Naiade (traghetto)
Il Naiade è un traghetto appartenente alla compagnia di navigazione italiana Caremar. CaratteristicheCostruito dal Cantiere navale fratelli Orlando, il Naiade è stato varato il 24 febbraio 1979 e consegnato alla compagnia il 25 febbraio dell'anno successivo[2]. L'unità fa parte della classe Driade: un lotto di 10 navi gemelle costruite tra la fine degli anni '70 e la metà degli anni '80.[3] La nave dispone di servizi essenziali in virtù dei servizi locali coperti: bar, ristorante, sala TV e solarium sul ponte esterno. Gli ambienti interni sono inoltre dotati di impianto di aria condizionata[4]. La capacità di trasporto è pari a circa 1000 passeggeri e 60 automobili. La propulsione è affidata ad una coppia di motori GMT 4S da 12 cilindri in grado di erogare una potenza complessiva di 3.706 kW; la velocità massima raggiungibile è pari a 17 nodi. Nel marzo del 2017 il traghetto ha subito vari interventi presso i cantieri Nuova Meccanica Navale di Napoli, che hanno incluso il completo ricondizionamento dei motori per renderli meno inquinanti e più efficienti.[5] Sono state inoltre installate moderne zattere autogonfiabili in luogo delle vecchie lance a remi e rivisti completamente gli interni[5]. ServizioLa Naiade svolge servizio sulle rotte dell'arcipelago campano, alternandosi tra le rotte Napoli-Capri e Napoli-Procida-Ischia. IncidentiIl 20 maggio 2012, durante le fasi di ormeggio presso Procida, la nave ha impattato violentemente contro la banchina del porto di Marina Grande per via di un guasto ai comandi invertitori[6]. Circa 10 dei 172 passeggeri hanno riportato ferite e contusioni varie[7]. I soccorsi, coordinati dal maresciallo della Guardia Costiera e da un maresciallo dei Carabinieri, hanno consentito il rapido trasporto dei feriti presso il locale presidio sanitario. La Capitaneria di porto ha successivamente aperto un’inchiesta per accertare la dinamica e le cause del sinistro. Solo per una passeggera, che ha accusato un trauma cranico, si è reso necessario il ricovero e successivamente il trasferimento presso l’ospedale La Schiana di Pozzuoli. Note
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