Pasquale Ricca nacque a Santa Maria Capua Vetere nel 1803. Studiò all'Accademia di belle arti di Napoli e fu allievo di Angelo Solari.[1] Dopo avere vinto il "pensionato" dell'Accademia napoletana, a 21 anni andò a studiare a Roma all'Accademia nazionale di San Luca, dove rimase dal 1825 al 1830[2]: in questo periodo eseguì l'Omero, rappresentato mentre suona la cetra ascoltato da un fanciullo.[3] Eseguì poi un mezzobusto di Pio VIII, opera iniziata quando questi era ancora cardinale: il Ricca lo consegnò solo dopo l'elezione al soglio pontificio mostrando la scultura con le nuove insegne papali ed essa fu accettata dal pontefice.[4] All'Accademia di San Luca, il Ricca ottenne un endorsement da Bertel Thorvaldsen[5], che attestò: "Pasquale Ricco, Penzionato della Reale Accademia di Napoli ha studiato qui in Roma nell'arte della scultura nella quale ha molto avanzato, e lo credo capace d'intraprendere qualunque lavoro nella'arte sua". In seguito, il Ricca ebbe diversi incarichi presso diverse corti e governi dell'epoca.[4]
La sua opera più nota è forse la grande statua di Ferdinando II di Borbone, alta 4.5 metri, che rappresenta il sovrano nell'atto di ordinare la fondazione dell'Opificio di Pietrarsa.[6] Ricca eseguì il modello in gesso, conservato poi presso il Museo nazionale di San Martino[7], mentre la statua venne realizzata in ghisa, in un'unica colata, eseguita proprio nell'Opificio di Pietrarsa, il 18 maggio 1852.[8] L'opera è oggi esposta nel cortile del Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa. L'uso di questo materiale era innovativo all'epoca; d'altronde l'uso di diversi materiali e adottare ecletticamente vari stili nelle opere è stata una costante dell'attività del Ricca.[9]
Nel 1866 a Napoli eseguì, inoltre, uno dei quattro leoni che adorna i lati della colonna dei martiri in piazza dei Martiri. Il leone è rappresentato sdraiato, ruggente e non ancora domato, con lo statuto del 1848 tra le zampe, a rappresentare i martiri liberali dei moti del 1848.[2]
^abc Vincenzo Vicario, Gli scultori italiani dal Neoclassicismo al Liberty: L-Z, vol. 1, Pomerio, 1994, p. 880.
^Giuseppe Ricciardi, Il progresso delle scienze, delle lettere e delle arti opera periodica, Volume Quinto, anno II, Fascicolo III, Porcelli, maggio-giugno 1833: pag. 133.
^abcde Cesare De Sterlich, Necrologio di Pasquale Ricca, in Cronica giornaliera delle Provincie Napoletane dal 1 ̊marzo al 31 dicembre 1869, Napoli, 1869.
^Raccolta Rassegna Storica dei Comuni, I, 1969, p. 124.
^ Beniamino Ascione, Portici: Notizie storiche, Edizione della Conferenza di S. Vincenzo De'Paoli dei circoli della Federazione universitaria cattolica italiana, 1968, p. 354..
^Clara Gelao e Christine Farese-Sperken. La Pinacoteca Provinciale di Bari, No. 11-12., Istituto poligrafico e Zecca dello Stato, Libreria dello Stato, 2005: pag. 637.
Clara Gelao, Pasquale Ricca, uno scultore dell'Ottocento tra Napoli, Roma e la Puglia, in «Napoli è tutto il mondo», Neapolitan Art and Culture from Humanism to the Enlightenment, International Conference (Rome, American Academy, 19-21 giugno 2003), Pisa-Roma, Fabrizio Serra Editore, 2008, pp. 345-386.
Cesare De Sterlich, Necrologio di Pasquale Ricca, in Cronica giornaliera delle Provincie Napoletane dal 1 ̊marzo al 31 dicembre 1869, Napoli, 1869, pp. 164-166.