Ruggiero Settimo (sommergibile)
Il Ruggiero Settimo è stato un sommergibile della Regia Marina che operò nel corso della seconda guerra mondiale. StoriaDall'11 settembre 1933 al 4 aprile 1934 effettuò – unitamente al gemello Luigi Settembrini – un lungo viaggio in Mar Rosso con partenza e arrivo a Taranto, facendo scalo a Tobruk, Porto Said, Massaua, Aden, Assab, ancora Massaua, Ismailia, di nuovo Porto Said e poi Alessandria d'Egitto; la crociera dimostròche prestazioni dei sommergibili della classe Settembrini[N 1] potevano ritenersi abbastanza soddisfacenti[3]. Prese clandestinamente parte alla guerra di Spagna operando in mar Egeo, senza cogliere risultati[4]. Dopo l'entrara in guerra dell'italia, avvenuta il 10 giugno 1940, il 13 dello stesso mese (al comando del tenente di vascello[1] Giovanni Cantù) fu protagonista di uno scontro in superficie con un sommergibile avversario non identificato: le due unità si lanciarono alcuni siluri, nessuno dei quali andò a segno, e si allontanarono senza portare a termine il combattimento[5]. Il 12 luglio, mentre si trovava nei pressi di Capo Passero, fu bersaglio di un attacco con bombe da parte di un idrovolante britannico Short Sunderland, che gli arrecò danni leggeri[1]. Alle 22.22 del 10 gennaio 1941 (il comandante del sommergibile era il capitano di corvetta Mario Spano), durante l'operazione Excess, avvistò due incrociatori leggeri della 7ª Divisione britannica e li attaccò con il lancio di due siluri da 1.400 metri, allontanandosi poi in immersione: fu avvertita un'esplosione, ma non esistono conferme di danneggiamenti[6]. Nel luglio 1941 fu inviato fra Pantelleria e Malta a contrastare l'operazione Substance, ma non avvistò nessuna nave nemica[7]. Fu impiegato anche in missioni di trasporto di rifornimenti per la Libia, svolgendo 7 missioni di questo tipo; durante una di queste, di ritorno da Derna, lanciò infruttuosamente due siluri contro alcuni cacciatorpediniere[1] nemici. Complessivamente effettuò 28 missioni di guerra (17 esplorativo-offensive, 7 di trasporto e 14 di trasferimento)[1]. All'armistizio dell'8 settembre 1943 si portò a Taranto[1]. Nel 1944 dal 4 gennaio al 21 aprile fu affidato il comando al Capitano di Corvetta Rino Erler. Fu demolito nel dopoguerra. NoteAnnotazioni
Fonti
Bibliografia
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