Montagne del Morrone
Le montagne del Morrone sono un gruppo montuoso dell'Appennino abruzzese che sovrasta la città di Sulmona[2]. L'intero gruppo montuoso, noto anche come massiccio del Morrone[3], si trova racchiuso tra la Valle Peligna a ovest, il fiume Aterno a nord e la Maiella a est, dalla quale è separato dalla valle del fiume Orta[2]. Inserito nel territorio della comunità montana della Maiella e del Morrone, interessa i territori dei comuni di Caramanico Terme, Corfinio, Pacentro, Pratola Peligna, Roccacasale, Salle, Sant'Eufemia a Maiella, Sulmona e Tocco da Casauria, e ricade nel territorio del parco nazionale della Maiella[2], con il monte Rotondo compreso nel perimetro dell'omonima riserva assieme a quello della Grotta[4]. EtimologiaIl nome "Morrone" deriva dal termine "murrone", col significato di "roccia"; è un toponimo condiviso da alcune località geografiche tra loro distanti nell'Italia meridionale[5]. DescrizioneGeografiaIl gruppo montuoso è costituito da una dorsale stretta ed allungata, compatta ed aspra al contempo, costituita da rocce calcaree e dolomitiche ippuritiche del Cretacico sovrapposte a terreni arenacei ed argillosi, che precipitano nella piana di Sulmona tra balze rocciose scoscese, sulla cui sommità si trovano le cime principali del gruppo[6]. Nel versante est il passo San Leonardo le divide dal massiccio della Maiella propriamente detto, mentre a nord le gole di Popoli le separano dai monti del Gran Sasso[3]. Cime del gruppo
Flora e faunaLa vegetazione è costituita sui versanti boscosi sopra i 1000 m dalla faggeta e dal pino mugo, mentre le parti più elevate sono occupate da una prateria a festuca circummediterranea che ospita una rara specie di orchidea, la nigritella di Widder. La fauna è rappresentata da frequentazioni di esemplari di aquila reale, cervo, falco pellegrino, gufo reale, lupo appenninico, muflone, orso bruno marsicano e vipera dell'Orsini. Un tempo, fino all'inizio del XX secolo, si poteva incontrare anche il gipeto. StoriaSu una terrazza del monte Morrone si trovano i resti della presunta villa di Ovidio presso la Badia Morronese del XIII secolo (da qui, seguendo un sentiero, si sale all'eremo di Sant'Onofrio); la villa è stata riconosciuta come il santuario di Ercole Curino[7]. Nel santuario fu rinvenuta una statuetta bronzea dell'Ercole in riposo, considerata da alcuni studiosi un originale di Lisippo, conservata nel museo archeologico nazionale d'Abruzzo, a Chieti[7]. Sul monte Morrone si trovano anche due grotte, di cui una posta sopra Sulmona, dove vi è l'eremo di Sant'Onofrio, e l'altra situata nei pressi della chiesa di Santa Maria di Segezzano, nelle quali visse in solitudine il frate Pietro da Morrone, divenuto papa Celestino V nel 1294[8]. Nella prima vi si ritirò nel 1239, mentre nella seconda nel 1241, dopo aver trascorso un anno di studi nel seminario romano; cinque anni più tardi, nel 1246, fece ritorno nell'eremo di Sant'Onofrio[8]. Nel 1997 il luogo divenne tristemente noto in seguito ad un caso di cronaca nera passato alla storia come il "delitto del Morrone"[9]. Dal 19 agosto[10] al 6 settembre 2017[11] il massiccio è stato interessato da un violento incendio di matrice dolosa che ha distrutto pesantemente parte della vegetazione e delle infrastrutture presenti[12]. Tale avvenimento si è riverificato anche sei anni dopo, tra il 25 luglio[13] e il 1º agosto 2023[14]. Note
Bibliografia
Voci correlateAltri progetti
Collegamenti esterni
|