Pietro Bianchi (aviatore)
Pietro Bianchi (Stradella, 15 luglio 1915 – Capo Pula, 2 agosto 1943) è stato un militare e aviatore italiano, decorato di Medaglia d'oro al valor militare alla memoria durante il corso della seconda guerra mondiale. Insignito anche di due Medaglie d'argento, una di bronzo e due Croci di guerra al valor militare. BiografiaNacque a Stradella, provincia di Pavia, il 15 luglio 1915, figlio di Eugenio.[1] Dopo aver conseguito il diploma di ragioniere, nel 1936 si arruolò nella Regia Aeronautica in qualità di allievo sergente pilota.[2] Dapprima effettuò il corso di pilotaggio presso il campo d'aviazione di Taliedo, passando poi alla Scuola centrale di Portorose dove conseguì la promozione a sergente nel giugno 1937. Assegnato in servizio presso la 162ª Squadriglia dell'88º Gruppo Autonomo di base a Vigna di Valle, ricevette un Encomio solenne per un audace tentativo di salvataggio dell'equipaggio di un aereo precipitato nel lago di Bracciano.[2] Divenuto sergente maggiore nel 1938, nel febbraio del 1940 fu trasferito alla 352ª Squadriglia, 20º Gruppo, del 56º Stormo Caccia Terrestre, con la quale, dopo l'entrata in guerra del Regno d'Italia, avvenuta il 10 giugno dello stesso anno, quando si trovava all'Aeroporto di Roma-Ciampino sui Fiat G.50, combatté sul fronte occidentale.[2] Successivamente prese parte a numerose azioni sull'isola di Malta, venendo poi assegnato nel mese di settembre in forza al Corpo Aereo Italiano inviato a Maldegem in Belgio per affiancare la Luftwaffe nel corso della battaglia d'Inghilterra.[2] Ritornato in Italia fu trasferito, con la sua squadriglia, in A.S.I., distinguendosi nel corso della operazioni belliche, tanto che fu promosso maresciallo di 3ª classe. Verso la fine del 1941 ritornò in Italia, combattendo ancora sui cieli del Mediterraneo e di Malta.[2] Perse la vita il 2 agosto 1943 di fronte a Capo Pula, in Sardegna.[1] Il suo Aermacchi C.202 Folgore venne abbattuto dal Lockheed P-38 Lightning del 49th Fighter Squadron ai comandi del Lieutenant Carroll S. Knott, e si inabissò in mare insieme al suo pilota.[3] Per il coraggio dimostrato in combattimento durante la seconda guerra mondiale fu decorato con la Medaglia d'oro al valor militare alla memoria. A quell'epoca risultava un asso dell'aviazione avendo abbattuto cinque aerei nemici singolarmente, e altre cinquantasei collettivamente.[3] Onorificenze«Pilota da caccia di eccezionale valore. La sua ala sempre vittoriosa in tutti i cieli di battaglia affermava sempre più la sua abilità,. il coraggio e l’indomabile potenza della sua anima di soldato; in 27 aspri combattimenti quattro volte piegava personalmente il nemico e collaborava all’abbattimento di 56 aerei avversari. Durante l’ultimo ciclo operativo a difesa del suolo Sardo, nella stessa giornata, dopo un aspro combattimento vittorioso, volontario si offriva per incontrare ancora una volta il nemico e, sopraffatto dal numero, cadeva in un alone di gloria imperitura. Il mare accolse la sua spoglia di puro eroe per il quale il combattimento era la vita. — Cielo di Capo Pula (Cagliari), 2 agosto 1943.[4]»
— Regio decreto 2 giugno 1944[5] «Pilota da caccia in numerose missioni di scorta al bombardamento su munita base nemica contribuiva in maniera notevole a contenere la forte reazione avversaria. In apsri combattimenti sostenuti contribuiva validamente al conseguimento di brillanti vittorie. In ogni circostanza dava prove esemplari di perizia e valore. Cielo di Malta, 1-28 luglio 1942.»
«Valoroso pilota da caccia già distintosi in precedenti azioni sull'isola di Malta partecipava col proprio reparto a due audaci missioni di guerra contro un convoglio nemico fortemente scortato. In due aspri combattimenti con la caccia avversaria, che tentava di attaccare nostre formazioni di bombardieri, dava ripetute prove di ardimento e sprezzo del pericolo, abbattendo personalmente due aerei nemici e contribuendo all'abbattimento di altri tre, consentendo in tal modo ai bombardieri di portare brillantemente a termine la loro missione. Cielo del Mediterraneo, 12-13-14 agosto 1942.»
«In numerose missioni di guerra dava costante prova di aggressività, perizia ed ardimento. Cielo dell'Africa Settentrionale Italiana, luglio-dicembre 1941.»
— Regio Decreto 28 giugno 1943[6] «Pilota da caccia, gregario coraggioso e sicuro, nel corso di numerose azioni belliche dava prova di dedizione al dovere e di valore combattente. Cielo della Manica e dell'Africa Settentrionale, giugno 1940-giugno 1941.»
«Sidi el Barrani, settembre 1941»
NoteAnnotazioni
Fonti
Bibliografia
Collegamenti esterni
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