Referendum in Estonia del 1923Il referendum in Estonia del 1923 si svolse tra il 17 e il 19 febbraio 1923 sul ripristino dell'istruzione religiosa volontaria nelle scuole statali. Fu approvato col 71,9% dei voti, con un'affluenza del 66,2%. Contesto storicoLa Repubblica d'Estonia dichiarò la sua sovranità statale nel 1918, approvando nel dicembre 1920 una Costituzione democratica che poneva al centro del sistema politico il governo parlamentare. Inoltre, il popolo aveva l'opportunità di partecipare alla legislazione mediante referendum. La Costituzione estone garantiva inoltre ampia libertà di religione; allo stesso tempo, prevedeva una rigida separazione tra Stato e Chiesa, in contrasto con la Finlandia, che divenne indipendente nel 1917 e optò per un modello di chiesa di stato. La maggior parte dei partiti politici in Estonia rifiutò categoricamente l'educazione religiosa nelle scuole pubbliche. La legge sulla scuola primaria (algkooli seadus) adottata il 2 maggio 1920, nella sua sezione 2, vietava espressamente alle autorità scolastiche di intraprendere la materia di studi religiosi. Il 5 gennaio 1921 il Partito Democratico Cristiano (KDP) si unì alle assemblee agrarie di Konstantin Päts, guidate dal governo, e ricevette il portafoglio del ministero dell'Istruzione. L'anno successivo il KDP provocò una spaccatura nel governo, introducendo un disegno di legge per fornire educazione religiosa nelle scuole pubbliche, finanziata dallo stato. Sebbene la proposta fosse stata respinta dal Riigikogu, il partito impose l'indizione di un referendum sulla questione all'inizio del 1923.[1] ConseguenzePoiché il referendum aveva approvato la politica del governo, questo fu considerato un voto di sfiducia nei confronti del parlamento. Il Riigikogu è stato successivamente sciolto e sono state indette nuove elezioni.[1] Risultati
Note
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