Sindrome di Foster-Kennedy
La sindrome di Foster-Kennedy è una rara sindrome neurologica caratterizzata da anosmia omolaterale, atrofia ottica omolaterale e papilla da stasi controlaterale. PatogenesiLa sindrome di Foster-Kennedy è dovuta alla compressione del nervo olfattivo e del nervo ottico da parte di una massa occupante spazio presente nella fossa cranica anteriore. Sovente, la sindrome di Foster-Kennedy è provocata da meningiomi che originano dalle meningi che ricoprono l'ala dello sfenoide o la doccia olfattoria.[1][2] Profilo clinicoLa Foster-Kennedy è una sindrome orbito-frontale e può esordire con uno dei sintomi tipici di questa categoria sindromica.[2] Le caratteristiche peculiari sono invece l'anosmia unilaterale provocata da compressione sulla corteccia entorinale o sui bulbi olfattivi, atrofia ottica unilaterale per compressione del nervo ottico e papilla da stasi controlaterale da ipertensione endocranica. Profilo diagnosticoIn un contesto anamnestico ed obiettivo compatibile, la TC e, soprattutto, la risonanza magnetica nucleare rappresentano le due indagini strumentali in grado di fornire informazioni su dimensioni, localizzazione e caratteristiche della massa occupante spazio. Diagnosi differenzialeLa sindrome di Foster-Kennedy deve essere distinta dalla pseudosindrome di Foster-Kennedy caratterizzata da atrofia ottica in un lato e papilla da stasi nell'altro in soggetti con anomalie congenite, neurite ottica sequenziale bilaterale o neuropatia ischemica del nervo ottico.[3] TerapiaUna volta evidenziate le caratteristiche della massa occorre programmare un intervento neurochirurgico finalizzato alla sua completa, qualora possibile, exeresi. Note
Bibliografia
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