Palazzo Contarini a San Beneto
Palazzo Contarini a San Beneto è un palazzo di Venezia sito nel sestiere di San Marco ed affacciato sul Rio di San Luca, poco distante dalla confluenza con Canal Grande, a fianco della facciata laterale di Palazzo Corner Contarini dei Cavalli e dirimpetto alla facciata laterale di Palazzo Grimani. StoriaEdificato certamente al posto di un edificio gotico e completato entro il 1566, il suo autore è ignoto: si è ipotizzato che il suo creatore sia stato Sante Lombardo, morto proprio nell'anno del completamento. Venne ristrutturato in due fasi: nel XVII secolo fu arricchito di un cortile e di uno scalone monumentale, mentre risalgono al XVIII secolo gli affreschi e gli stucchi interni, che sono oggi parzialmente scomparsi.[1] Abitarono in questo palazzo le famiglie Corner, Contarini, Mocenigo e Giovanelli. In particolar modo, i Mocenigo ne divennero proprietari per eredità nel 1833. Divenne poi sede della Compagnia delle Acque.[2] ArchitetturaLo stile di questo palazzo indica il cedere il passo dello stile lombardesco ai gusti introdotti coll'operato di Sebastiano Serlio.[1] Complici le molte decorazioni, John Ruskin identifica questo edificio come esempio dello stile che contraddistingue la transizione tra le forme primitive e mature del Rinascimento.[2] La facciata è infatti contraddistinta dal predominio del gusto cinquecentesco, caratterizzata da una serie di serliane centrali e da fregi decorativi al livello del piano nobile. A questi elementi stilistici ne sono affiancati altri più arcaici, quali la decorazione della facciata, adoperata come status symbol, e la forma degli archi che costituiscono la polifora del secondo piano nobile.[1] L'intera facciata è inoltre caratterizzata dalla presenza di varie qualità marmoree, di cartigli, di patere e losanghe. Singolare persino la cura della parte inferiore della facciata, dove le aperture sono disposte ordinatamente su due livelli, andando a creare un particolare ritmo architettonico. Presenta una singolare pianta ad L, dovuta all'integrazione tra i precedenti edifici, complice la quale le stanze si affacciano su due corti interne. Per quanto riguarda gli interni, il casin dell'ultimo piano è decorato con stucchi di Carpoforo Mazzetti Tencalla. Gli affreschi risalgono al matrimonio tra Giulio Contarini ed Elena Morosini, celebrato nel 1748: sono opera di Francesco Fontebasso e di Gaspare Diziani.[3] Note
Bibliografia
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