Sebbene Tocco sia di fondazione medioevale, nel suo territorio in età antica era già presente un insediamento (pagus) chiamato Interpromium. La sua collocazione non era nei pressi dell'attuale centro abitato di Tocco (posto su una zona rialzata), bensì sul fondovalle dove passava la Via Tiburtina Valeria (oggi ricalcata dalla strada statale 5) nei pressi del pianoro dov'è oggi la chiesa della Madonna degli Angeli[4][5], l'antico 'insediamento distava a circa 25,5 Km da Corfinium[1]. Non è stato ancora stabilito con assoluta certezza quale fu il popolo italico ad abitarvi, se i marrucini[6] o i peligni, tuttavia gli storici ritengono più probabile i peligni[1]. Riguardo la sua distruzione si ritiene sia stata causata da calamità naturali come terremoti o alluvioni[1], tuttavia la zona dell'antico insediamento fu continuata ad essere abitata fino al primo medioevo[4].
Età medioevale
Il documento più importante sulla Tocco medioevale è il Chronicon Casauriense redatto dai monaci dell'Abbazia di San Clemente a Casauria[8], il quale cita Tocco per la prima volta nell'872 come curtis che fu comprata dal primo abate di San Clemente, chiamato Romano, facendo quindi rientrare tale curtis sotto la giurisdizione dell'Abbazia. Sempre dal Chronicon si apprende che l'economia della curtis di Tocco era prevalentemente agricola[7] e tale insediamento nel IX secolo iniziò ad acquisire sempre più rilevanza rispetto agli insediamenti di fondovalle (compreso quello che aveva continuità con l'antica Interpromium)[9].
La nascita del paese di Tocco è legata al processo di incastellamento medioevale con cui signori locali ed ecclesiastici cercavano di ottenere maggiore potere e controllo dei territori, il territorio di Tocco in particolare era oggetto di contese tra signori rurali locali di origine germanica e la vicina Abbazia di San Clemente a Casauria[10] in cui quest'ultima si vedeva vittima di nu
merose usurpazioni territoriali[11]. Questa contesa portò alla fondazione di diversi castelli nella zona usati per affermare il potere sui vari territori.
Quando nella prima metà del X secolo l'Abbazia di San Clemente venne distrutta da un'incursione saracena, vi fu un franco chiamato Lupo, figlio di un ufficiale dell'imperatore Ottone III di Sassonia chiamato Ludegerio, che usurpò due insediamenti non fortificati (villae) nella zona di Cantalupo[nota 1] dove erano presenti miniere di bitume, all'epoca possedimento dell'Abbazia, e nel 969 ci fece costruire un castello (castrum)[12].
Nel 1016 Alberico, figlio di Lupo, usurpò l'insediamento abitativo di Fara Inter Montes (situato sul fondo della Val Pescara) all'Abbazia, edificando anche qui un castrum[13]. Nello stesso anno egli, dopo aver imposto la propria autorità con la forza agli abitanti del posto, costruì anche un castello nella zona dell'attuale centro abitato di Tocco. L'Abate di San Clemente Adamo II reagì nel 1019 con un'azione militare di fanti e cavalieri con cui espugnò il castello di Tocco che venne distrutto dopo essere stato dato alle fiamme. Difatti in seguito all'evento, nello stesso anno sul Chronicon Casauriense si parlò di Tocco come di una semplice villae (insediamento non fortificato) e non più come castrum.
Parte del territorio di Tocco venne poi ceduto dall'Abbazia, a Gerardo, figlio di Alberico e signore della vicina Popoli, fino alla terza generazione in cambio di un canone[14]. Ma il conflitto tra l'Abbazia e gli eredi di Alberico proseguì e nel 1024 l'abate di San Clemente, Guido, si lamentò con una lettera all'imperatore dell'avvenuta usurpazione della curtis di Tocco ai danni dall'Abbazia[14]. Tra il 1025 e il 1026 l'Abbazia riuscì a rimpossessarsi di diversi territori nella zona di Tocco, tuttavia il possesso della curtis vera e propria rimase agli eredi di Alberico (Gerardo e Teodino), i quali la fortificarono nuovamente in castrum[15]. Nel 1056 anche il territorio di Cantalupo ritornò sotto il controllo dell'Abbazia[11].
