Renato CalligaroRenato Calligaro (Buja, 28 gennaio 1928 – Buja, 13 settembre 2023[1]) è stato un vignettista, fumettista e pittore italiano.[2][3][4][5][6] BiografiaTrasferitosi con la famiglia nel 1929 a Buenos Aires, Renato Calligaro compì diversi viaggi in Italia; nel 1937 si stabilì in Friuli per studiare. Qui, durante la guerra, iniziò l'attività di pittore e partecipò alla resistenza[senza fonte]. Tornò nel 1946 a Buenos Aires, dove finì il liceo e si iscrisse alla facoltà di architettura. Ma poi si spostò in Brasile, a San Paolo, dove esercitò l'attività di grafico e illustratore pubblicitario, come secondo mestiere per potersi dedicare alla pittura in piena libertà creativa. Dopo lunghi soggiorni a Roma e a Buenos Aires, tornò in Brasile, ormai sua seconda patria, ma il colpo di stato dei militari nel 1964 lo obbligò a lasciare il paese, e da allora visse e lavorò a Buja (UD), il paese natale, fino al decesso, avvenuto nel 2023. Pensiero sull'artePer Calligaro tutta l'arte è fondamentalmente "narrazione". Si tratta di una profonda convinzione maturata negli anni in un approccio all'arte più antropologico che filosofico, dovuto certamente all'influenza della cultura latinoamericana. La consapevolezza della relatività e dei limiti del razionalismo eurocentrico, acquisita in quella lunga esperienza esistenziale del mitico "reale meraviglioso", nonché l'uso spregiudicato ma rigoroso di più media a confronto, ha permesso a Calligaro di inventare nuove strutture narrative, i "quadri sequenza" nella pittura, i "poemi per immagini" nel fumetto, dove, in un nuovo rapporto di valori espressivi e formali, se il testo "produce" figure (nel modo tradizionale), reciprocamente le figure "producono" testo, storie, in un nuovo linguaggio[7]. Si tratta di un ritorno al mythos ("in principio era la narrazione") per potere ripercorrere, nella formazione dell'opera, la genesi dell'operazione arte, durante l'evoluzione per selezione naturale; e proporre quindi un fondamento antropologico dell'operare artistico per un superamento dell'attuale relativismo radicale che ha come corollario la morte stessa dell'arte. La dialettica paritaria fra i linguaggi determina sviluppi di narratività imprevedibili nella libertà delle differenti invenzioni stilistiche, sia pittoriche che letterarie: la polivalenza delle tecniche e degli stili diventa la vera "storia" da raccontare, come "avventura" del linguaggio. Nell'ambito della teoria, Calligaro, affermando una chiara separazione tra i concetti di esteticità e di artisticità, perviene a una ipotesi bio-antropologica dell'operazione arte come "tempo fermo"[8]. Perviene anche a una sistemazione dell'arte contemporanea in quattro procedimenti - tradizionalista, modernista, avanguardista e postmodernista - dove viene evidenziata la profonda differenza tra modernismo e avanguardismo.[9][10] Fondò e diresse una rivista dal titolo appunto Tempofermo, uscita nel 2003 per i tipi di Campanotto Editore. Pubblicò il libro Le pagine del tempo, Mimesis Edizioni nel 2013. OpereDisegni e fumettiTra le opere, oltre ai "quadri sequenza" della misura solitamente di 242 x 60, vanno ricordati i "poemi per immagini" nel fumetto: Montagne (1978), La favola di Orfeo (1978), Casanova/Henriette (1978/79), Oltreporto (1980), Deserto (1980), Lirica 4 (1980), Zeppelin (1984), Poema Barocco (1988), oltre al video in DVD Le streghe di Germania (ED. Kappavu, 1992). Dal 1967 ha disegnato vignette e fumetti di satira politica per le riviste ed i quotidiani italiani Confronto, ABC, Linus e alterlinus, Arcibraccio, Vie nuove, Manifesto, Lotta Continua, Reporter, Panorama, L'Espresso, Satiricon (La Repubblica), Tango, Cuore (L'Unità), e per il giornale francese Le Monde[11]. ScrittiArticoli
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