Oliverio GirondoOliverio Girondo (Buenos Aires, 17 agosto 1891 – Buenos Aires, 24 gennaio 1967) è stato un poeta argentino. Fa parte della generazione di scrittori post-modernista, formatasi grazie ai rapporti e agli scambi culturali con le correnti d'avanguardia europee del primo dopoguerra, come il cubismo ed il dadaismo, approfonditi anche da lunghi soggiorni in varie nazioni europee.[1] BiografiaNacque in una famiglia agiata, che gli consentì di viaggiare in Germania, Italia, Belgio, Spagna, Inghilterra. Girondo, trasferitosi a Epsom per motivi di studio e dopo essersi laureato in giurisprudenza,[2] venne alla ribalta nel 1922, grazie ad una raccolta di poesie intitolata Veinte poemas para ser leidos en el tranvia, che evidenziò già dal titolo i temi ultraisti, caratterizzati dalla descrizione di sensazioni ed emozioni di fatti contemporanei, alterati con modalità surrealistiche, ed impreziositi da accentuazioni ironiche sfocianti, talvolta, in giochi di parole e greguerias alla Gomez de la Serna.[1] Nel celebrare la vita cosmpolitana e urbana, Girondo formulò acute e ironiche critiche ad alcuni costumi contemporanei dominanti. Proprio quest'ultimo, assieme ad Apollinaire e Cocteau fu uno dei più importanti paladini e sostenitori degli "ultraisti".[1] Un tipico esempio di greguerias di Girondo che si può citare è: «un prete mastica una preghiera come un pezzo di chewing gum».[1] Nel 1925 Girondo pubblicò il suo secondo lavoro, Calcomanias, non molto difforme dal primo, ma certamente più originale, e contrassegnato da una serie di visioni surrealiste di alcune città, quali Siviglia, Toledo e Tangeri.[2] Dopo essere ritornato in patria, Girondo fu uno dei fondatori e collaboratori della rivista Martin Fierro, che si rivelò uno strumento di diffusione di idee innovatrici.[2] Si dedicò anche nella traduzione di opere straniere, come quelle di Rimbaud, facilitato dalla buona conoscenza di varie lingue estere.[3] Girondo, nelle sue opere seguenti, quali Campo nuestro (1946) ed En la masmédula (1954), pur dimostrando di aver approfondito ed affinato il suo linguaggio particolare e originale, con il quale manifestò le sensazioni e le emozioni intercettate magistralmente, oltre ad esprimere metafore singolari e genuine, non riuscì, talvolta, a rinnovarsi.[2] E non a caso alcuni critici lo definirono «il Peter Pan dell'ultraismo argentino», nel senso che rimase giovanile, o persino infantile, dal punto di vista del cammino artistico.[1] Nonostante questo, Girondo si può considerare uno degli esponenti più importanti dell'ultraismo del suo Paese, che non solo ha formato scrittori dell'importanza di Borges e Guiraldes, ma ha avuto il merito di rinnovare la letteratura argentina degli anni venti e trenta.[2] Si sposò con la poetessa Norah Lange e strinse una profonda amicizia con Garcia Lorca.[3] Opere
NoteBibliografia
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