Raphanus raphanistrum sativus
Il ravanello comune (R. raphanistrum subsp. sativus (L.) Domin) è una diffusa pianta edule, appartenente alla famiglia delle Brassicaceae.[1] TassonomiaLa famiglia Brassicaceae è una delle più numerose delle Angiosperme, diffusa principalmente nella fascia temperata e fredda del nostro globo. Il Sistema Cronquist la assegnava all'ordine Capparales, mentre la moderna classificazione APG la colloca nell'ordine delle Brassicales. Il genere Raphanus è monospecifico, contenendo solo la specie Raphanus raphanistrum, di cui sono riconosciute diverse forme sub-specifiche come Raphanus raphanistrum subsp. landra e Raphanus raphanistrum subsp. sativus.[1] La collocazione di quest'ultima sottospecie nell'ambito del genere non ha però sempre messo d'accordo tutti i botanici:[2] alcuni riconoscono nel genere due specie, Raphanus raphanistrum e Raphanus sativus, mentre altri ne riconoscono una decina, suddivise in due sezioni:
All'interno della sottospecie Raphanus raphanistrum subsp. sativus sono state definite due varietà (relativamente all'areale europeo) in base al tipo di radice: “tonda” (var. radicula) o “lunga” (var. niger). Questa divisione però è tutt'altro che rigida in quanto individui a radice tonda potrebbero avere nelle generazioni successive discendenti a radice lievemente allungata e viceversa. Tuttavia non si è mai riscontrata una completa mescolanza tra le due varianti; cioè individui con radici rotonde non hanno mai generato discendenti con radici completamente allungate e viceversa. In realtà ad una analisi più approfondita si riscontra che le varietà “bianche” (il colore si riferisce alla parte esterna della radice) si presentano con una gamma più ampia nella forma della radice (lunga, semilunga, globoso-allungata o rotonda), mentre le varietà “nere o grigie” si presentano tipicamente solamente con due forme: lunghe o rotonde e non con forme intermedie. Esistono anche delle varietà minori: quella “gialla” a radici ovali o rotonde; quella “rosee, rosse e violette” con radici a varie forme come le “bianche”. Gli orticultori a volte introducono una diversa divisione della sottospecie, più pratica per le loro esigenze:
Per “forzatura" si intende una varietà capace di essere pronta all'uso dopo appena 20 giorni dalla semina. Raphanus raphanistrum subsp. sativus è una pianta di origine ignota (forse da qualche ibridazione antica). Da ricerche fatte sembra che all'origine di queste piante ci siano due tipi primordiali diversi: (1) dal primo discenderebbero le Radici del Giappone con probabile origine nel Giappone o nella Cina; (2) dal secondo discenderebbero le Radici europee con probabile origine nell'Asia centrale (forse il Caucaso)[3]. SinonimiQueste sottospecie hanno avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco che segue indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:
Specie similiUn semplice metodo per distinguere questa sottospecie di Raphanus raphanistrum dalle altre è quello di osservare i frutti. Nella siliqua di Raphanus raphanistrum subsp. sativus i semi sono molto ravvicinati mentre nelle altre sottospecie i semi sono più distanziati e la siliqua si restringe notevolmente per poi riallargarsi tra un seme e il successivo assumendo una forma più caratteristica (siliqua a strozzature). EtimologiaIl nome generico (Raphanus) deriva dalla voce greca raphanos (e successivamente dal latino raphanus) che a sua volta è collegata alla radice greca raphys ("rapa") e al persiano antico rafe, il cui significato approssimativo è "rapida apparizione", alludendo alla rapida germinazione dei semi di queste piante[4]; ma la parola raphanos potrebbe anche avere un collegamento a un'altra radice greca: raphis, il cui significato è "rafide" o "ago", alludendo in questo caso alla forma sottile e allungata di alcune radici di queste piante[2]. L'epiteto sottospecifico (sativus) significa letteralmente “ciò che è seminato”; indica quindi una pianta seminata e coltivata dall'uomo[5]. In lingua tedesca questa pianta si chiama Garten-Rettich; in francese si chiama radis cultivé; in inglese si chiama garden radish. Morfologia del “tipo” baseQueste piante possono raggiungere l'altezza massima di un metro (minima 20 cm; altezza media 30 cm). Il ciclo biologico è biennale (la fioritura avviene nel secondo anno) e la pianta è monocarpica ossia produce un solo frutto all'anno. In certi casi può essere definita anche a ciclo annuale oppure perenne[6]. La forma biologica è terofita scaposa (T scap), sono piante erbacee che differiscono dalle altre forme biologiche poiché, essendo annuali, superano la stagione avversa sotto forma di seme. Sono inoltre munite di asse fiorale eretto con poche foglie. Ma possono essere definite anche emicriptofite scapose (H scap), ossia piante con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve. Tutta