Provincia di Enna
La provincia di Enna (pruvincia di Enna in siciliano), successivamente provincia regionale di Enna, è stata una provincia italiana della Sicilia. Si estendeva su una superficie di 2.574,7 km² e comprendeva 20 comuni. Sita al centro, era l'unica provincia siciliana senza sbocchi sul mare: confinava a nord con la provincia di Messina, ad ovest con la provincia di Palermo e la provincia di Caltanissetta, ad est con la provincia di Catania e a sud ancora con Caltanissetta e Catania. Nel 2015 la provincia regionale di Enna è stata soppressa e sostituita dal libero consorzio comunale di Enna[1]. StoriaLa provincia venne istituita il 6 dicembre 1926, ma di fatto fu attiva dal 2 gennaio 1927 come Provincia di Enna, con sigla automobilistica EN[2], inglobando territorio dei soppressi circondari di Nicosia (sino ad allora in provincia di Catania) e di Piazza Armerina, smembrato dalla provincia di Caltanissetta[3]. Il nome del capoluogo era Castrogiovanni, che mutò denominazione in Enna a dicembre dello stesso anno, fu preferita, nonostante l'infelice collocazione geografica, alla più importante Piazza Armerina, storica sede episcopale dell'area e meglio collegata dalle varie vie di comunicazione, ma meno gradita al regime per il locale vescovo Mario Sturzo, fratello di Luigi, (fondatore del Partito Popolare) di chiare posizioni antifasciste. Il primo prefetto della provincia ennese fu Giuseppe Rogges, nominato direttamente dal duce. A ricordo dell'evento una delle piazze centrali di Enna si chiama piazza VI Dicembre. Con lo Statuto speciale siciliano nel 1946 furono soppresse le province siciliane. Furono ricostituite nel 1963, recependo la normativa nazionale e furono trasformate in "province regionali" nel 1986[4]. Il 28 marzo 2014 è stata prevista la soppressione delle nove province regionali sostituite da nove liberi consorzi comunali e tre aree metropolitane in seguito all'entrata in vigore della legge approvata dall'Assemblea Regionale Siciliana il 12 marzo 2014[5]. In ottemperanza alla legge regionale del 24 marzo 2014, n. 8, recante il titolo “Istituzione dei liberi Consorzi comunali e delle Città metropolitane”[6] e disciplinata poi con la successiva legge regionale n. 15 del 4 agosto 2015, "Disposizioni in materia di liberi Consorzi comunali e Città metropolitane"[7], la provincia regionale di Enna è stata soppressa e sostituita dal libero consorzio comunale di Enna[1]. SimboliLo stemma, concesso con regio decreto del 24 agosto 1928[8], aveva la seguente blasonatura: «d'azzurro alla dea Cerere (inventrice del grano secondo la mitologia) maestosa e affabile, con la tunica di argento e la sovrattunica di rosso, il viso e le mani di carnagione, capelluto di oro; coronata di spighe d'oro; essa regge: con la mano destra la lampada utilizzata per la disperata ricerca della figlia Proserpina (rapita dal dio degli inferi Plutone), con la mano sinistra il grano assieme ad altri frutti della terra; sostenuta da esiguo basamento di argento.» L'antica Henna era il centro siculo del culto di Demetra, la Cerere dei Romani. Qui è raffigurata con un cesto colmo di frutti e spighe di grano nella sinistra e con altre spighe tra i capelli.[9] Il gonfalone consiste in un drappo di bianco bordato di azzurro. ComuniAl momento della sua soppressione appartenevano alla provincia di Enna i seguenti 20 comuni: AmministrazionePresidenti della provinciaNote
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