Come membro dell'UEFA, partecipa a vari tornei di calcio internazionali, come al Campionato mondiale FIFA, Campionato europeo UEFA, ai Giochi olimpici estivi e ai tornei a invito come l'Algarve Cup o la Cyprus Cup. È una delle nazionali più titolate a livello internazionale, avendo vinto un europeo (prima che l'UEFA ne assumesse l'organizzazione), cinque Algarve Cup, ha ottenuto un secondo posto al mondiale (nel 2003) e due secondi posti consecutivi alle Olimpiadi (nel 2016 e nel 2020).
Storia
Gli inizi
Delle rappresentative svedesi erano attive già nel corso degli anni sessanta, disputando incontri internazionali contro squadre di club o altre rappresentative. Nel 1971 una rappresentativa nazionale svedese giocò due amichevoli contro la rappresentativa danese, perdendo la prima a giugno per 4-3 e la seconda a ottobre per 5-0; entrambe le partite sono considerate amichevoli e non valide come qualificazioni alla fase finale della seconda edizione della Coppa del Mondo, manifestazione non riconosciuta dalla FIFA, poiché disputate successivamente all'annuncio delle squadre finaliste[3]. La prima partita internazionale ufficiale e riconosciuta dalla federazione calcistica svedese venne giocata il 25 agosto 1973 a Mariehamn contro le padroni di casa della Finlandia[4]. L'anno successivo, il 26 luglio nella seconda partita disputata, sempre contro la Finlandia, arrivò la prima vittoria grazie alla rete realizzata dalla diciassettenne Ann Jansson[5]. Nel corso degli anni settanta la Svezia giocò per lo più contro le altre nazionali scandinave nell'edizioni annuali del campionato nordico, vincendolo per cinque volte consecutive dal 1977 al 1981[6]. Nel 1979 la nazionale svedese concluse al terzo posto il campionato europeo non ufficiale, organizzato in Italia, sconfiggendo dopo i tiri di rigore l'Inghilterra nella finalina disputatasi a Napoli, dopo aver perso la semifinale dalla Danimarca[7].
I primi successi
Nel 1982 iniziarono le qualificazioni al campionato europeo 1984 (allora nota come competizione europea per il calcio femminile e, comunque, sotto l'egida dell'UEFA[8]) e la prima partita ad essere disputata fu tra la Finlandia e la Svezia il 18 agosto a Vammala, vinta dalle svedesi per 6-0[9]. La Svezia si qualificò a punteggio pieno alla fase finale, che si disputava con partite di andata e ritorno[8]. In semifinale le svedesi ebbero la meglio sull'Italia, vincendo l'andata per 3-2 a Roma davanti a circa 10 000 spettatori e vincendo anche il ritorno per 2-1 a Linköping[9]. In finale contro l'Inghilterra la Svezia vinse per 1-0 la gara d'andata, giocata allo stadio Ullevi di Göteborg, grazie alla rete realizzata da Pia Sundhage; al ritorno arrivò una sconfitta per 1-0, che portò le squadre ai rigori, vinti dalle svedesi per 4-3 grazie al rigore decisivo di Sundhage, che trionfarono così nella prima edizione del campionato europeo[9]. La fase finale della seconda edizione della manifestazione si disputò in Norvegia nel 1987 e la Svezia era nuovamente presente; vinse la semifinale per 3-2 contro l'Inghilterra dopo i tempi supplementari, ma perse la finale contro le padrone di casa per 2-1[10]. Nella terza edizione, giocatasi nel 1989, la nazionale svedese perse le semifinali, nuovamente contro la Norvegia; conquistò poi il terzo posto dopo aver sconfitto l'Italia ai supplementari nella finalina, rimontando l'iniziale vantaggio italiano siglato da Feriana Ferraguzzi con i gol di Pia Sundhage e di Helen Johansson[11].
