I musei italiani sono musei che hanno sede in Italia. Si tratta di istituzioni pubbliche o private, statali e non statali aperte al pubblico. Una selezione dei musei italiani fanno parte del network ICOM Italia, comitato nazionale dell'International Council of Museums.
Definizione di museo
Nel 2014, il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo italiano adotta il Decreto ministeriale Organizzazione e funzionamento dei musei statali che introduce grandi novità nell'organizzazione del sistema museale, definendo la missione dei musei e nuove modalità di gestione, e un forte investimento sulla valorizzazione del patrimonio culturale italiano. In particolare il decreto riporta la definizione di museo di ICOM aggiungendone, alla fine, la frase “promuovendone la conoscenza presso il pubblico e la comunità scientifica”[1][2].
«Il museo è una istituzione permanente, senza scopo di lucro, al
servizio della società e del suo sviluppo. È aperto al pubblico e
compie ricerche che riguardano le testimonianze materiali e
immateriali dell'umanità e del suo ambiente; le acquisisce, le
conserva, le comunica e le espone a fini di studio, educazione e
diletto, promuovendone la conoscenza presso il pubblico e la
comunità scientifica.»
Nel 2019 la definizione si arricchisce estendendosi a tutti i luoghi della cultura statali[3].
«I musei, i parchi archeologici, le aree archeologiche e gli altri luoghi della cultura di appartenenza statale sono istituzioni permanenti, senza scopo di lucro, al servizio della società e del suo sviluppo. Sono aperti al pubblico e compiono ricerche che riguardano le testimonianze materiali e immateriali dell’umanità e del suo ambiente; le acquisiscono, le conservano, le comunicano e le espongono a fini di studio, educazione e diletto, promuovendone la conoscenza presso il pubblico e la comunità scientifica.»
«"museo", una struttura permanente che acquisisce, (( cataloga, )) conserva, ordina ed espone beni culturali per finalità di educazione e di studio»
In Italia l'indagine annuale ISTAT realizzata in collaborazione con il Ministero della Cultura, le regioni e le province autonome si focalizza su musei e istituzioni similari come gallerie, pinacoteche, aree e siti archeologici, monumenti e complessi monumentali e altre strutture espositive permanenti e aperte al pubblico, pubbliche e private, statali e non statali[5].
Liste dei musei italiani per regione
Indice delle liste con i musei italiani suddivise per Regione.
In Italia il riferimento normativo per i musei è costituito dal Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, in materia di Codice dei beni culturali e del paesaggio. In particolare l’art. 101, annovera il museo fra i «luoghi della cultura» e lo definisce come «struttura permanente che acquisisce, cataloga, conserva, ordina ed espone beni culturali per finalità di educazione e di studio». È da notare che, nello stesso articolo 101, comma 1 del Codice, fra i luoghi della cultura sono elencati, oltre ai musei, anche le aree e i parchi archeologici e i complessi monumentali, istituti che pure possono avere valenza museale.[6]
Il Codice distingue i musei, come tutti i luoghi della cultura, a seconda della loro natura pubblica o privata. In particolare, nell’art. 101 del Codice si specifica che i musei, come tutti i luoghi della cultura, se appartengono a soggetti pubblici sono destinati alla pubblica fruizione ed espletano un servizio pubblico (comma 3), secondo le modalità stabilite dall’art. 102 del Codice; mentre, le strutture espositive e di consultazione nonché i luoghi della cultura che appartengono a soggetti privati e sono aperti al pubblico «espletano un servizio privato di utilità sociale» (articolo 101, comma 4). In entrambi i casi, la disciplina giuridica di fruizione è regolata dagli articoli successivi del Codice.
Nel 2015 viene emanato il decreto-legge 20 settembre 2015 n. 146 "recante misure urgenti per la fruizione del patrimonio storico e artistico della Nazione"[7] in cui si inserisce la fruizione e la valorizzazione del patrimonio culturale nei livelli essenziali delle prestazioni pubbliche.