Nella seconda metà del XIII secolo la Contea di Manoppello, di cui faceva parte Tocco, fu frammentata tra vari feudatari ed il controllo di Tocco andò a Matteo de Plexiaco, signore di Manoppello e Pescosansonesco[23].
Durante'epidemia di peste del 1656 il parroco del paese Don Gualtieri Mattucci registrò i morti giorno per giorno cominciando il 1º agosto 1656 e terminando il 1º gennaio 1657, giorno in cui annotò la fine del contagio. La peste del 1656 uccise a Tocco 590 persone in una popolazione di circa 1300-1500 abitanti[35][36][37].
Il 3 novembre 1706, un terremoto nella zona della maiella distrusse gran parte del centro abitato ed uccise circa un centinaio di persone in paese[37][38]. Tra gli edifici rimasti totalmente distrutti ci furono il Palazzo Ducale[39] e la maggior parte delle chiese del paese. Oltre ai danni agli edifici, il terremoto fu anche la causa di smottamenti dei terreni del paese che causarono un momentaneo arresto dell'agricoltura a Tocco[40]. La ricostruzione del paese durò circa un trentennio[41].
Durante gli anni '30 del Settecento a governare Tocco era il Duca Francesco Pinelli che per via del suo modo di comportandosi dispotico veniva malvisto dal popolo, dal clero e dalla nobiltà locale. Dei cittadini toccolani quindi scrissero un memoriale contro di lui al tribunale di Chieti, il quale sentenziò il 23 giugno 1737, con un decreto del re Carlo III di Spagna, l'allontanamento di Francesco da Tocco. In seguito gli fu ordinato anche di presentarsi al Gran Tribunale di Napoli, il quale confermò la sentenza precedente. Ma il Duca, dopo tante pressioni, riuscì nel 1739 a ottenere di tornare a governare Tocco per poi vendicarsi contro quelli che lo accusarono[42].
Sul finire del secolo, tra 1794 e 1795 ci fu in paese una grossa epidemia di vaiolo che uccise un centinaio di persone[43].
Tra 1834 e 1836 nel Regno di Napoli si diffuse un'epidemia di colera ed a Tocco la commissione sanitaria prese delle precauzioni a riguardo, furono disinfettare case e locali con la calce e vennero istituiti posti di blocco all'interno del paese[nota 3]. Per ordine dell'intendente dell'Abruzzo Citra con una lettera dell'8 settembre 1836, il convento dei cappuccini fu adibito ad ospedale per i malati di colera[46]. Il farmacista Beniamino Toro, originario di Cansano, si trasferì a Tocco agli inizi dell'Ottocento e nel 1817 cominciò l’attività di produzione del liquore centerbe nella sua farmacia toccolana[47][48][49]. La popolarità del liquore crebbe proprio durante quest'epidemia di Colera in quanto veniva usato come disinfettante e rimedio per la nausea[50][51].
Quarantotto
Negli anni che precedettero il quarantotto si intensificarono i rapporti culturali tra Tocco e Chieti per via dei toccolani che aderirono ai circoli politici e culturali teatini[52].
Il 15 marzo 1848 scoppiarono dei tumulti a Napoli e qualche giorno prima, il 7 maggio, in Abruzzo ci furono violenti scontri a Pratola Peligna tra il popolo e la guardia nazionale[53]. Le notizie delle sommosse arrivarono fino a Tocco ed un gruppo di contadini toccolani pianificò un'insurrezione in paese per il 20 marzo durante la festa del santo patrono. Ma Domenico Stromei, noto poeta del paese, dopo essere venuto a conoscenza di ciò avvertì i signori di Tocco, i quali fecero arrivare la gendarmeria in paese. La mattina del 20 marzo entrarono a Tocco una ventina di gendarmi a cavallo e quando la processione per la celebrazione di Sant'Eustachio raggiunse il Palazzo Ducale (il castello), arrivò un gruppo di popolani armati pronti a scatenare la rivolta, ma la folla che si trovava già lì per la processione non si schierò con loro ed anzi gli inveì contro. I sobillatori, quindi, si ritirarono e non ci furono scontri[54].
