Tomba reale di Akhenaton
TA26 (Tomb of Amarna 26) (o Tomba reale), è la sigla che identifica una delle Tombe dello wadi reale ubicate nell'area dell'antica Akhetaton, oggi nota come Amarna, capitale voluta e costruita dal faraone Amenhotep IV/Akhenaton della XVIII dinastia. La città venne abbandonata circa 30 anni dopo la sua fondazione; le tombe vennero abbandonate e in parte riutilizzate in epoca moderna come romitaggi di monaci copti. L'abbandono millenario e i danni causati dalla presenza umana hanno spesso reso irriconoscibili le strutture originarie e danneggiato pesantemente, quando non reso illeggibili, scene pittoriche e rilievi parietali. Nel caso specifico, TA26 viene identificata come "Tomba reale" giacché si ritiene fosse stata predisposta come sepoltura del sovrano e della sua famiglia. TitolareTA26 era la tomba di:
BiografiaTitolatura di Amenhotep IV/AkhenatonDall'incoronazione al 5º anno di regno[3][4]:
Dal 5º anno di regno fino alla morte[N 3]:
La tombaTA26 si trova in quello che è oggi noto come "uadi reale", a circa 9 km da Amarna (Wadi Abu Hasah el-Bahari)[N 4]. La tomba venne scoperta nel 1890-1891 dall'archeologo italiano Alessandro Barsanti; l'ingresso, di circa 3,20 m, si trova a livello del terreno ed è rivolto a est, verso il sorgere del sole. La planimetria è inusuale per l'area amarniana e si sviluppa in un corridoio lungo 28 m, in ripida pendenza, che presenta due altrettanto ripide scalinate (una all'ingresso -"A" in planimetria- e l'altra -"C"- che precede un pozzo verticale) al centro delle quali è ricavato uno scivolo, con l'evidente scopo di agevolare il trasporto del sarcofago e delle suppellettili funerarie[N 5]. A circa metà del corridoio superiore (lettera "B" in planimetria) si apre l'accesso a un primo appartamento laterale non rifinito e non ultimato (numeri romani da I a VI in planimetria)[N 6]. In una stanza (IV) vennero rinvenuti i frammenti di una stele rappresentante il re, la regina e due principesse in adorazione di Aton[N 7][5]. Sulla parete opposta a quella in cui si apre l'accesso al primo appartamento si rileva l'impronta di una porta, solo accennata e non proseguita oltre il semplice lavoro di tracciatura, a indicare la volontà di predisporre evidentemente un altro appartamento funerario. Poco prima della seconda rampa ("C") si apre un secondo appartamento, detto "di Maketaton", costituito da tre camere (lettere greche "α", "β" e "γ"); anche in questo caso, sulla parete opposta all'ingresso esiste tracciatura di porta non realizzata. Immediatamente dopo l'accesso all'appartamento di Maketaton ("C") si sviluppa la seconda scala che termina in un vestibolo ("D"), originariamente intonacato e decorato, ma di cui oggi non restano che labili tracce[N 8], occupato da un pozzo verticale di sicurezza profondo 3 m[N 9]. Ancora distinguibile (n. 1 in planimetria) la scena rappresentante una donna (forse la principessa Maketaton) sovrastata da testi illeggibili[6]. Immediatamente dopo il vestibolo si apre la camera funeraria con soffitto retto da due pilastri. La camera funerariaIn origine, ab antiquo, l'accesso alla camera era ostruito da un muro di mattoni in calcare che vennero utilizzati per riempire il pozzo antistante all'atto dell'esumazione del corpo dell'occupante per agevolare l'estrazione del sarcofago e/o delle suppellettili funerarie. Proprio tale operazione conferma che la tomba venne occupata verosimilmente da Akhenaton (e/o altri appartenenti alla famiglia reale) e che il corpo venne solo successivamente traslato in altra sepoltura[N 10][2]. La camera ("E"), di forma sostanzialmente quadrata con lato di 10 m circa e un'altezza di 3,5 m, è circondata, su tre lati, da una piattaforma alta circa 30 cm su cui si innestano due pilastri; in un angolo della parete est si era evidentemente iniziato lo scavo di un altro appartamento ("F") i cui lavori vennero interrotti. I rilievi e le rare iscrizioni, pure esistenti nella camera funeraria, vennero danneggiati verosimilmente poco dopo la morte del re: si distinguono oggi, a malapena, scene di offertorio (2) (cibi, bevande e fiori) ad Aton da parte del re, della regina e della famiglia reale, e (3) una prefica (?)