Esso fu inaugurato nella primavera del 1837 lungo il percorso dell'ex autostrada siberiana; era una piramide di legno, con le iscrizioni "Europa" e "Asia" sui quattro lati. Nel 1846 l'obelisco originale fu sostituito con un altro marmoreo, recante sulla sommità un'aquila bicipite dorata; il progetto era dall'architetto Karl Rejngol'dovič Turskij (Карл Рейнгольдович Турский).
Molti personaggi famosi si sono soffermati di fronte a questo obelisco. Tra l'altro, qui passava anche il percorso dei detenuti inviati in Siberia e di coloro che avevano finito di scontare la pena e tornavano alle loro città. Tra questi ultimi ci fu il celebre scrittore Fëdor Dostoevskij, di ritorno dai lavori forzati in Siberia, alla fine di luglio 1859. Tornava dall'esilio insieme a suo figlio Pavel e a sua moglie Maria Dmitrievna, che aveva incontrato e sposato nell'insediamento penale. In una delle lettere che inviò al suo amico Artemij Gejbovič, descrisse così l'episodio:
Una bella sera, alle cinque del pomeriggio, vagando per i contrafforti degli Urali, attraverso la foresta, arrivammo finalmente al confine dell'Europa e dell'Asia. Nel luogo fu eretto un bellissimo pilastro, con iscrizioni [...]. Siamo usciti dalla carrozza, e mi sono fatto il segno della croce, perché il Signore mi aveva finalmente portato a vedere la terra promessa[2].
Dopo la Rivoluzione russa del 1917, l'obelisco fu distrutto e nel 1926 fu eretto un nuovo monumento.
Nel 2008 la sistemazione della zona fu nuovamente modificata: l'obelisco del 1926 fu smontato e rimontato non lontano, per permettere la costruzione nello stesso luogo di un grandioso monumento con una colonna al centro di 30 metri d'altezza, coronata da un'aquila bicipite.