In seguito alle varie rivolte nel Regno arrivò la repressione dello stato e nel maggio 1849, un anno dopo la mancata rivolta a Tocco, arrivarono in paese le truppe borboniche per perquisire abitazione e bottega dello Stromei nonostante l'anno precedente avesse avvisato le autorità della rivolta pianificata dai contadini. Gli furono sequestrate tutte le lettere di cui era in possesso ma non fu arrestato. Negli anni seguenti vi furono a Tocco altre perquisizioni di case per motivi politici e 3 cittadini furono arrestati[nota 4][55].
Unità d'Italia e periodo post-unitario
Vittorio Emanuele II di Savoia (a sinistra) e la frazione dei Francoli (a destra) dove è stato accolto da una folla festante
Dopo la Proclamazione del Regno d'Italia del 1861 si presentò il problema di dover dare una denominazione al Comune di Tocco per distinguerlo da un omonimo comune in Provincia di Benevento[60][61][62]. In una seduta del Consiglio Comunale del 26 novembre 1862 se ne discusse. Furono proposti come nome "Tocco di Abruzzo" approvato da 6 voti contro 1 e "Tocco Tremonti" proposto dal consigliere che votò contro l'altra proposta, non si arrivò quindi a una decisione unanime. Alla fine la scelta per la decisione sul nuovo nome fu affidata al Prefetto che stabilì il nome di "Tocco Casauria"[63] per la vicinanza storica e geografica all'Abbazia di San Clemente a Casauria[64], decisione definitivamente ufficializzata con un Regio Decreto del gennaio 1863[8][65].
In seguito all'Unità d'Italia ci fu un contenzioso tra il comune di Tocco e quello di Salle che reclamavano entrambi il possesso di una zona di territorio tra i due comuni, lo "Stazzo di Carnevale", un pianoro con una neviera che veniva utilizzato sia per l'agricoltura che per il pascolo[66]. Nel 1864 le autorità stabilirono che il possesso di tale zona era del comune di Salle[67].
Dopo l'Unità d'Italia cominciò il fenomeno del brigantaggio postunitario che coinvolse anche il territorio di Tocco, a testimonianza di ciò vi è il saggio Il Bel Paese scritto del geologo Antonio Stoppani che visitò Tocco nel 1876 e descrisse sul suo libro la paura che si provava nella zona per via della presenza dei briganti che effettuavano incursioni in paese[68][69][70].
Nel 1863 a Tocco si fece uso del primo pozzo di petrolio perforato con mezzi meccanici in Italia (e tra i primi in Europa). Ciò fu opera degli industriali Maurizio Laschi di Vicenza e Carlo Ribighini di Ancona, pionieri dell'estrazione meccanica del petrolio[71][72][73][74].
Verso la metà dell'Ottocento Beniamino Toro cominciò a far costruire in paese un palazzo con lo scopo di utilizzarlo come abitazione e stabilimento di fabbricazione del centerbe[75] e fu completato nel 1870[76][77][78]. Sempre in quell'anno fu fondata a Tocco una delle prime società operaie di mutuo soccorso abruzzesi[79][80].
Il 1º marzo 1873 fu inaugurato il tratto ferroviario Pescara-Popoli della ferroviaria Roma-Sulmona-Pescara[81]. Tale linea ferroviaria passava anche sul territorio del comune di Tocco e già dal 1871 (da prima dell'inaugurazione della ferrovia stessa) il comune faceva pressioni per la costruzione di una stazione per servire il paese[82]. Essa fu costruita solo decenni dopo insieme a un ponte sul fiume Pescara per raggiungerla e venne inaugurata il 17 ottobre 1894[83].