[5]. L'appartamento di MaketatonAl termine del corridoio ("B"), e prima della seconda rampa di scale ("C"), si apre il cosiddetto "appartamento di Maketaton", unica parte della TA26 in cui è ancora possibile ravvisare sia pure solo tracce di dipinti parietali, peraltro molto ben visibili all'atto della scoperta, e noti grazie alle copie eseguite nel 1894. La denominazione deriva dall'essere le scene correlate evidentemente alla morte della principessa, secondogenita di Akhenaton e Nefertiti[N 11] verosimilmente durante un parto. Si tratta di tre locali (lettere greche "α", "β" e "γ" in planimetria): la stanza "α", di forma quadrata con lato di 5,5 m e altezza di 3 m, presenta tutte le pareti originariamente decorate. Sulla parete ovest, ove si apre l'ingresso, (4) su sette registri sovrapposti i resti di processioni di stranieri; poco oltre (5-6) il re, la regina e quattro principesse, soldati, funzionari e seguaci venerano Aton[N 12]. Seguono, su nove registri (7) soldati neri, libici e asiatici con carri. Su altra parete (8), nella parte superiore la famiglia reale in lutto e seguaci dinanzi ad Aton. Nella parte inferiore scena di lamentazione sul corpo di una donna (non ne è indicato il nome) distesa su un catafalco; il re e la regina sono riconoscibili dai copricapi che li contraddistinguono, in particolare Nefertiti per l'alta corona tronco-conica. Akhenaton stringe il polso della regina[N 13] quasi a cercarne conforto per il proprio dolore. All'esterno della camera rappresentata sono presenti personaggi, tra cui il visir riconoscibile per il lungo abito, a loro volta in atto di compianto. Sulla parete adiacente (9-10) il re, la regina, le principesse Merytaton, Maketaton (?) e Ankhesepaaton adorano Aton nel cortile del tempio mentre una scorta militare e alcuni carri attendono al di fuori dei piloni templari; in basso sulla parete (10) il disco solare Aton sovrasta scene con struzzi, gazzelle e altri animali nel deserto. Su altra parete (11) su sette registri soldati neri e asiatici; nell'angolo est di questo locale Barsanti rinvenne frammenti del sarcofago di granito rosso della principessa Maketaton con cartigli di re Amenhotep III e Amenhotep IV. La camera successiva, "β", è priva di qualsiasi decorazione parietale e si suppone fosse destinata a contenere suppellettili funerarie. La camera "γ", verosimilmente prevista come camera funeraria dell'appartamento di Maketaton, è nota anche come "camera delle scene di lamentazione"; si tratta della più piccola delle tre (circa 3,5 m2, con un'altezza di 1,80 m) ed è di forma irregolare trapezoidale. Sulle pareti: scena di lamentazione (da cui il nome della stanza) (12-13) simile a quella esistente nella camera "α"; su tre registri (molto danneggiati) il re e la regina affranti dinanzi al corpo della principessa Maketaton (questa volta, al contrario della precedente rappresentazione, ne viene indicato il nome) unitamente a due principesse. Mentre fuori dalla porta del locale rappresentato sono visibili altri personaggi in atto di lamentazione, poco discosto dal catafalco funebre un personaggio femminile, evidentemente una balia, regge tra le braccia un bambino il cui alto rango a Corte viene sottolineato dalla presenza di un portatore di flabello a lui dedicato[N 14]. Sulle pareti adiacenti (14-15) la principessa Maketaton su un altare e il re e la regina, con tre principesse, seguiti da cortigiani e dolenti recanti offerte funebri. Su altra parete (16) resti di scene comprendenti offerte[5]. RitrovamentiAll'interno della TA26 venne rinvenuti numerosi frammenti di sarcofagi, non bastevoli a un'eventuale ricostruzione. Un angolo in granito rosso relativo a una principessa, con una testa di regina in bassorilievo si trova oggi al Ägyptisches Museum und Papyrussammlung di Berlino (cat. 14524); un frammento di coperchio in alabastro, con il bassorilievo di un avvoltoio è oggi al Cairo (cat. 18492). Da pochi frammenti in granito rosso, infine, si è proceduto alla ipotetica ricostruzione di quello che potrebbe essere stato il sarcofago del re (oggi nell'area antistante il Museo egizio del Cairo). NoteAnnotazioni
Fonti
Bibliografia
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