Il principe Turki è nato il 6 ottobre 1959 [2] ed era figlio del defunto principe ereditario Sultan.[3] Era fratello germano dei principi Khalid, Fahd e Faysal. La loro madre era Munira bint Abd al-Aziz bin Mousad Al Jiluwi, morta all'età di 80 anni a Parigi nel mese di agosto 2011.[4] Munira era sorella di Alanoud, moglie di re Fahd e cugina di re Khalid e del principe Muhammad.[5]
Dopo aver completato la sua formazione nell'ambito dello studio dei media all'Università Re Sa'ud nel 1981, ha conseguito un Master of Arts in comunicazioni internazionali presso l'Università di Syracuse nel 1983, dove è stato insignito del titolo di straordinario studente laureato.[2][6]
Più tardi, è entrato a far parte di una rete televisiva americana, la CBS, come apprendista per un anno.[2][5] Nel 1983, ha servito come rappresentante della stessa a New York.[7]
Carriera
Turki bin Sultan è stato nominato direttore della sezione stampa del dipartimento delle informazioni straniere del ministero della cultura e dell'informazione.[5] Nel 1986, è stato promosso a consigliere dell'informazione estera presso lo stesso dicastero. Nel 1990, è diventato assistente vice ministro della cultura e dell'informazione per gli affari di pianificazione e studio.[5] Dal 1996, ha prestato servizio presso lo stesso dicastero come assistente vice ministro per l'informazione estera.[5]
Nel maggio 2001, è stato nominato assistente ministro della cultura e dell'informazione dall'allora re Fahd.[2][8] Il suo incarico come assistente del ministro è stato rinnovato nel mese di aprile 2005 per altri quattro anni.[9] In questo periodo è stato anche supervisore generale del canale sportivo saudita.[10]
Il 4 settembre 2011, re Abd Allah lo ha nominato vice ministro della cultura e dell'informazione per gli affari dei media con rango di ministro.[11][12][13]
Altre posizioni
Nel 1995, Turki bin Sultan è stato nominato membro del consiglio di amministrazione della Fondazione Sultan bin Abd al-Aziz.[2][14] È stato anche segretario ad interim della fondazione.[15]
Nel 1999, ha presieduto il comitato organizzatore per le celebrazioni del centenario del regno.[2] Nel 1989, il principe Turki ha guidato le squadre di informazione straniere che hanno partecipano alla mostra "Il Regno dell'Arabia Saudita, ieri e oggi" organizzata in Francia, Stati Uniti ed Egitto ed è stato coinvolto nell'allestimento delle mostre del regno tenutesi a Los Angeles nel 1990 e in Spagna nel 1992.[2] Ha frequentato le riunioni dei ministri dell'informazione arabi tenutesi in Tunisia e in Egitto nel 1998.[2]
Vita personale
Turki bin Sultan era sposato e padre di due figli, Abd al-Aziz e Al Anoud.[2][16] Abd al-Aziz è autore di un libro sulle relazioni pubbliche tra le forze corazzate americane e saudite intitolato "Military Media". Era membro onorario dell'Al-Hilal Club.[5]
^Saudi Prince Turki bin Sultan passes away, in The Gulf Today, Riyadh, 26 dicembre 2012. URL consultato il 20 aprile 2013 (archiviato dall'url originale il 12 novembre 2013).
^Royal Decree, su Saudi Online, 30 maggio 2001. URL consultato il 25 dicembre 2012.
^Royal appointments, su Samirad, 11 aprile 2005. URL consultato il 18 maggio 2012.
^Welcome back, in Saudi Gazette, 23 febbraio 2011. URL consultato il 26 maggio 2012 (archiviato dall'url originale il 2 giugno 2011).
^Prince Turki bin Sultan receives new appointment, su saudiembassy.net, Saudi Embassy, Washington D.C., 3 settembre 2011. URL consultato il 17 maggio 2012 (archiviato dall'url originale il 1º giugno 2012).
^Prince Turki promoted as deputy minister, in Gulf in the Media, 4 settembre 2011. URL consultato il 17 maggio 2012 (archiviato dall'url originale il 28 dicembre 2013).
^Prince Turki bin Sultan dead, in Saudi Gazette, Riyadh, 25 dicembre 2012. URL consultato il 21 novembre 2013 (archiviato dall'url originale il 3 gennaio 2014).
^Crown Prince Performs Funeral Prayers, in Saudi Press Agency, 26 dicembre 2012. URL consultato il 26 dicembre 2012 (archiviato dall'url originale il 27 settembre 2013).
^Funeral prayers for Turki bin Sultan, in Saudi Gazette, 27 dicembre 2012. URL consultato il 21 novembre 2013 (archiviato dall'url originale il 3 gennaio 2014).