Via Roma e uno dei littori semi-cancellati sulle facciate delle case del quartiere (sopra), un littorio del genio civile sul ponte di Marano che collega Tocco a Musellaro[nota 5][89] (sotto a sinistra) e la scuola Francesco Filomusi Guelfi (sotto a destra)
Durante il periodo del regime fascista il centro urbano di Tocco si andò particolarmente sviluppando nella zona di Via Roma. In paese furono costruite opere pubbliche e ci furono vari restauri di chiese e aree pubbliche[90]. Fu inoltre costruito il primo edificio scolastico del paese, il cui progetto fu iniziato nel 1926 con l'acquisto da parte del Comune di terreni privati nella zona dell'attuale Piazza Domenico Stromei in vista di una futura edificazione della scuola che venne iniziata nel 1935[91]. Nel 1923 venne messo e inaugurato il monumento ai caduti, opera di Torquato Tamagnini[92][93][94].
Il terremoto della Maiella del 1933 colpì Tocco con intensità di VIII della scala Mercalli causando alcuni feriti tra la popolazione ma nessun morto[100][101]. Le abitazioni che subirono danni furono censite in: 38 quelle danneggiate irreparabilmente, 58 quelle gravemente e 517 quelle lievemente[102]; in totale i danni stimati alle abitazioni private ammontarono a 344.067 lire[103].
L'8 giugno 1944, la sera prima di ritirarsi da Tocco, intorno alle ore 20 i tedeschi fecero saltare un deposito di bombe e munizioni vicino la stazione ferroviaria del paese[107][108]. Il giorno seguente lasciarono Tocco alle ore 15 partendo verso l'Aquila[109], il 10 giugno le truppe alleate entrarono in paese[110]. In seguito all'arrivo degli alleati, nel periodo costituzionale transitorio i partiti scelsero come sindaco Beniamino Toro[111] (il quale svolse precedentemente in paese il ruolo di podestà dal '29 al '43[112]), che amministrò dall'8 luglio '43 al 2 settembre 1944, fu in seguito sostituito da Emilio di Donato fino al 26 marzo '46. Alle prime elezioni amministrative democratiche del secondo dopoguerra vinse a Tocco la Democrazia Cristiana col suo candidato sindaco Vittorio D'Angelo[111].
Via XX Settembre, a sinistra nel 2022 e a destra precedentemente alla demolizione della chiesa del Monte dei Morti (adiacente alla chiesa di Sant'Eustachio), la quale è ancora visibile
Nel 1960 Tocco subì importanti cambiamenti nel suo centro abitato. Per via di un'ordinanza del Genio Civile furono abbattute varie case storiche sulla salita di Porta del Borgo verso il Colle insieme alla chiesa del Monte dei Morti, in quanto risultavano essere edifici ancora pericolanti dal terremoto della Maiella del 1933 che li ha danneggiati[101][114]. Sempre in zona Porta del Borgo fu abbattuta la fontana con l'obelisco dedicato a Giordano Bruno, mentre nell'attuale Via Santa Liberata fu demolita la chiesa di Santa Liberata[115].
^I tre si chiamavano: Domenico Mattucci, Domenico De Lutis e Eustachio Santilli.
^Marano è una frazione del comune di Tocco da Casauria, mentre Musellaro è una frazione del comune di Bolognano. Il ponte è situato lungo la Strada Provinciale 67.
«SAN CLEMENTE A CASAURIA, Abbazia di.Abbazia situata in Abruzzo, a poca distanza da Torre de' Passeri (prov. Pescara), fondata nell'873 dall'imperatore franco Ludovico II (849-875) su di un'isoletta del fiume Pescara, vicino al sito dell'antica Interpromium (Bindi, 1889, pp. 405-407; Calore, 1891, p. 9), alla confluenza di importanti arterie stradali di epoca romana»
^ Walfrido Del Villano e Zopito Di Tillio, Abruzzo nel tempo, Didattica Costantini, p. 31.