la pianta è fondamentalmente glabra. RadiciLa radice è del tipo a fittone ingrossato con varie forme. Questa radice ha la caratteristica di accumulare inizialmente al suo interno diverse quantità di sostanze nutritive per poi essere utilizzate durante lo sviluppo successivo del fiore e del frutto. È questo il motivo per cui la radice si gonfia così notevolmente. Il colore normalmente è rosso vivo (ma vi sono molte varietà a colori diversi). Nelle piante selvatiche la radice tende a regredire in una forma sottile. Mentre invece nelle varietà coltivate la forma è molto varia (rotonda, globosa, semi-lunga, lunga). Dimensioni delle radici: larghezza 0,5 – 45 cm; lunghezza: 1 – 100 cm (in Cina e in Giappone la varietà longipinnatus LH Bailey possiede una radice da 50 kg di peso e 1 m di lunghezza, con rosette basali enormi di circa 2 m di diametro)[7]. Fusto
Foglie
Le foglie inferiori (quelle basali) sono picciolate, lirate e divise in segmenti (normalmente 7 o più lobi). Il segmento terminale (apicale) è più grande ed ha una forma tonda; quelli laterali sono più piccoli ed hanno una forma ovale o oblunga e possono essere intercalati da altri segmenti più piccoli. Tutti i segmenti sono variamente dentati. Le foglie superiori (progressivamente ridotte) sono intere a forma lanceolata o ovale e con bordi dentati. Lunghezza del picciolo: 1 – 30 cm. Lunghezza delle foglie basali 4 – 8 cm. Dimensioni del lobo apicale: larghezza 2 – 3 cm; lunghezza 2 – 4 cm. Dimensione degli altri lobi laterali: larghezza 3 – 6 mm; lunghezza 8 – 12 mm. InfiorescenzaL'infiorescenza è formata da un racemo terminale e aperto composto da diversi fiori (nessuno dei quali in posizione apicale) con un brevi pedicelli. La fioritura avviene nel secondo anno di vita della pianta. Fiore
I fiori sono ermafroditi, attinomorfi (in realtà sono fiori dissimmetrici – a due piani di simmetria) e tetrameri (calice e corolla composti da 4 parti). I fiori non sono molto grandi e sono colorati di violetto, rosa-lillacino o bianco-rosato, ma a volte anche giallognolo. Diametro del fiore 15 – 25 mm.
Frutti
Il frutto è una siliqua rigonfiata nella zona centrale e ristretta all'apice. Da un punto di vista anatomico è formata da due segmenti: una parte inferiore senza semi e una parte superiore semi-infera terminante con un becco. Le dimensioni di questo frutto sono tali per cui è quattro volte più lungo che largo. Non è deiscente lungo le due valve come le altre silique (delle specie di altri generi della stessa famiglia). Il frutto contiene diversi semi disposti nella direzione longitudinale e sono separati uno dall'altro da setti spugnosi trasversali. Tra un seme e l'altro la siliqua è appena strozzata (non così vistosamente come nelle altre sottospecie dello stesso genere). Alcune serie di semi sono aderenti alla placenta che è molto fine. La superficie del frutto è percorsa da 6 – 8 solchi longitudinali. Dimensione dei frutti: larghezza 8 – 15 mm; lunghezza 30 – 70 mm. Lunghezza del becco: 10 – 15 mm. Distribuzione e habitat
FitosociologiaDal punto di vista fitosociologico la sottospecie R. raphanistrum subsp. sativus appartiene alla seguente comunità vegetale[9]:
Descrizione delle sottospecieSono evidenziate soprattutto le differenze rispetto al "tipo". Varietà 'radicula'
Varietà 'niger'
Varietà 'raphanistroides'
Varietà 'longipinnatus'
UsiFarmacia
CucinaI semi se spremuti secernono un olio piuttosto pungente usato soprattutto nella cucina orientale[2]. Altrimenti le radici trovano impiego come antipasto o condimento a particolari piatti anche per assolvere ad una funzione di decorazione. Anche le giovani foglie possono essere mangiate crude in insalata con altre verdure. ColtivazioneI ravanelli vanno seminati in terreni leggeri ben concimati. Per avere raccolte scalari, le semine vanno ripetute a intervalli di 15-20 giorni. Durante la crescita il suolo va tenuto costantemente moderatamente umido, somministrando concimi azotati a pronto effetto in uno o due interventi. Per i ramolacci si dovrà tenere conto della varietà (estiva o invernale) e quindi si dovranno seminare circa due mesi prima della data di preventivata raccolta. Notizie culturaliQueste piante sono conosciute già da diversi millenni come attestano dei ritrovamenti fatti nelle varie civiltà antiche della Grecia, della Cina e dell'Egitto[2]. Da Plinio il Vecchio (Como, 23 – Stabia, dopo l'8 settembre 79), scrittore latino, sappiamo che gli antichi coltivavano delle piante chiamate Raphanus che probabilmente sono ascrivibili al moderno genere Raphanus. Il medico greco antico Androcide ne consigliava l'uso ad Alessandro Magno per evitare le conseguenze dannose dell'uso eccessivo del vino. Galleria d'immagini
Note
Bibliografia
Altri progetti
Collegamenti esterni
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