Dopo tre podi nelle prime tre edizioni del campionato europeo, la Svezia mancò l'accesso alla fase finale dell'edizione 1991 dopo aver perso i quarti di finale contro l'Italia per la regola dei gol fuori casa[12], ma guadagnò l'accesso alla prima edizione del campionato mondiale organizzato dalla FIFA come miglior perdente i quarti di finale[12]. La prima volta della manifestazione iridata si tenne in Cina nel novembre 1991[13]: dopo aver superato la fase a gironi come seconda, le svedesi sconfissero le padrone di casa cinesi ai quarti di finale, mentre in semifinale arrivò la sconfitta contro la Norvegia[13]. Superando per 4-0 le campionesse europee in carica della Germania arrivò la conquista del terzo posto finale[13]. Dopo aver mancato l'accesso anche alla fase finale nel 1993, la Svezia tornò a giocarsi il campionato europeo nel 1995, che venne organizzato tra dicembre 1994 e marzo 1995 per consentire lo svolgimento del campionato mondiale in Svezia nell'estate successiva[14]. Le semifinali, disputate con partite di andata e ritorno, videro le gialloblù svedesi ribaltare la sconfitta dell'andata contro la Norvegia grazie alla tripletta di Lena Videkull; in finale, disputata a Kaiserslautern davanti a 8 500 spettatori, a vincere fu, però, la Germania[14]. Nel mese di giugno si disputò il campionato mondiale organizzato in casa[15]. Dopo aver perso di misura la partita d'esordio contro il Brasile, arrivarono due vittorie contro Germania e Giappone che portarono ai quarti di finale, dove arrivò l'eliminazione con la sconfitta ai tiri di rigore contro la Cina[15].
Grazie alla partecipazione ai quarti di finale del campionato mondiale, la Svezia fu tra le 8 nazionali che presero parte alla prima edizione del torneo femminile di calcio ai Giochi olimpici di Atlanta 1996[16]. Il cammino delle svedesi si concluse già alla fase a gironi dopo aver perso contro Stati Uniti e Cina e vinto solo contro la Danimarca[16]. L'edizione 1997 del campionato europeo venne organizzata in Norvegia e in Svezia e fu caratterizzata da un cambio di formato, che portò all'ammissione di 8 squadre alla fase finale[17]. La nazionale svedese vinse tutte e tre le partite del girone, ma venne poi sconfitta in semifinale dalla Germania con una rete di Bettina Wiegmann nei minuti finale dalla partita[17]. Nuovamente ai quarti di finale terminò la partecipazione al campionato mondiale 1999; superata la fase a gironi come seconda alle spalle della Cina, la Svezia venne eliminata ai quarti dopo aver perso 3-1 contro la Norvegia[18]. Con la partecipazione ai quarti del mondiale arrivò la qualificazione al torneo femminile di calcio ai Giochi olimpici di Sydney 2000[19]. Anche in quest'occasione la Svezia non andò oltre la fase a gironi, avendo pareggiato contro l'Australia e perso contro Brasile e Germania[19].
Gli anni duemila
Al campionato europeo 2001 la Svezia tornò sul podio, perdendo la terza finale consecutiva[20]. Superata la fase a gironi come seconda classificata, in semifinale arrivò una vittoria di misura sulla Danimarca; la finale fu la riedizione della partita inaugurale del torneo tra Germania e Svezia, e anche questa volta vinsero le tedesche, grazie al golden goal segnato da Claudia Müller nel primo tempo supplementare[20]. Analogo epilogo si ebbe al campionato mondiale 2003 con le due squadre che si affrontarono in finale e con le tedesche vittoriose nuovamente dopo i tempi supplementari grazie al golden goal di Nia Künzer[21]. Le gialloblù svedesi avevano esordito nella rassegna iridata perdendo dalle padrone di casa degli Stati Uniti, ma con due vittorie di fila avevano superato la fase a gironi; ai quarti di finale batterono per 2-1 il Brasile, per poi battere con lo stesso risultato il Canada in semifinale, ribaltando la partita nei minuti finali[21]. Ai Giochi olimpici di Atene 2004 fu ancora un'altra volta la Germania a fermare la Svezia, che dovette rimanere ai piedi del podio olimpico dopo aver perso la finalina per 1-0[22].
Nel 2005 il cammino al campionato europeo si fermò in semifinale con la sconfitta contro la Norvegia per 3-2 ai tempi supplementari[23], mentre due anni dopo l'eliminazione al campionato mondiale arrivò già alla fase a gironi per la peggior differenza reti rispetto alla Corea del Nord, nonostante la vittoria sulle coreane nella terza partita del girone[24]. Dopo aver vinto le qualificazione alle Olimpiadi di Pechino 2008, superando la Danimarca nello spareggio, il comitato olimpico svedese approvò degli aumenti record per gli investimenti per la squadra femminile[25]. Il nuovo budget concesso fu di oltre un milione di corone svedesi per la squadra e 150 000 corone svedesi per borse di studio per giocatrici, quasi il doppio rispetto al biennio precedente[25]. Ai Giochi olimpici per la seconda edizione di fila l'eliminazione, questa volta ai quarti di finale, arrivò ad opera della Germania ai supplementari[26].
