Catenanuova
Catenanuova (Catinanova in siciliano) è un comune italiano di 4 489 abitanti[1] del libero consorzio comunale di Enna in Sicilia. Geografia fisicaTerritorio«In cammino; 30 aprile 1787, Molimenti (Catenanuova) recente borgatella, egregiamente situata nel centro di belle campagne, sulla riva del torrente San Paolo. Non lontano, campi d'un frumento incomparabile, che si falcia già il 20 maggio...» Catenanuova sorge in un punto strategico fra sconfinati campi di frumento della valle del Dittaino, a 38 km da Enna in direzione est e a 35 km da Catania in direzione ovest, lungo la linea ferroviaria e l'autostrada A19 fra Palermo e Catania. ClimaLe temperature e le precipitazioni di Catenanuova sono registrate da una stazione meteorologica remota gestita dal Dipartimento dell'Acqua e dei Rifiuti della Regione Siciliana.[4] È stato descritto come il "luogo più caldo d'Europa", grazie ai 48,5 °C registrati dalla stazione meteo locale durante l'intensa e prolungata ondata di caldo dell'agosto 1999[5][6][7] Tale temperatura ha rappresentato per oltre vent'anni il record di caldo assoluto europeo, prima di essere superata dai +48,8 °C registrati l'11 agosto 2021 a Floridia, nel siracusano. StoriaCatenanuova venne fondata intorno al 1727-1733 dal Principe Andrea Giuseppe Riggio-Statella nel suo feudo di Melinventre secondo il volere della madre. Quest'ultima, rimasta vedova, nel proprio testamento redatto il 21 luglio 1713 richiedeva al figlio ed erede universale di fondare una nuova città "…in qual futuro tempo nel suo fegho di Melinventre si frabicasse la Terra e vi fosse fondato l'Arcipretato…" nella piccola chiesa della Sacra Famiglia, già esistente poiché edificata dopo il terremoto dell'11 gennaio 1693. Andrea Riggio prese l'investitura del feudo di Melinventre l'8 marzo 1722 all'età di 20 anni. Essendo poco più che adolescente, attese circa un decennio prima di eseguire le volontà della madre, tanto che, nel 1726 inoltrò richiesta per la fondazione del nuovo centro urbano al re di Sicilia Carlo VI, affinché gli venisse concessa l'autorizzazione. Carlo VI, in data 11 settembre 1726, accordò la richiesta avanzata dal principe Andrea Riggio, anche se il permesso definitivo fu concesso nel 1731. Tra il 1731 e il 1736 Catenanuova divenne un piccolo nucleo urbano ed ebbe la sua piena autonomia, il Principe dunque, fece erigere il suo palazzo che servì anche da municipio (abbattuto nel 1976 per edificare quello attuale) di fronte alla predetta chiesa, e alcune abitazioni attorno ad esso, così iniziò il processo di popolamento. Fece realizzare ampie e rette vie e nel giro di poco tempo Catenanuova assunse il ruolo di cittadina vera e propria. Il nome derivò da Aci Catena, in provincia di Catania, da cui deriva anche il casato della famiglia del fondatore, i principi della Catena, ossia principi di Aci Catena, derivante a sua volta dal culto alla Madonna della Catena. La forma siciliana tuttora in usa per indicare Aci Catena è in effetti "a Catina"; infatti inizialmente Catenanuova fu detta Terra della Nuova Catena e poi Catena la Nuova. Lo stemma venne creato unendo quattro blasoni, rispettivamente quelli della famiglia paterna e materna del fondatore, vale a dire Riggio-Saladino e Statella-Paternò. Tale simbolo venne utilizzato come sigillo comunale dal 1736 al 