Metropolia di Chio, Psara e OinoussesLa metropolia di Chio, Psara e Oinousses (in greco: Ιερά Μητρόπολις Χίου, Ψαρών και Οινουσσών; Ierá Mitrópolīs Chiou, Psarov kai Oinousson) è una diocesi del patriarcato ecumenico di Costantinopoli, pastoralmente affidata alla Chiesa di Grecia, con sede a Chio, sull'isola omonima, dove si trova la cattedrale dei Santi Mena, Vittore e Vincenzo. Dall'8 ottobre 2011 il metropolita è Marco Vasilakis.[1] TerritorioLa metropolia comprende le isole di Chio, Psara, Antipsara e l'arcipelago delle isole Oinousses. Sede del metropolita è la città di Chio, dove si trova la cattedrale dei Santi Mena, Vittore e Vincenzo.[2] Sul territorio della metropolia si trovano numerosi monasteri ortodossi, 10 maschili[3] e 14 femminili.[4] Dal punto di vista canonico, la metropolia fa parte del patriarcato ecumenico di Costantinopoli. Tuttavia, trovandosi in territorio greco, la gestione pastorale è affidata alle cure dell'arcivescovo di Atene e della Chiesa di Grecia. StoriaChio è stata sede di un'antica diocesi, documentata a partire dal V secolo, con il vescovo Entrechio, che fece parte del gruppo di vescovi che, nel 431, non poterono raggiungere Efeso per la celebrazione del concilio, ma che scrissero una lettera a Cirillo d'Alessandria, garantendo a lui e al suo partito pieno appoggio e sostegno.[5] La diocesi di Chio è documentata nelle Notitiae Episcopatuum del patriarcato di Costantinopoli, dapprima come suffraganea della metropolia di Rodi, e poi, dal XIV secolo, come sede metropolitana senza suffraganee.[6] Secondo la Prosopographisches Lexikon der Palaiologenzeit, Neofito è il primo metropolita noto di Chio, tra il 1364 e il 1368.[7] Nel 1346 Chio divenne un possedimento stabile della repubblica di Genova, che vi istituì una diocesi di rito latino. In questo periodo e fino alla conquista ottomana nel 1566, non sono più noti vescovi ortodossi di Chio, a causa delle imposizioni genovesi che vietarono ai pochi vescovi nominati dal patriarca di prendere possesso della loro sede.[8]Con la conquista turca nella seconda metà del XVI secolo, la locale Chiesa ortodossa poté riprendere le sue attività.[8] Nel 1912 l'isola fu liberata dal dominio ottomano ed entrò a far parte dello stato greco, pur continuando a far parte del patriarcato di Costantinopoli. In seguito alla guerra greco-turca (1919-1922) e alla conseguente catastrofe dell'Asia Minore, molti rifugiati greci dall'Anatolia si riversarono sull'isola di Chio e su quelle adiacenti. Il repentino aumento del numero dei fedeli portò il Santo Sinodo del patriarcato ad erigere, nella parte settentrionale dell'isola, una nuova metropolia, con sede a Kardamyla, che tuttavia ebbe vita breve, in quanto venne soppressa e riunita a Chio già nel 1933.[8] Cronotassi
Note
Bibliografia
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