Nel 2009, nonostante avesse concluso al primo posto la fase a gironi, la Svezia venne eliminata dalla fase finale del campionato europeo dalla Norvegia[27]. Al campionato mondiale 2011 le svedesi tornarono protagoniste e conclusero il torneo sul podio[28]. Nella fase a gironi arrivarono tre vittorie su tre partite, inclusa quella sugli Stati Uniti, mentre ai quarti di finale l'Australia venne sconfitta per 3-1[28]. In semifinale arrivò una sconfitta per 3-1 contro il Giappone, che avrebbe poi vinto il campionato per la prima volta, e che mandò la Svezia alla finalina contro la Francia, superata per 2-1 grazie a una rete di Marie Hammarström a pochi minuti dalla fine della sfida, che diede il terzo posto alle gialloblù[28]. Le francesi si presero poi la rivincita l'anno successivo ai Giochi olimpici di Londra vincendo con lo stesso risultato i quarti di finale ed eliminando le svedesi[29].
Il campionato europeo 2013 venne organizzato in Svezia e la nazionale, guidata da Pia Sundhage sulla panchina e da Lotta Schelin in campo, era indicata tra le favorite a interrompere la striscia di vittorie consecutive della Germania, sostenuta anche dal pubblico di casa, che fece registrare il record di biglietti venduti in una fase finale[30]. Superata la fase a gironi come prima classificata, ai quarti di finale sconfisse l'Islanda per 4-0, ma in semifinale arrivò la sconfitta per 1-0 proprio contro la Germania, che poi andò a vincere il sesto titolo consecutivo[30]. Per Schelin arrivò la vittoria della classifica delle marcatrici con 5 reti realizzate[30]. Come già accaduto più volte negli anni precedenti, anche al campionato mondiale 2015, disputato in Canada, furono le tedesche a interrompere il cammino delle svedesi, questa volta già agli ottavi di finale, dopo che avevano superato la fase a gironi con tre pareggi in tre partite[31]. La sfida tra Germania e Svezia proseguì anche l'anno seguente ai Giochi olimpici di Rio de Janeiro, dove si incontrarono direttamente in finale[32]. Nella fase a gironi le svedesi subirono dal Brasile una sconfitta per 1-5, ma riuscirono a passare il turno come seconda miglior terza[32]. Ai quarti di finale vennero superate le statunitensi ai tiri di rigore, e sempre ai rigori le svedesi si presero la rivincita sulle padrone di casa brasiliane, approdando così nella finale olimpica per la prima volta[32]. La finale vide prevalere la Germania al suo primo oro olimpico, mentre con la medaglia d'argento la Svezia vinse la sua prima medaglia olimpica dopo aver preso parte a tutte le edizioni del torneo sin da Atlanta 1996[32].
Dopo aver concluso ai quarti di finale il campionato europeo 2017 la Svezia ottenne due risultati di rilievo prima al campionato mondiale 2019 e poi ai Giochi olimpici di Tokyo 2020. Al mondiale, organizzato in Francia, le svedesi superarono da seconde classificate la fase a gironi, per poi battere il Canada agli ottavi di finale[33]. Ai quarti di finale la Svezia sconfisse in rimonta la Germania per 2-1, interrompendo una striscia negativa con le tedesche durata 24 anni[34]. Dopo aver perso ai supplementari contro i Paesi Bassi, dai quali era stata eliminata anche ai precedenti europei, la nazionale svedese conquistò il terzo posto finale dopo aver sconfitto l'Inghilterra nella finalina[33]. Alle Olimpiadi di Tokyo la Svezia arrivò in finale con cinque vittorie consecutive, inclusa la vittoria per 3-0 all'esordio sugli Stati Uniti, il 3-1 sulle padrone di casa del Giappone ai quarti di finale e l'1-0 sull'Australia, già battuta nel girone, in semifinale[35]. Come nell'edizione precedente, le svedesi persero la finale, questa volta dopo i tiri di rigore contro il Canada, conquistando la medaglia d'argento per la seconda volta di fila[36].
^La Svezia ha perso 10 partite con 4 reti di scarto. Quella riportata è la prima in ordine cronologico. L'ultima è un 4-0 subito dall'Australia in un'amichevole il 12 novembre 2022.
^ab(SV) Mats Bråstedt, SOK lovar damerna en storsatsning, su expressen.se, 29 novembre 2007. URL consultato l'11 febbraio 2022 (archiviato dall'url originale l'8 dicembre 2007).