1812, e inoltre venne scolpito in bassorilievo nel fonte battesimale di marmo (del 1738) e dipinto sulla base del simulacro della compatrona, Maria Santissima delle Grazie (del 1750), entrambi nella parrocchia San Giuseppe. Altri palazzi vennero edificati nel corso del XIX secolo. Catenanuova nella seconda guerrà mondiale divenne un bunker tedesco in cui si verificò il primo caso di codardia tedesca. Il luogo abbandonato militarmente non venne bombardato come tutte le citte e paesi vicino. Per tale motivo il palazzo del principe della Catena divenne un quartier generale degli Anglo-Americani. Finita la guerra in Sicilia, il paese - profondamente arretrato e agricolo - venne modernizzato tra il 1949 e il 1953. Durante il mandato del sindaco Prospero Lo Iacona furono realizzati gli impianti fognari e l'allaccio alla rete elettrica, che sostennero lo sviluppo e l'incremento demografico del paese. Appartenne alla Provincia di Catania dalla sua nascita fino al 1926, quando Enna fu eretta capoluogo di provincia. SimboliIl 7 aprile 2003 è stato concesso il nuovo stemma e il gonfalone comunale (vedi Armoriale dei Santi). «Interzato in calza ritondata: il primo, di azzurro, alla torre d'oro, murata di nero, chiusa e finestrata dello stesso, merlata di tre, ogni merlo a sua volta merlato di tre piccoli merli alla guelfa, addestrata dalla punta di alabarda, posta in banda, d'argento, essa torre accompagnata all'ingiù da quattro stelle di sei raggi d'oro, tre e una, alternate dalla fascia diminuita, dello stesso; il secondo, d'oro, al libro d'argento, aperto, con i tagli di rosso, accompagnato in capo dall'arcobaleno di cinque pezzi, di azzurro, d'oro, di rosso, d'argento, di verde; il terzo, campo di cielo, alla effigie di San Prospero Martire, quale rappresentato come patrono di Catenanuova, in maestà, aureolato d'oro, il viso, le mani, le gambe di carnagione, capelluto di nero, vestito con la tunica d'oro, munita del colletto d'argento, con la sovrattunica aperta, di azzurro, con il grande manto di rosso, con gli stivali di cuoio al naturale, il Santo tenente con la mano destra la palma del martirio, di verde, con la mano sinistra il vessillo di porpora con l'asta di nero, essa effigie sostenuta da esiguo basamento d'oro, questo fondato in punta. Sotto lo scudo, su lista bifida e svolazzante d'oro, il motto, in lettere maiuscole di nero, LEX DOCTRINA ET LABOR MUNUS MEUM. Ornamenti esteriori da Comune.» Il gonfalone è un drappo di porpora. Monumenti e luoghi d'interesseSi erge sulla piazza Aldo Moro, di fronte al Municipio, ed è dedicata a San Giuseppe. Venne edificata ad opera del principe Antonino Giuseppe Riggio Saladino dopo il terremoto del 1693 per le necessità del suo feudo. In seguito alla fondazione di Catenanuova completata nel 1736, la chiesa diventò parrocchia nel 1738. Inizialmente la chiesa era ad un'unica navata, intorno al 1757 venne ingrandita con l'edificazione di una navata secondaria con l'altare del Santissimo Sacramento, e nel 1767 il campanile. Intorno alla metà dell'Ottocento vennero costruite altre tre arcate così da raddoppiare l'estensione dell'edificio che ancora oggi mantiene questa struttura. Conserva opere d'arte sacra, tra cui spicca: il dipinto della Sacra Famiglia, capolavoro dell'epoca tardo barocca; il simulacro del patrono san Prospero.
