Il paese è costruito in un punto strategico della valle, a ridosso del Monticolo una collina presente nel fondovalle della Val Camonica: a causa di tale rilievo il fondo valle in quel punto ha una strettoia naturale, da cui è facile controllare l'accesso alla media e alta valle.
Origini del nome
Anticamente chiamato Monticulus, in seguito Montegio o Montigio.[2]
La storia di Montecchio è strettamente legata al castello. Le origini di tale castello sono oscure: secondo alcuni autori (Odorici e Rosa) risalirebbe al X secolo e fu costruito come riparo dalle incursioni ungariche. Alessandro Sina lo fa invece risalire per lo meno al secolo VIII e lo considera costruito come difesa per i mercatores. Tale castello divenne dei Federici solo nel XII secolo e fu il nucleo da cui essi partirono per espandersi in valle.
Nel 1415, occupato da Pandolfo Malatesta, viene affidato alle cure di Ziletto di Londres ed a seguito a Maimosio Foresti.[3]
Il castello fu demolito nel 1455, per ordine della Repubblica di Venezia, assieme alle altre rocche camune.
Il paese fu quasi integralmente distrutto nel 1471 da una frana alluvionale.
Importante in passato per le comunicazioni: vi si riscuotevano le gabelle e vi era presente l'unico ponte esistente tra Cividate Camuno e Pisogne. Il ponte costruito nel 1686 sostituì un più antico ponte in legno. Nei pressi del ponte si teneva il mercato franco. Probabilmente aveva anche un porto (esiste ancora la Piazza del Porto). Della costruzione del ponte rimangono documenti nell'archivio parrocchiale di Darfo dove viene indicato come costruttore Carlo Cifrondi, padre del pittore Antonio Cifrondi.[4]
La parrocchiale di Santa Maria Assunta, ricorda l'esondazione del torrente Rovinazza abbattutasi sull'abitato nel 1471, che cancellò quasi del tutto l'antica parrocchiale. L'attuale venne edificata nel 1623, ed ampliata nel 1911.
Rimane questa lapide:
(LA)
«
Paroecia torrentis impetu rupe superna ruentis pene omnibus submersis incolis ehu! depopolata anno Domini MCDLXXI A Corna sejuncta cui unita fuerat iterum in pristinum statum et ad parochialitatis fastigium evescta est reparatae salutis anno MDCCCXLI laesta canens - Resurrexi alleluja
»
(IT)
«
La parrocchia fu ahimè devastata dall'impeto del torrente precipitato dalla cima del monte e quasi tutti gli abitanti sono stati sommersi nell'anno 1471 Nuovamente separata da Corna alla quale era stata unita, fu rimessa in primitivo stato e con pieno titolo di parrocchia nell'anno della riacquistata salute 1841, lieta cantando sono risorta alleluja
I ruderi del Castello di Montecchio, rocca dei Federici presso il Monticolo, di cui è rimasta solo base, che ha un'altezza di circa 4 metri.
Architetture civili
il Ponte di Montecchio, terminato nel 1686 da un progetto d Carlo Cifrondi, con campata unica di 24 mt, monumento nazionale.
Società
Evoluzione demografica
Abitanti censiti
Tradizioni e folclore
Gli scütüm sono nei dialetti camuni dei soprannomi o nomiglioli, a volte personali, altre indicanti tratti caratteristici di una comunità. Quello che contraddistingue gli abitanti di Montecchio è Gàcc (gatti) oppure Maia Müscol[7] (mangia muschio).
^ Lino Ertani, Dizionario del dialetto camuno e di toponomastica, Artogne, Tipografia M. Quetti, 1980, p. 171.
^ Irma Valetti Bonini, Le Comunità di valle in epoca signorile, Milano, Università Cattolica del Sacro Cuore, 1976, p. 16.
^Tratto da: Roberto Celli, Repertorio di fonti medievali per la storia della Val Camonica, Brescia, Tipolitografia Queriniana, 1984, p. 188, ISBN88-343-0333-4.
^ Lanfranco Ravelli, Antonio Cifrondi riflessioni, riletture, aggiornamenti, Edizione promossa dalla fondazione Credito Bergamasco, 2008.
^Tratto da: Eugenio Fontana, Terra di Valle Camonica, Brescia, Industrie Grafiche Bresciane, 1984, p. 20.
^Tratto da: Marcello Ricardi, Giacomo Pedersoli, Grande guida storica di Valcamonica Sebino Val di Scalve, Cividate Camuno, Toroselle, 1992, p. 511.
^ Lino Ertani, Dizionario del dialetto camuno e di toponomastica, Artogne, Tipografia M. Quetti, 1980, p. 162.
Bibliografia
Ilario Vivenzi, Darfo Boario Terme nella storia camuna - L'antico centro di Montecchio, Boario Terme, Tipografia Armanini, 1972.
Adriano Sigala, Darfo Boario Terme, Quaderni Camuni n. 6, Brescia, Società Editrice Vannini, 1985.
Alessandro Sina, Il comune e la parrocchia di Darfo, Brescia, 1938.
G. Rosa, La Valle Camonica nella storia, Breno, 1981.