L’elevato numero e la differente natura giuridica dei musei italiani ha reso necessaria l'attivazione di un sistema unitario di riferimento per la fruizione, accessibilità e gestione sostenibile del patrimonio culturale. Nasce così, con il Decreto ministeriale 21 febbraio 2018, n. 113[8], il Sistema museale nazionale, con l’obiettivo di mettere in rete i musei e gli altri luoghi della cultura statali, di cui all’art. 101 del Codice, nonché gli altri musei di appartenenza pubblica, i musei privati e altri luoghi della cultura pubblici o privati che, su base volontaria e secondo le modalità stabilite dal decreto, chiedano di essere accreditati.[9]
L'organizzazione dei musei è stata riformata nel 2014 con il Decreto ministeriale Organizzazione e funzionamento dei musei statali. Nel 2019 avviene un'altra riorganizzazione ministeriale.
La Direzione generale Musei coordina le politiche di gestione, fruizione e comunicazione dei musei statali, per garantire lo sviluppo del sistema museale italiano e un’offerta culturale accessibile a tutti e di qualità[10]. La direzione è strutturata in due uffici (Servizio I - Servizio amministrativo e vigilanza e Servizio II - Sistema museale nazionale) e ha i compiti di guidare e coordinare i musei statali italiani, valorizzare il patrimonio culturale statale, regolare e favorire l'accesso alle strutture, lavorare sul territorio, curare le iniziative culturali, monitorare la qualità e incoraggiare la partecipazione attiva[11].
I musei italiani sono spesso sostenuti da associazioni degli amici dei musei, enti federati all'interno della FIDAM Federazione Italiana delle Associazioni degli Amici dei Musei costituita a Firenze nel 1975[12].
Una selezione dei musei italiani fanno parte del network ICOM Italia, comitato nazionale dell'International Council of Museums. Vi è inoltre la APM Associazione nazionale piccoli musei fondata nel 2007[13].
Direttori generali Musei del Ministero della Cultura
I musei italiani possono essere distinti per ambito tematico, per tipologia e in base al tipo di gestione. Vi sono musei focalizzati su antropologia, arti visive, spettacolo, strumenti musicali, archeologia, dei prodotti enogastronomici, della scienza, dello sport, delle arti applicate e del design, della tecnica, di storia naturale, militari, naturalistici e storici[14]. Inoltre vi sono musei di archeologia industriale, ecomusei, luoghi del FAI, fattorie didattiche, musei aziendali, musei dei bambini, musei multimediali, musei tattili, parchi tematici, siti geologici, siti UNESCO, monumenti, ville e palazzi, rocche e castelli, case museo, monumenti religiosi, siti archeologici, archivi e orti botanici[15] In base all'ente gestore si possono inoltre distinguere i musei pubblici da quelli privati, i musei statali, musei e siti italiani gestiti dalla Direzione generale per le antichità, musei ecclesiastici come i musei diocesani, musei universitari, musei di origine bancaria[16].
I musei nazionali (chiamati anche istituti museali statali o musei statali) sono enti pubblici istituiti con apposita legge e gestiti dal Ministero della cultura attraverso la Direzione generale Musei e le Direzioni regionali Musei operanti sul territorio. Tra questi musei vi sono istituzioni dotati di autonomia speciale, ve ne sono alcuni di rilevante interesse nazionale dotati di autonomia speciali vi sono una serie di musei che dipendono dalla Direzione generale Musei del Ministero della cultura e vi sono le direzioni regionali.
Il numero di visitatori e gli introiti dei musei sono al centro dell'attenzione nel monitoraggio e nella valutazione dei musei italiani e annualmente il Ministero della cultura redige un elenco dei 30 musei statali più visitati dell'Italia.
Le strategie digitali dei musei italiani sono stati oggetti di uno studio del 2019 promosso da ICOM Italia[25]; lo studio è stato avviato nel 2015 coinvolgendo i musei statali con una convenzione con il Servizio II della Direzione Musei del Ministero della cultura.
Nel 2018 è stato redatto dal Ministero della cultura un Piano Triennale per la Digitalizzazione dei Musei[26][27] per l'uso degli ambienti digitali. Nel 2022 viene avviato il Piano nazionale di digitalizzazione[28].
