Pavane pour une infante défunte (Pavana per una principessa defunta) è una composizione per pianoforte di Maurice Ravel del 1899. È stata orchestrata dallo stesso autore nel 1910.
La pavana è stata scritta da Ravel, studente presso il Conservatorio di Parigi, all'età di 24 anni, nel 1899 come omaggio alla Principessa di Polignac il cui salotto egli frequentava assiduamente.[1]. Il titolo si riferisce all'idea di Ravel di descrivere "una pavana che una piccola principessa [una infanta] può aver ballato in tempi passati presso la corte spagnola"[2]; alcuni[chi?] smentiscono questa affermazione ipotizzando che a Ravel sia solamente piaciuto il suono del titolo.[senza fonte] Il collegamento con l'eredità spagnola dell'autore, che aveva origini basche da parte della madre, è quindi specificato molto attentamente nella descrizione del titolo. In seguito Ravel scriverà altri brani tratti da reminiscenze di vita spagnola, quali la Rapsodie espagnole e il Bolero.
Non fu uno dei pezzi più amati dallo stesso compositore, sebbene abbia subito ricevuto grandi apprezzamenti da parte del pubblico soprattutto per l'orchestrazione del 1910[2]. Si ispira alla semplicità tardo romantica di Emmanuel Chabrier e alla rinata passione per la musica ispanica condivisa con alcuni grandi autori suoi contemporanei e sicuramente influenzata da autori spagnoli come Isaac Albéniz e Manuel de Falla. Il richiamo però non è solo a un esotismo geografico ma anche a una distanza temporale: la pavana è infatti una danza tipica del rinascimento e che ebbe il suo periodo di splendore fra il XVI e il XVII secolo. La scelta di questa danza (fra le decine di danze rinascimentali conosciute) non è casuale: l'insegnante di composizione di Ravel all'epoca fu Gabriel Fauré che nel 1887 aveva scritto una pavana per orchestra (op.50) diventata celebre in tutto il mondo.
Caratteristiche
La struttura e l'armonia del brano sono molto semplici, e Ravel lo sottolineò dicendo che era scritta in una "forma molto povera", "inconcludente e convenzionale[3]. Lo schema può essere ricondotto ad una forma ABACA dove il B e il C riprendono uno stesso tema leggermente modificato. In questo risiede il suo collegamento con l'arcaica pavana. La tonalità è di Sol maggiore, ma si tratta di una tonalità cosiddetta "sporca", tipica dell'impressionismo e del primo Novecento.
Per quanto riguarda la versione orchestrale, il tema (quello segnalato con il nome di A) è affidato al corno, sostenuto dal pizzicato degli archi e da leggere armonie dei fagotti. Il B invece è di competenza dell'oboe in due registri diversi. Seguono le melodie arrangiate degli archi e l'intervento degli altri fiati. Il flauto riprende il tema A seguito dall'oboe, in un'ampia dispiegazione di dolci sonorità; l'ultima volta il tema è suonato dagli archi che, partendo da un pianissimo raggiungono un fortissimo.
La decisione di assegnare al corno il tema principale ad inizio brano non è una scelta casuale: molto probabilmente la sua scelta è stata influenzata dalla tradizione del conservatorio parigino che non insegnava il corno a valvole, ma il corno a mano, strumento oggi caduto in disuso presso le grandi orchestre, e che possiede una particolare tecnica e un suono molto caratteristico[4].
Pubblicazione e dedica
La versione originale per pianoforte venne eseguita da Ricardo Viñes il 5 aprile 1902 presso la Salle Pleyel di Parigi e fu il secondo brano di Ravel in assoluto ad essere pubblicato. È dedicato alla principessa De Polignac, grande mecenate ed amica intima del compositore. La versione orchestrata è stata eseguita per la prima volta il giorno di Natale del 1911 presso la Società dei Concerti Hasselmans di Parigi, con un'orchestra diretta dal compositore Alfredo Casella[5].
Altre versioni
Un'altra versione del brano, diventata celebre nel corso degli anni, è chiamata "The lamp is low", uno standard jazz con parole di Mitchell Parish; il brano è stato interpretato, fra gli altri, da Chet Baker nell'album "Chet Baker quartet with Russ Freeman" (1954), da Frank Sinatra con l'orchestra di Tommy Dorsey e da Ella Fitzgerald nell'album "30 by Ella" (1968). Tale brano entrò nell'Hit Parade statunitense nel 1939 e ci rimase 9 settimane, in seguito ad una registrazione di Mildred Bailey per la Vocalion Records.