Suore di carità della Santa CroceLe suore di carità della Santa Croce, dette di Ingenbohl (in latino Congregatio Sororum Caritatis Sanctae Crucis), sono un istituto religioso femminile di diritto pontificio: i membri di questa congregazione pospongono al loro nome la sigla S.C.S.C.[1] StoriaLa congregazione venne fondata dal frate cappuccino svizzero Teodosio Florentini (1808-1865) e da Maria Theresia Scherer (1825-1888): nel 1844 il frate aveva dato vita ad Altdorf alle suore della Santa Croce, per l'istruzione primaria dei ragazzi delle zone rurali e montane della Svizzera occidentale, e l'anno successivo all'istituto aveva aderito la Scherer.[2] Con l'appoggio di papa Pio IX, nel 1850 fra' Florentini aprì a Coira l'ospedale della Santa Croce e nel 1852 ne affidò la gestione a un gruppo di religiose (diretto da madre Maria Theresia Scherer) per le quali venne aperto un noviziato a Ingenbohl (1855). Nel 1856 Kaspar de Carl, vescovo di Coira, dichiarò la comunità di Ingenbohl autonoma dalla congregazione delle Suore della Santa Croce e le religiose assunsero il nome di Suore di Carità della Santa Croce.[2] L'istituto, aggregato all'Ordine dei frati minori cappuccini dal 1905, ricevette il pontificio decreto di lode il 4 dicembre 1878 e l'approvazione definitiva della Santa Sede il 18 settembre 1894; le sue costituzioni vennero approvate definitivamente il 29 gennaio 1897.[2] Maria Theresia Scherer è stata beatificata da papa Giovanni Paolo II nel 1985.[3] Attività e diffusioneLe suore osservano la regola del Terzo ordine regolare di San Francesco: si dedicano soprattutto ad attività educative e all'assistenza agli infermi e agli anziani. Sono presenti in Europa (Austria, Repubblica Ceca, Croazia, Germania, Italia, Kosovo, Romania, Serbia, Slovacchia, Slovenia, Svizzera, Ungheria), nelle Americhe (Brasile, Stati Uniti d'America), in Asia (India, Taiwan) e in Uganda:[4] la sede generalizia è a Ingenbohl.[1] Al 31 dicembre 2005, la congregazione contava 4.157 religiose in 450 case.[1] Note
Bibliografia
Voci correlateAltri progetti
Collegamenti esterni
|
Portal di Ensiklopedia Dunia