^ Felice Virgilio di Virgilio, Il Convento di S. Francesco, oggi Chiesa di S. Domenico, in Tocco Casauria. Storia Arte Tradizioni, Avezzano, Uranographia Editrice Avezzano, 1998, pp. 177-181.
«Ferrante, 2 °C. Loreto 1590, s. 1593 Beatrice della Tolfa 1585 - nel 1585 … Ferrante D’Afflitto, figlio di Giovanfrancesco, era utile signore di Tocco (Colapietra, Baronaggio ..., 1999 p.360)»
«La terra di Tocco, molto numerosa di fuochi, è ceduta, presso la metà, con la morte di circa 100 persone e le abitazioni furono tutte aperte, e minacciano rovina»
«Metà del paese fu distrutta, le altre abitazioni vennero gravemente lesionate; i morti furono 100. Anche il castello baronale subì crolli e altri danni.»
«L’azienda Toro Liquori di Tocco da Casauria in provincia di Pescara propone dal lontano 1817 ottimi prodotti che tengono viva la tradizione della distillazione di erbe naturali. La distilleria che proprio quest’anno compie 200 anni nasce con Beniamino Toro, molisano trasferitosi a Tocco da Casauria che ottenne proprio nel 1817 la “Regia autorizzazione” del monarca di Napoli a produrre un magico liquore, il Centerba, che ancora oggi rappresenta il cavallo di battaglia dell’azienda e il più antico liquore di erbe digestive d’Abruzzo»
«Nel 1817 Beniamino Toro iniziò l’attività di produttore di liquore nella sua farmacia di Tocco da Casauria, comune nella parte abruzzese del Regno delle Due Sicilie. Il farmacista, originario di Cansano, si era trasferito agli inizi dell’800 a Tocco da Casauria per svolgere la sua attività; è qui che con ogni probabilità il suo destino si è incrociato con quello della centerba, un estratto d’erbe, eredità lasciata al territorio dai monaci della vicina abbazia benedettina di san Clemente a Casauria»
«La fama della Centerba e delle sue qualità medicamentose esplose in occasione del colera di Napoli del 1836, circostanza nella quale fu utilizzata come rimedio contro la nausea e come disinfettante»
«Per la sua elevata gradazione alcolica, che si supponeva potesse proteggere da infezioni e batteri, era utilizzata per combattere le epidemia di colera che scoppiavano ricorrenti nel regno di Napoli, regno di cui Tocco di Casauria in quegli anni faceva parte»
«Il 17 ottobre 1860, avviati verso ideali di libertà, di uguaglianza ma soprattutto di vedere l'Italia unita ormai realizzata con l'eroismo di molti, anche i cepagattesi salutarono esultanti il re Vittorio Emanuele Il che passava a Castellamare e il giorno dopo a Chieti, diretto a Napoli»
^ Giuseppe Marcarelli, L'Oriente del Taburno: storia dell'antica città di Tocco e dei suoi casali, Benevento, Tipografia Forche Caudine, 1915, pp. 36-37.
^Alfonso Meomartini, I comuni della provincia di Benevento, 2ª ed., Benevento, Stabilimento lito-tipografico editoriale De Martini, 1970 [1907], pp. 214-220.
^Felice Virgilio di Virgilio, (XIV) La seconda guerra mondiale e l'occupazione tedesca, in Tocco Casauria. Storia Arte Tradizioni, 2ª ed., Avezzano, Uranographia Editrice Avezzano, 1998, p. 107.
^ Mario Napoleone, Avvenimenti del XVIII e del XIX secolo, in Pescara. I paesi e i suoi caduti, Litografia Brandolini, 2008, p. 550.
^ Costantino Felice, Il Mezzogiorno operoso. Storia dell'industria in Abruzzo, collana Saggi. Storia e scienze sociali, Donzelli Editore, 2008, p. 196, ISBN88-603-6292-X.
