, Archivio di Nuova Scrittura, 1995.
AA.VV., Segnoepoesia: Vincenzo Accame, Mirella Bentivoglio, Ugo Carrega, Magdalo Mussio, Lamberto Pignotti, Giò Pomodoro, Adriano Spatola, Walter Valentini, Arturo Vermi, William Xerra, Milano, Centro Culturale d'Arte Bellora, 1987.