La chiesa dedicata alla Beata Vergine Maria Immacolata è la seconda per importanza e grandezza tra le chiese di Catenanuova. Sorge sul corso Vittorio Emanuele III e fu edificata nel 1908 a seguito del legato testamentario di un borghese dell'epoca, Carmelo Bonanno, proprio 50 anni dopo l'apparizione della Madonna a Lourdes, avvenuta l'11 febbraio 1858. Carmelo Bonanno avrebbe avuto un'unica figlia di nome Santa, che fuggita per sposare un giovane di ceto inferiore, fu osteggiata dalla famiglia e si ammalò, morendo nel 1884. Dopo essere stato colpito da una malattia, il padre, per riparare alla severità che aveva derivato la morte della figlia, decise di lasciare tutti i suoi beni, dopo la morte della moglie, Carmela Guardali, alla parrocchia San Giuseppe per l'edificazione di una nuova chiesa, destinata ad ospitare la statua dell'Immacolata Concezione che si trovava in una nicchia esposta alle intemperie situata in contrada Vigne. L'esecutore testamentario, non volle eseguire tuttavia le disposizioni del testamento. Nel 1894 il nuovo parroco della parrocchia San Giuseppe, Gioacchino Tornatore (1894-1934), rivendicò per vie giudiziarie la donazione del Bonanno, e gli eredi dell'esecutore, che nel frattempo era deceduto, furono costretti a cedere la somma richiesta per la costruzione della chiesa. Venne aperta al culto giorno 1º aprile del 1908 da monsignor Ferdinando Fiandaca, vescovo di Nicosia, divenendo così succursale della chiesa di San Giuseppe. In una lapide posta all'interno della chiesa, a ricordo si legge: Questo tempio, dedicato a Maria SS. Immacolata, per volontà testamentaria del cittadino Carmelo Bonanno sorse per operosità e abnegazione del parroco don Gioacchino Tornatore che dopo quasi trent'anni ne rivendicò i diritti. MCMVIII. Verso la fine degli anni '50 del novecento è stato eretto il campanile. Nel 1994 è stata oggetto di interventi di restauro volti al miglioramento del tetto e degli interni. Oltre all'antica effigie lignea dell'Immacolata Concezione del 1870, vi si conservano pure le statue in cartapesta di san Gaetano del 1908 e san Francesco di Paola del 1930, i simulacri lignei di sant'Antonio di Padova del 2000 e di santa Lucia da Siracusa del 2004, e sei vetrate artistiche di scuola fiorentina anch'esse del 2004. Nel 2008 in occasione del suo primo centenario, è stata restaurata la facciata, e sono stati dipinti in oro gli stucchi interni. Altre chiese
Architetture civili
Il fondaco Cuba è una locanda degli inizi del XVIII secolo, edificio dichiarato di interesse storico-artistico dalla soprintendenza ai beni culturali ed ambientali di Enna. Per la sua storia, si tratta del più antico edificio di Catenanuova. Aree naturali
Il Parco San Prospero di Catenanuova è così denominato perché, fino al 1985, con il ricavato del raccolto effettuato in esso gli amministratori comunali finanziavano la festa del patrono san Prospero martire. Il 12 settembre 1985, il Comune stipulò una convenzione con l'Ispettorato Ripartimentale delle Foreste di Enna, per far nascere un'area verde attrezzata, unica nel comprensorio. Esso si estende per 4 ettari di terreno con oltre duemila alberi, e si trova in contrada Censi, nella parte alta di Catenanuova; è molto ricco di abeti, cipressi, pini, e altre specie di alberi, i quali suddividono l'intera area in quattro parti uguali, contornati da vialetti, di cui una adibita a giochi per bambini, e le altre tre a salotti completi di mense per scampagnate, e soprattutto di barbecue in pietra. Altri luoghi d'interesse
SocietàEvoluzione demograficaAbitanti censiti[9] Tradizioni e folcloreLa più importante festa di Catenanuova è quella in onore dei Santi Patroni San Prospero martire e Maria Santissima delle Grazie, che si svolge ogni anno dalla penultima all'ultima domenica di settembre. La festa fu istituita nel 1752 dal fondatore di Catenanuova, Andrea Giuseppe Riggio-Statella principe della Catena, che portò nella cittadina le reliquie del martire Prospero, estratte dalle catacombe di San Callisto di Roma. La penultima domenica di settembre si festeggia la compatrona, Maria Santissima delle Grazie. Dal giovedì al sabato seguente, il triduo di preghiera in onore del Patrono, e l'ultima domenica di settembre la solennità di San Prospero martire. EconomiaLe attività principali sono l'agricoltura (grano, agrumeti, ortaggi) e l'artigianato (lavorazione del legno e del ferro). Proprio per gli innumerevoli campi di frumento che la circondano, ha l'appellativo di "città del grano"[10]. AmministrazioneDi seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.
GemellaggiNote
Bibliografia
Voci correlateAltri progetti
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