Ramoscello
Ramoscello è una frazione del comune di Sorbolo Mezzani, in provincia di Parma. La località dista 5,21 km dal capoluogo.[1] Geografia fisicaRamoscello sorge in posizione pianeggiante, a ovest del canale omonimo.[2] StoriaIl territorio di Ramoscello risultava abitato già nell'età del ferro, come dimostrato dal ritrovamento di alcune tracce di un antico insediamento.[3] La zona era popolata anche in epoca romana, come testimoniato dal rinvenimento nel 1686 di un ampio frammento di un sarcofago nella possessione del Castello, appartenente alle monache benedettine di Sant'Alessandro, e nel corso del XX secolo di vari frammenti ceramici, mattoni, monete e oggetti in vetro e in bronzo in cinque diversi siti.[2][4][5] In seguito il territorio passò sotto il controllo dei Longobardi, come dimostrato da alcuni oggetti, tra cui una lama del VII secolo e le fibbie di una calzatura militare del VI secolo, riportati alla luce nel podere Zanichelli.[6] Il borgo di Ramoscello fu fondato in epoca altomedievale; nei pressi del canale della Formica fu eretto l'ospedale della Formicola, destinato ai poveri e ai lebbrosi e citato per la prima volta nel 948.[2] In seguito fu costruita a protezione del territorio una fortificazione, menzionata per la prima volta nel 1029 in un rogito con cui Aldeburga, vedova di Frugerio, e i figli Guido e Gaiardo alienarono al marchese Walderada due corti, una delle quali situata in località Ramuxello, con la relativa cappella dedicata a san Matteo.[2][7][8] A servizio della popolazione fu inoltre eretta in epoca imprecisata una pieve intitolata a san Lorenzo, nominata forse già nel 1005 ed esistente sicuramente nel 1144, quando, unitamente al castello, fu citata in una bolla del papa Lucio II tra i possedimenti dell'abbazia di San Giovanni Evangelista di Parma.[9] In epoca imprecisata il maniero passò agli Atanasi, che ne risultavano castellani nel 1501, ma successivamente fu abbandonato e scomparve senza lasciare tracce.[10] Nel 1806, in seguito alla creazione dei primi mairies nel ducato di Parma e Piacenza, Ramoscello divenne frazione di Sorbolo.[11] Il 1º gennaio 2019 il comune di Sorbolo si fuse con quello di Mezzani, costituendo il nuovo comune di Sorbolo Mezzani.[12] Monumenti e luoghi d'interesseChiesa di San LorenzoMenzionata forse già nel 1005, la pieve fu nominata con certezza nel 1144 tra i possedimenti dell'abbazia di San Giovanni Evangelista; profondamente degradata agli inizi del XVIII secolo, tra il 1742 e il 1745 fu completamente ristrutturata in stile barocco; lesionata da un terremoto nel 1831, fu successivamente restaurata a più riprese nella seconda metà del XIX secolo e nella prima metà del XX; colpita dai bombardamenti alleati nel 1945, fu profondamente danneggiata da un sisma nel 1971 e restaurata nel 1977; lesionata nuovamente da un terremoto nel 2008, fu per anni chiusa al culto e risistemata tra il 2023 e il 2024. L'edificio, sviluppato su una pianta a navata unica affiancata da due cappelle sulla sinistra e una sulla destra, presenta una facciata a capanna scandita da un doppio ordine di lesene doriche, a sostegno del frontone semicircolare centrale di coronamento; all'interno l'aula, coperta da una volta a botte lunettata, accoglie nel presbiterio absidato una pala d'altare del 1752.[13][14][9] Ospedale della FormicolaMenzionato per la prima volta nel 948, l'ospedale per poveri e lebbrosi, situato nei pressi del canale della Formica, cadde in rovina nel XV secolo; poco alla volta circondato da una fitta boscaglia, fu occupato da bande di delinquenti, finché nel 1447 Melchiorre da Bergamo, in cambio del diritto di patronato per sé e per i propri discendenti sull'area, ripulì la zona e costruì sui ruderi un oratorio dedicato a san Leonardo e una casa per un rettore; nel 1481, in conseguenza della soppressione dell'ospedale, fu costituito un beneficio intitolato a san Michele arcangelo nell'altare maggiore del duomo di Parma.[15][16][17] CastelloCostruito in epoca imprecisata, nel 1029 il castello, con l'annessa cappella di San Matteo, fu alienato al marchese Walderada da Aldeburga, vedova di Frugerio, e dai figli Guido e Gaiardo; nominato nel 1144 e nel 1145 tra i possedimenti dell'abbazia di San Giovanni Evangelista, fu nuovamente menzionato nel 1501, quando ne fu arrestato il castellano Agostino Atanasi, colpevole di aver stampato monete false; successivamente abbandonato, scomparve senza lasciare tracce. La fortificazione sorgeva probabilmente nel terreno noto come possessione del Castello, appartenente nel XVII secolo alle monache benedettine di Sant'Alessandro.[8] Note
Bibliografia
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