Strumenti e indicatori per i musei italiani
Il monitoraggio e la valutazione dei musei italiani può avvenire attraverso una serie di strumenti e indicatori[29]. Tra gli enti più attivi nel produrre e raccogliere dati vi sono ISTAT, Ministero della cultura, regioni, province autonome. Vi sono inoltre enti che si occupa di ricerche sui musei italiani quali la Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali, l'Associazione per l’Economia della Cultura, la Fondazione Fitzcarraldo[30].
La Fondazione Fitzcarraldo è responsible dell'attività istituzionale dell'Osservatorio Culturale del Piemonte[31] e realizza ricerche e consulenze sul pubblico di musei, mostre e beni culturali[32], sul pubblico potenziale e sul non pubblico[33], sulla fruizione di spazi urbani e culturali, su sviluppo strategico e marketing[34]; produce inoltre studi di valutazione sugli impatti[35] e accompagnamento allo sviluppo[36].
Vi sono una serie di osservatori regionali che monitorano il settore culturale regionali quali Osservatorio Culturale della Lombardia (istituito nel 1993 dalla Regione Lombardia[37][38]), Osservatorio Culturale del Piemonte[31].
Musei, monumenti e aree archeologiche, pubblici e privati. Rilevamento obbligatorio
ISTAT in collaborazione con Ministero della cultura, regioni e province autonome
Annuale dal 2017
Indagine multiscopo sulle famiglie: aspetti della vita quotidiana[40]
Partecipazione culturale della popolazione
ISTAT
Annuale dal 1993
Rilevazione sulle forze di lavoro – dati trasversali trimestrali[41]
Occupazione nei musei. Codice 91.02 per "attività museale" e codice 91.03 per "gestione di luoghi e monumenti storici e attrazioni simili"
ISTAT
Online dal 2014
Rilevazione su visitatori e introiti di musei, monumenti e aree archeologiche statali[42]
Dati storici per tipologia di Istituto Museale (Musei, Monumenti e Aree Archeologiche, Circuiti Museali), dati per provincia e regione, dati per provincia, regione e per tipologia di Istituto Museale, dati mensili per tipologia di istituto museale, dati regionali per mese: Totale Visitatori, Totale Introiti Lordi (Euro), dati regionali - confronto con anno precedente, dati per singolo Istituto Museale, gli Istituti museali più visitati (Top 30)
Ministero della cultura
Annuale, online dal 1996
Rilevazione su servizi aggiuntivi di musei, monumenti e aree archeologiche statali[43]
Servizi aggiuntivi attivi e relativi introiti
Ministero della cultura
Annuale dal 1998
Finanzia locale: entrate e spese dei bilanci consuntivi (comuni, province e città metropolitane)[44]
Bilanci consuntivi degli enti locali con spese in conto corrente e conto capitale. Tra le voci "Tutela e valorizzazione dei beni e delle attività culturali" a sua volta articolata in "Valorizzazione dei beni di interesse storico" e "Attività culturali e interventi diversi nel settore culturale"
Ministero dell'economia e delle finanze (attraverso la Banca Dati delle Amministrazioni Pubbliche - BDAP), ISTAT
2019
Finanza locale: bilanci certificati dei comuni[45]
Spesa pubblica dei comuni. Tra le voci si trova "Missione 5", relativa a "Tutela e valorizzazione dei beni e delle attività culturali", a sua volta scorporata in "Valorizzazione dei beni di interesse storico" e "Attività culturali e interventi diversi nel settore culturale"
Ministero dell'interno
Finanza locale: Bilanci consuntivi delle Regioni e delle Province Autonome[46]
Bilanci consuntivi con spese in conto corrente e conto capitale.
Ministero dell'economia e delle finanze (attraverso la Banca Dati delle Amministrazioni Pubbliche - BDAP), ISTAT
^Commento alla definizione di museo inserita nel Decreto ministeriale e fornito dal Ministero della cultura stesso nelle sue pagine sulla struttura del ministero Struttura – Direzione generale MuseiArchiviato il 1º febbraio 2023 in Internet Archive. (consultato 12 novembre 2022).