«Nell’opera Le ricerche del Petrolio in Italia. Cenni storici dal 1860 di Federico Squarzina (Jandi Sapi Editore - Roma 1958), disponibile per consultazione presso la Biblioteca di Assomineraria, viene chiarito che il primo pozzo perforato in Italia con mezzi meccanici è del 1863 a Tocco Casauria (Pescara), ad opera di due pionieri della perforazione, Maurizio Laschi di Vicenza e Carlo Ribighini di Ancona, che scoprirono un piccolo giacimento di petrolio che è stato attivo per quasi un secolo»
«Fatto erigere da Enrico Toro verso la metà del 1800, come nuova residenza per la famiglia e fabbrica per la produzione del famoso liquore, fu completato intorno al 1870»
«I fondi serviranno per la ricostruzione privata post sisma nel Comune di Tocco, in particolare permetteranno il completamento dei lavori di Palazzo Toro, storico edificio di fine Ottocento, fatto erigere da Enrico Toro come nuova residenza per la famiglia e fabbrica per la produzione del famoso liquore Centerbe, situato a meta’ del corso principale del paese oltre a tre unita’ abitative, parti di un aggregato del centro storico»
«Istituita il 16 marzo del 1876, con i suoi 143 anni di storia, la Società operaia di Penne è tra le più antiche d’Abruzzo insieme a quelle di Teramo (1861), Chieti (1861), Loreto Aprutino (1866) e Tocco da Casauria (1870)»
«Sul fiume Pescara, dopo la confluenza con il torrente Tirino, le acque vengono derivate verso la centrale di Pescara 1° salto nel territorio di Tocco da Casauria»
«Il terremoto causò danni gravi e crolli parziali in molti edifici che dovettero essere puntellati; crollò la sagrestia della Parrocchiale e si produssero ingenti lesioni in vari edifici sacri. Crollò la parte superiore del castello ducale»
^ Walfrido Del Villano e Zopito Di Tillio, Abruzzo nel tempo, Didattica Costantini, p. 202.
^ Claudio Marsilio, Muri in camicia nera, Albertelli Editore, 2012.
^Felice Virgilio di Virgilio, (XIII) Il Novecento a Tocco da Casauria, in Tocco Casauria. Storia Arte Tradizioni, 2ª ed., Avezzano, Uranographia Editrice Avezzano, 1998, p. 117.
«9° Provincia di Pescara con capoluogo Pescara, comprendente: i comuni di Abbateggio, Bolognano, Caramanico, Lettomanoppello, Manoppello, Musellaro, Roccacaramanico, Roccamorice, Salle, Santa Eufemia a Maiella, San Valentino in Abruzzo Citeriore, Serramonacesca, Tocco da Casauria, [ecc.]»
^ Antonio Bertillo e Giampietro Pittarello, Capitolo secondo. Pescara prima del 31 agosto, in Il martirio di una città. Pescara e la guerra 1940/1944, 1998, p. 86.
^abFelice Virgilio di Virgilio, (XVI) Gli ultimi cinquant'anni, in Tocco Casauria. Storia Arte Tradizioni, 2ª ed., Avezzano, Uranographia Editrice Avezzano, 1998, p. 150.
«Linea Gustav. - Controllava le due vie di facilitazione per l'avanzata alleata su Roma: la valle del Liri e la linea litoranea. Cassino ne era l'elemento fondamentale. Fu costruita dai Tedeschi. Occupata nel gennaio 1944, fu da essi abbandonata, dopo valida e lunga resistenza, nel maggio 1944»
^Felice Virgilio di Virgilio, Capitolo XV. Gli anni del secondo conflitto mondiale, in I Francescani a Tocco Casauria, L'Aquila, Frati Minori d'Abruzzo S. Bernardino, 1991, pp. 293-294.
^ Antonio Bertillo e Giampietro Pittarello, Capitolo settimo. La liberazione, in Il martirio di una città. Pescara e la guerra 1940/1944, 1998, p. 469.
