Narvalo (sommergibile 1930)
Il Narvalo è stato un sommergibile della Regia Marina. StoriaUna volta entrato in servizio, fu dislocato a La Spezia, in seno alla II Squadriglia Sommergibili di Media Crociera[2]. Nel 1931 svolse un viaggio lungo le coste sarde e un anno dopo ne compì un secondo nel bacino orientale del Mediterraneo[2]. Cambiò poi base spostandosi a Napoli (1934), inquadrato nella IV Squadriglia, poi a Tobruk e infine a Massaua, dove operò in due distinti cicli operativi nel 1935-36 e nel 1938, mettendo in evidenza discrete qualità operative in acque calde[2]. Fu poi trasferito a Fiume (dicembre 1938) e quindi aggregato alla XXXIII Squadriglia con base a Messina; nel 1939 fu distaccato alla Scuola Sommergibili di Pola[2]. All'entrata dell'Italia nella seconda guerra mondiale faceva parte, appena trasferito, del V Grupsom di Lero[2], che aveva raggiunto il 22 gennaio 1940. Operò in Mediterraneo orientale senza cogliere risultati[2]. Nella notte del 27-28 settembre 1941 (al comando del tenente di vascello Giuseppe Caito) attaccò un trasporto in navigazione nei pressi di Capo Bon con il lancio di due siluri, senza tuttavia riuscire a colpirlo[2][3]. Il 14 dicembre dello stesso anno subì forte caccia antisommergibile nei pressi di Capo Passero, ricevendo seri danni che lo obbligarono al rientro[2][3]. A partire dai mesi primaverili del 1942 fu adibito al trasporto di rifornimenti per la Libia: svolse otto missioni di questo tipo, con il trasporto di 510,3 tonnellate di rifornimenti (70,7 di lattine di carburanti e lubrificanti, 404,7 di munizioni, 25 di provviste e 9,9 di carichi di altra natura)[2]. Nella serata del 13 gennaio 1943, ultimata la sua ottava missione di trasporto, lasciò Tripoli agli ordini del tenente di vascello Ludovico Grion, diretto in Italia, con a bordo, oltre all'equipaggio, 11 ufficiali inglesi prigionieri, 5 militari italiani che ne costituivano la scorta e altri 6 militari italiani che dovevano rimpatriare[4][2][3]. Alle 13.45 del giorno successivo subì l'attacco con bombe di un velivolo inglese, circa 140 miglia a sudest di Malta; colpito, fu immobilizzato e impossibilitato sia ad immergersi che a navigare in superficie[4][2][3]. Il comandante Grion ordinò di avviare le manovre di autoaffondamento, ma sopraggiunsero due cacciatorpediniere britannici, l'Hursley e il Pakenham (informati dal velivolo), che cannoneggiarono il sommergibile (che aveva già iniziato ad autoaffondarsi) e ne provocarono in breve l'affondamento[4][2][3]. Scomparvero in mare 4 ufficiali e 25 fra sottufficiali e marinai del Narvalo[5], tutti gli 11 militari italiani saliti a Tripoli e 8 dei prigionieri, mentre i sopravvissuti (32 membri dell'equipaggio del sommergibile e 3 prigionieri) furono tratti in salvo dalle unità inglesi[4][2][3]. Il Narvalo aveva svolto in totale 23 missioni esplorativo-offensive, 8 di trasporto e 5 di trasferimento, navigando per 20.760 miglia in superficie e 3020 in immersione[2]. Note
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