Apparteneva a un'antica famiglia originaria della cittadina umbra di Amelia[1] e trasferitasi a Roma fin dal XV secolo. Nel 1670 ottenne dal granduca di ToscanaFerdinando II, a cui aveva dedicato un'ode[2], il titolo di cavaliere dell'Ordine di S. Stefano; firmò quindi la maggior parte delle sue opere associando al nome titolo di cavaliere. Nel 1671 sposò una bambina di 13 anni, Novaria Listi, la quale morì il 7 dicembre 1674, a 16 anni, dopo avergli dato due figli: Valeriano, che diverrà sacerdote, e Giulio.
Fu un letterato: scrisse due opere teatrali in prosa (la tragedia Adargonte e la tragicommedia L'Innocenza trionfante, pubblicate entrambe nel 1676, e tre opere di erudizione dal 1670 al 1696; dopo di che non scrisse più nulla per motivi non chiari; in una lettera del 1700 al Muratori scrisse della morte di sua madre e di una lite giudiziaria "con un mio indegno fratello" che dopo sette-otto anni di lite gli era già costata "molte centinaia di scudi"[3]. Fu membro di numerose accademie, fra cui quelle degli Umoristi e dell'Arcadia[4].
Opere
Erudite
Centuria d'enimmi di Prospero Mandosi patritio romano caualier di S. Stefano. All'illustrissima signora Gratia Franchi Bimarsi, In Perugia, 1670.
Opera di enigmistica consiste in alcuni ingegnosi indovinelli, relativi a oggetti parlanti, inseriti in un'opera, in forma di conversazione notturna, con la dedicataria Grazia Franchi di Perugia.
Bibliotheca romana, seu Romanorum scriptorum centuriae, Romae: typis ac sumptibus de Lazzaris, 1682-1692 (Google libri)
L'opera più importante del Mandrosio: prevista in tre volumi, di cui ne furono pubblicati solo due, è un'opera in lingua latina consistente in un migliaio di biografie, con relative bibliografie, di personalità legate alla città di Roma; Le biografie sono prive di un ordine apparente, ma con due indici finali. Modello della Bibliotheca romana sono la Drammaturgia di Leone Allacci (1666) e la Pinacotheca imaginum illustriumGiano Nicio Eritreo (1642).
Theatron: In quo maximorum christiani orbis pontificum archiatros Prosper Mandosius nobilis romanus Ordinis Sancti Stephani Eques spectandos exhibet, Romae: typis Francisci de Lazaris, 1696 (Google libri)
L'Adargonte tragedia del signor Prospero Mandosi nobile romano caualiere dell'Ordine di Santo Stefano dedicata all'Ill.mo Benedetto Pamphilio, In Roma: per Michel'Ercole, 1676
L'innocenza trionfante scenico trattamento del signor caualier Prospero Mandosi nobile romano, Accademico Infecondo & Vmorista. All'Ill.mo Marcello Rondinini Auditore della Sacra Rota Romana, In Roma: per il success. del Mascardi, 1676
^Gli ossequi della penna all'immortalità del merito dell'altezza serenissima di Ferdinando secondo gran duca di Toscana. Ode di Prospero Mandosi patritio romano, In Roma: nella stampa di Paolo Moneta, 1670
^Modena, Bibl. Estense e universitaria, Arch. Muratoriano, 70.11, 6 marzo 1700
^Filippo Maria Renazzi, Storia dell'Università degli studi di Roma, Vol. IV, Roma, 1806, pp. 190-193; ristampa anastatica Roma : Editrice Sapienza, 2011, ISBN 978-88-958143-9-1