Il toponimo Pietraquaria, in dialetto marsicanoPetraquale[1], sarebbe legato alla presenza sulla cima del monte Salviano di una fonte o, più probabilmente, di una cisterna sotterranea per la raccolta dell'acqua piovana[2]. Il nucleo medievale, edificato su una base rocciosa, è riportato in antichi documenti storici ed ecclesiastici anche come Petram Aquarum, Petram Aquarium, Pietracquaria, Pietraequale e Petraquarola[2].
Storia
Il centro fortificato di Petram Aquarum si formò gradualmente tra l'XI e il XII secolo durante l'incastellamentomedievale. Il castello-recinto era posizionato non distante dai ruderi degli ocresitalici del monte Cimarani e della cima San Felice e in collegamento visivo con una torre di avvistamento situata su un contrafforte del monte Salviano. La struttura militare permetteva soprattutto il controllo della sottostante via circumlacuale nel versante occidentale del Fucino, strada che a nord raggiungeva la vicina via Valeria.
Nel 1242 Federico II di Svevia sarebbe stato ospitato nel centro fortificato durante la sua visita in Marsica finalizzata a risolvere il problema dell'emissario di Claudio che ostruito da tempo era la causa principale delle inondazioni del lago Fucino[7][8].
Dopo l'esito della battaglia di Tagliacozzo del 1268 subì la ritorsione da parte degli Angioini di Carlo I d'Angiò per aver offerto supporto logistico alle truppe di Corradino di Svevia. Probabilmente subì la distruzione da parte angioina. Secondo lo storico Muzio Febonio (Historiae Marsorum) fu l'ultimo a scomparire tra i diversi vici presenti nell'area montana situata sopra la villa che, a cominciare dalla seconda metà del XIII secolo si apprestò a diventare il castrum Avezzani, nonché centro amministrativo della contea di Albe, in cui si riversarono i pietraquaresi e gli abitanti dei casali sparsi[2][9][10].
Il centro di Pietraquaria fu gradualmente abbandonato e con esso anche i luoghi di culto. La chiesa di Santa Maria nella seconda metà del XIII secolo risultò inclusa nel feudo di Avezzano, mentre il castello risulta definito negli statuti dell'universitas, probabilmente risalenti alla seconda metà del XIV secolo, "pesculu castri veterj"[9].
Il centro fortificato risultò totalmente abbandonato durante il XIV secolo[11].
Descrizione
Il castello-recinto a pianta triangolare, situato tra 930 e 957 ms.l.m. è databile tra l'XI e il XII secolo[5]. Il recinto successivo, dotato di piccole torri di forma rettangolare e di tre torri quadrate più grandi, presentava un ingresso verso i piani Palentini e uno con affaccio sul lago Fucino.
L'area di interesse archeologico presenta le tracce di una neviera,
di una cisterna e di alcuni edifici[7].
Note
^ab Enzo Lo Re, Alla Madonna de Petraquale, in La Voce del Santuario di Pietraquaria, Avezzano, gennaio-aprile 2015.
Tommaso Brogi, Il santuario ed il castello di Pietraquaria nella Marsica, Roma, Istituto Grafico Tiberino, 1954, SBNIT\ICCU\AQ1\0055216.
Andrea Di Pietro, Agglomerazioni delle popolazioni attuali della diocesi dei Marsi, Avezzano, Tipografia marsicana, 1869, SBNIT\ICCU\SBL\0110716.
Giovanni Pagani, Pietraquaria e il suo santuario. Dalle origini ai giorni nostri, Avezzano, La voce del Santuario di Pietraquaria, 1979, SBNIT\ICCU\SBL\0395109.