Palazzo Leone
Palazzo Leone è un palazzo storico dell'Aquila. StoriaLa costruzione del palazzo risale agli anni Trenta del XX secolo ed è dovuta ad un ampio progetto di rinnovamento urbanistico della propaggine settentrionale al centro storico della città, comprendente l'allargamento di corso Vittorio Emanuele, la realizzazione della Fontana luminosa e del complesso sportivo.[1] In precedenza, l'area — che fronteggiava il Forte spagnolo, importante avamposto militare — non era edificata. L'edificazione di Palazzo Leone è leggermente successiva a quella della Casa del Combattente di Achille Pintonello, che era stato il primo palazzo cittadino ad utilizzare un'ossatura in calcestruzzo armato, con cui tuttavia condivide stile architettonico, periodo storico e funzione urbanistica.[2] La famiglia Di Sabbato incaricò del progetto l'ingegnere Vincenzo Di Nanna e l'architetto Mario Gioia, futuri podestà e vice-podestà dell'Aquila.[3] Nel dopoguerra, l'edificio venne sopraelevato di un livello, distinguendolo così dall'edificio prospiciente. Fino al terremoto dell'Aquila del 2009 ha ospitato la sede cittadina del Messaggero;[4] danneggiato dal sisma, Palazzo Leone è stato poi sottoposto a lavori di restauro che hanno riportato in auge la colorazione storica caratterizzata dal rosso pompeiano.[2] DescrizioneIl palazzo è uno dei cosiddetti «edifici gemelli» che costituiscono i propilei al corso Vittorio Emanuele e, quindi, al centro storico della città. È situato nell'isolato tra il corso, piazza Battaglione degli Alpini, via del Crocifisso e via del Gatto. L'edificio si presenta come l'unione di due corpi di fabbrica a base rettangolare con la facciata principale, costituita da un fronte semicilindrico, volto verso la Fontana luminosa; la stessa facciata tondeggiante è ripresa poi nella prospiciente Casa del Combattente.[4] La linea del prospetto sul corso è proseguita da Palazzo Lucentini Bonanni che — per l'occasione — venne "tagliato" di un'intera ala. È costituito da tre livelli originali cui è stato aggiunto — negli anni Cinquanta del XX secolo — un ulteriore livello con terrazzino.[4] Lo stile ripropone quanto già visto nel pressoché coevo albergo di Campo Imperatore di Vittorio Bonadè Bottino, rispetto al quale tuttavia risulta più gradevole la proporzione tra vuoti e pieni. Elemento caratterizzante del palazzo sono le vistose cornici marcapiano già presenti nella Casa del Combattente e che, nella facciata principale, si aggettano per realizzare le balconate.[1] La colorazione storica — un rosso pompeiano d'impatto — è stata riproposta in seguito ai lavori di ristrutturazione successivi al terremoto del 2009 ed è la stessa utilizzata per gli apparati esterni del vicino complesso sportivo.[4] Note
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