Il maggior centro dei beylikato, Erzurum, fu occupato dai Bizantini tra il 1077-1079 e fu assediato da Giorgio III, che era Re della Georgia nel 1184.
Storia
Nel 1071, i Selgiuchidi sconfiggono i Bizantini nella battaglia di Manzicerta.
Ebul Kasim Saltuk (Abū al-Qāsim Saltūq I) è incaricato dai Selgiuchidi di andare alla conquista dell'Anatolia.
Conquista Theodosiopolis e il Sultano Alp Arslan lo nomina Bey per regnare sulla regione.
Dal 1080, la dinastia saltuqide si insedia a Erzurum che diventa la sua capitale.[2].
L'antica Karin degli Armeni (in armeno: Կարին (Karin o Garin), diventata Theodosiopolis sotto il periodo bizantino, prende il nome di Arz al-Rum (in araboأرض الروم?, arḍ al-rūm, "terra dei Rūm") o Arzan al-Rum, chiamata così a causa dei profughi armeni di un paese vicino denominato Arzan, distrutto nel 1049 dai Selgiuchidi.[3].
Tutush viene sconfitto dai bizantini, salvando così la dinastia dei Selgiuchidi di Rum.
Alla morte del Grande SelgiuchideMalik Shāh I (1092), Kılıç Arslan diviene sultano di Roum.
Nel 1110, il suo secondo figlio Malik Shāh I (omonimo del sultano Grande Selgiuchide morto nel 1092) gli succede ma si trova in lotta con i fratelli che gli contendono il regno.
Ebul Kasim Saltuk rimane primo vassallo dei Selgiuchidi, poi lui approfitta dei loro litigi per conquistare l'indipendenza.[2] Suo figlio Ali gli succede nel 1103. Conquista Kars e rafforza ancora il suo potere.
Egli stesso e i suoi successori assumono il titolo di malik (Re).[4]
Nel 1132, İzzeddin Saltuk, il figlio minore di Ebul Kasim arriva al potere. Sotto il suo regno la dinastia dei Saltuqidi raggiunge il suo apice. Combatte contro il regno di Georgia ed è fatto prigioniero nel 1153. Per essere liberato, deve versare un riscatto di 10.000 dinar, pagato con l'aiuto degli altri bey turcomanni. Organizza un'alleanza, rafforzata da un matrimonio, con il Sultano di Rum Kılıç Arslan II. I Georgiani arrivano fino a Erzurum ma si limitano a saccheggiare la città prima di tornare alle proprie terre.[2]
İzzeddin Saltuk muore nel 1174, suo figlio Muhammed lo rimpiazza.
Durante le relazioni conflittuali con il re di Georgia Davide il Fondatore contro il quale i Saltuqidi estesero i loro possedimenti, si verifica un episodio curioso: Muhammed offrirà di convertirsi al Cristianesimo per sposarsi con quella che sarà la regina Tamara di Georgia.[4]
Un'altra particolarità di questa dinastia è il regno di Mama Hatun, la figlia di İzzeddin Saltuk, durante un decennio alla fine del XII secolo.
Dall'inizio del secolo, i Saltuqidi dovettero lottare contro i Sultani selgiuchidi di Rum.
Malik Shāh I (1107-1116) era intenzionato a riunire l'Anatolia sotto la sua autorità, ma fu il Sultano di Rum Süleyman II (1197-1204) che si impossessa del beylicato nel 1202.
I Saltuqidi rimasero sotto la sovranità dei Selgiuchidi fino al 1230 quando Kay Qubadh I (1220-1237) annetté completamente il territorio.[4]
^(EN) Martijn Theodoor Houtsma, Arzan, in E.J. Brill's First Encyclopaedia of Islam, 1913-1936 (9 voll.), I, BRILL, 1993, p. 473 (end of article), ISBN978-90-04-08265-6. e (FR) Ibn Battûta, Introduction et notes de Stéphane Yerasimov, in Voyages (3 volumes), De la Mecque aux steppes russes, traduzione di C. Defrémery e B. R. Sanguinetti (1858), La Découverte, II, Paris, François Maspero, 1982, p. 134, nota 247, ISBN2-7071-1303-4.
^abcd(EN) Clifford Edmund Bosworth, The Saltuqids, in op. cit., pp. 218..
^ab(EN) Clifford Edmund Bosworth, The Saltuqids, in op. cit., pp. 218. fissa la data della fine del regno tra il 1191 e 1201.
^abPer il periodo 1201-12302, (EN) Clifford Edmund Bosworth, The Saltuqids, in op. cit., pp. 218. indica la scelta tra ʿAlāʾ al-Dīn Abū Manṣūr e Malik Shāh.
^In turco la "c" viene letta "g" dolce. Quindi la lettura sarà "Kale Mesgidi".
(FR) Janine et Dominique Sourdel, Erzerum, in Dictionnaire historique de l’islam, Quadrige, PUF, 2004, pp. 270-271, ISBN978-2-13-054536-1. URL consultato il 3 maggio 2011 (archiviato dall'url originale il 20 ottobre 2011).
(EN) Clifford Edmund Bosworth, The Saltuqids, in The New Islamic Dynasties: A Chronological and Genealogical Manual, Edinburgh University Press, 2004, pp. 218, ISBN978-0-7486-2137-8.
(EN) Nagendra Kr Singh, Nagendra Kumar Singh, Saltuk Oghullari Dynasty, in International Encyclopaedia of Islamic Dynasties (45 volumes), vol. 44, Anmol Publications PVT. LTD., 2000, pp. 1047-1048, ISBN978-81-261-0403-1 (archiviato dall'url originale il 16 ottobre 2013).
(EN) Bernard Lewis, C.E. Bosworth, E. van Donzel, Ch. Pellat, V (PDF), in Sir H. A. R. Gibb (a cura di), L'Enciclopedia dell'Islam, titolo originale The Encyclopaedia of Islam, 2ª ed., Leiden, E. J. Brill, 1980, pp. 384, ISBN978-0-7486-2137-8. URL consultato il 2 maggio 2011.
(FR) Ibn Battuta, II, in Viaggi, dalla Mecca alle steppe russe (PDF), titolo originale Voyages, De la Mecque aux steppes russes, trad. dal francese da C. Defremery et B. R. Sanguinetti (1858), La Découverte, Parigi, François Maspero, 1982 [1858], pp. 392, ISBN2-7071-1303-4.