Pannoni
I Pannoni (in lingua latina Pannonii; in lingua greca Παννόνιοι) erano un insieme di popolazioni indoeuropee storicamente stanziata nell'area dell'Europa centrale che da essi ha preso il nome: la Pannonia (lungo il medio corso del Danubio, corrispondente grosso modo agli attuali Stati di Croazia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Austria e Ungheria). Erano sia di stirpe illirica (a sud del fiume Drava, Dravus) sia di stirpe celtica (a nord del fiume Drava) e occupavano i territori della futura provincia romana di Dalmazia.[1] Più tardi alcune di queste popolazioni si stabilirono anche in Dacia.[2] Cassio Dione Cocceiano scrive: EtnonimoSecondo quanto ci tramanda Cassio Dione, il loro nome deriverebbe dal fatto che le loro tuniche con le maniche sono realizzate cucendo insieme dei pezzi di vecchi abiti che hanno tagliato in strisce, che chiamano panni. «Questo è il loro nome, sia questa la ragione di ciò che ho affermato o qualche altro significato». Aggiunge poi che alcuni dei Greci, nell'ignoranza della verità, li chiamano Paeones, una denominazione che, per quanto appaia antica, non sarebbe corretto applicare, ma piuttosto da attribuire ai Rodopi, che si trovano vicino alla provincia romana di Macedonia fino al mare.[3] StoriaLe tribù pannoniche abitavano principalmente l'area tra il fiume Sava e la Drava. L'archeologia ha dimostrato che erano culturalmente diversi dagli Illiri meridionali Iapodi, come pure dai Celti del nord, per quanto furono celtizzati. Tuttavia, ci sono alcune somiglianze culturali tra i Pannoni e Dalmati. I Pannoni non furono definitivamente sottomessi e inglobati nella provincia dell'Illyricum, almeno fino al termine della rivolta dalmato-pannonica, che iniziò nel 6 d.C., quando Pannoni e Dalmati e altre tribù illiriche, si ribellarono a Roma. La guerra che ne seguì durò oltre tre anni, al termine della quale vennero definitivamente sconfitti e sottomessi dal futuro imperatore Tiberio e dal futuro erede designato Germanico Giulio Cesare nel 9. La provincia dell'Illirico fu, a questo punto, divisa nelle due nuove province della Pannonia a nord, e della Dalmazia a sud. La data della divisione è stata ampiamente dibattuta tra gli storici e si colloca in un periodo compreso tra il 9 e il 20. SocietàDi loro Appiano di Alessandria scrive che «la Pannonia è un paese boscoso che si estende dagli Iapodi ai Dardani. Gli abitanti non vivono in città, ma sparsi nel paese o nei villaggi a seconda del rapporto che li accomuna. Non hanno alcun Consiglio comune e nessun governo sopra tutta la nazione. Possono mettere in campo almeno 100.000 combattimenti, ma non si riuniscono in un solo esercito, perché non hanno nessun governo comune».[4] Cassio Dione aggiunge che i Pannoni non coltivano le olive e non producono nessun vino, se non in misura estremamente limitata e di misera qualità, a causa dell'inverno che è molto rigido e occupa la maggior parte del loro anno. Bevono e mangiano grandi quantità di orzo e miglio. Vero è che sono considerati i più coraggiosi di tutti gli uomini di cui sia aveva a quel tempo conoscenza,[5] in quanto sono molto coraggiosi e assetati di sangue, come tutti gli uomini che non possiedono nulla.[3] E del resto non è un caso che molti degli imperatori romani del III secolo furono di origine illiro-pannonica. EconomiaMolte delle popolazioni pannoniche vivevano in regioni con ricchi giacimenti di ferro, così che l'estrazione e la produzione dello stesso ferro rappresentavano una parte importante della loro economia prima e dopo la conquista romana. A parte Segesta, i Pannoni non avevano insediamenti di grande importanza in epoca preromana,[6] che in realtà erano celtici. LinguaNon sono rimaste testimonianze, né dirette né indirette, delle lingue parlate dai Pannoni. Le tribù di ceppo illirico parlavano ovviamente dialetti illirici, mentre tra i Celti era diffusa una varietà non attestata di celtico continentale, chiamata a volte lingua pannonica, a volte lingua norica. Nessuna delle varianti linguistiche ha lasciato eredi storiche. Alcuni studiosi ipotizzano che una lingua neolatina, con substrato celtico, si sviluppò in Pannonia dal V al X secolo, per poi andare perduta.[8] Il linguista italiano Carlo Tagliavini[9] considera la lingua pannonica una delle lingue romanze balcaniche con maggiore similitudine al tracio, con cui ha compartito la sorte estinguendosi prima del Mille. Secondo lo storico Alexandru Magdearu, nel suo Românii în opera Notarului Anonim, nel X secolo gli ultimi abitanti di lingua pannonica sarebbero stati assimilati dai sopraggiunti popoli slavi e magiari. A partire dall'invasione celtica degli inizi del IV secolo a.C., l'insieme dei Pannoni contava tribù di stirpe illirica, celtica e dubbia o mista tra genti illiriche e celtiche. Qui di seguito una lista di queste popolazioni: Stirpe illirica
Stirpe celtica
Origini misteSi tratta di quelle popolazioni miste tra genti illiriche della Pannonia e degli invasori Celti: Note
Bibliografia
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