«Il comune aveva 3 054 abitanti. Il terremoto causò danni diffusi. Secondo Frezzotti et al. (1995), che hanno utilizzato dati raccolti dai carabinieri, una bassa percentuale delle vecchie case in muratura del centro storico ebbe piccole lesioni con caduta di grandi pezzi di intonaco e di tegole, mentre altre ebbero leggere crepe negli intonaci con la caduta di piccoli pezzi dello stesso. Fu dichiarata l’inagibilità di due edifici di culto. Vi furono circa 40 richieste di sopralluogo e 2 ordinanze di sgombero (all’8/5)»
«Tocco di Vento nasce come revamping della prima centrale eolica realizzata in Italia: due turbine Riva Calzoni da 200 kW ciascuna, installate a Tocco da Casauria (Pescara) nel 1992 e di tecnologia superata»
«I fabbricati che costituiscono le lunghe stecche edilizie sono di antica costruzione, oltre un secolo, e il terremoto del 2009 ha inferto loro ferite gravi»
«Il Comune di Tocco da Casauria aveva spostato la propria sede all’indomani del sisma del 2009. A oggi ha i suoi uffici in un ex-asilo che, quando saranno riaperti i locali del Municipio nel centro storico del paese, potrà essere riconvertito ad uso di attività sociali e culturali.»
«Chiusa all’indomani del sisma dell’Aquila, che rivelò l’inguaribile fragilità della vecchia scuola media dove erano ospitate le sale di lettura e i libri, durante un’altra terribile esperienza»
Violetta De Luca, Tocco da Casauria, un balcone sulla Val Pescara, in Gli antichi Italici nella Valle Peligna, collana Tesori d'Abruzzo, foto di Luca Del Monaco, vol. 59, Pescara, De Siena Editore, giugno 2021, pp. 120-137.
Sandro Sticca, Storia della stazione ferroviaria di Tocco, Centro internazionale di studi e ricerche Il "Melograno", 2015.
Sandro Sticca, Dal census arcaico romano al censimento di Tocco Casauria del 1881, L'Aquila, Roma, Studia Italia, 2010.
Tocco da Casauria, in Borghi e paesi d'Abruzzo, vol. 10, Pescara, Carsa Edizioni, 2008, pp. 62-75, SBNTER0031819.
Andrea R. Staffa, Vincenzo d'Ercole, Marco Buoncore, Elisa Cella, Giovanni di Giulio, Caterina di Nicola, Felice Virgilio di Virgilio, Alberta Martellone, Viviana Merlino, Roberta Odoari, Simona Romano e Manuela Rosati, Da Interpromium a Tocco da Casauria (PDF), a cura di Andrea R. Staffa, Media Edizioni, 2006. URL consultato il 9 aprile 2022.
Gerardo Massimi, Tocco da Casauria. Un profilo geografico (PDF), Pescara, 2002. URL consultato il 31 gennaio 2022 (archiviato dall'url originale il 15 gennaio 2021).
Felice Virgilio di Virgilio, Tocco Casauria. Storia Arte Tradizioni, 2ª ed., Avezzano, Uranographia Editrice Avezzano, settembre 1998.
Gianfranco Pinti, Tocco da Casauria tra storia e leggenda, Pescara, (stampato in proprio), settembre 1998.
AA.VV., Tocco da Casauria, in Il Parco Nazionale della Majella. Guida ai 38 Paesi del Parco, collana Collana ai Parchi d'Abruzzo, vol. 2, Pescara, Multimedia Edizioni, 1997, pp. 245-249, ISBN non esistente.
Felice Virgilio di Virgilio, I Francescani a Tocco Casauria, L'Aquila, Edizione Frati Minori d'Abruzzo, 1991.
Sandro Sticca, La chiesa della Madonna delle Grazie, Sulmona, Libreria Editrice Di Cioccio, 1995.
Sandro Sticca, Il convento di Santa Maria del Paradiso a Tocco Casauria, collana Studi e testi, vol. 9, L'Aquila, Deputazione abruzzese di storia patria, 1986, ISBN88-955-6627-0.