In matematica, ed in particolare in analisi numerica, i metodi di Galërkin, il cui nome è dovuto a Boris Galërkin,[1] permettono di passare dalla risoluzione di un problema definito in uno spazio continuo alla risoluzione di tale problema in uno spazio discreto al fine di determinarne una soluzione numerica approssimata.
Tale problema è definito in uno spazio ad infinite dimensioni la cui soluzione analitica è indeterminabile in generale. È possibile però determinare una approssimazione numerica di tali problemi tramite il metodo di Galërkin, che risulta quindi di enorme importanza per una grande varietà di applicazioni.
Descrizione
Il metodo di Galërkin prevede di effettuare la discretizzazione del problema di ricerca della funzione su una sequenza di sottospazi tali che:
dove in ciascuno di questi sottospazi di dimensione finita il problema iniziale è risolvibile in modo esatto. Tale nuovo problema, derivato dalla discretizzazione del dominio, è chiamato problema approssimato di Galërkin o problema discreto. Il nuovo problema richiede quindi la determinazione della (unica) soluzione tale che (equazione di Galerkin):
Grazie alla discretizzazione del problema il dominio ha dimensione finita, ed è quindi possibile determinarne una base di dimensione anch'essa finita. Data l'appartenenza di a , è possibile scrivere come combinazione lineare degli elementi appartenenti alla base di :
Tale scrittura di può essere sostituita all'interno dell'equazione del problema discreto, che può essere scritto, tenendo conto della linearità dell'operatore , come:
Le medesime osservazioni possono essere fatte anche per la funzione , anch'essa appartenente a , e che può quindi essere scritta come combinazione lineare degli elementi della base. Effettuando la nuova sostituzione si trova l'equazione risultante:
che può essere riscritta come:
Tale equazione rende evidente la possibilità di riscrittura in forma matriciale tramite la definizione di tre matrici. Si definiscono quindi la matrice di rigidezza:
Si consideri il caso in cui la forma bilineare sia simmetrica:
Con tale assunzione non si effettua una vera restrizione dei metodi di Galerkin, ma l'applicazione della teoria standard diventa più semplice. Per mostrare che si tratta di un problema ben posto secondo la definizione di Hadamard, e ammette quindi una soluzione unica, si considerino le proprietà della forma bilineare:
Limitatezza:
Ellitticità:
Per il teorema di Lax-Milgram queste condizioni implicano che il problema originale formulato debolmente è un problema ben posto.
Un lemma, introdotto e dimostrato nella tesi di dottorato di Jean Céa, mostra che l'errore tra la soluzione originale e quella del metodo di Galerkin è:
Ovvero, a meno di una costante la soluzione di Galerkin è "vicina" alla soluzione originale quanto ogni altro vettore in .
Infatti, dall'ellitticità e limitatezza della forma bilineare e grazie al fatto che la differenza soddisfa l'ortogonalità di Galerkin:
si ha per un arbitrario vettore :
Dividendo per e prendendo l'estremo inferiore su tutti i possibili si ottiene il lemma.
Note
^Molto spesso in letteratura sono presentati nella forma errata Galerkin, il nome infatti si legge Galiorkin. Gli anglosassoni possono traslitterarlo anche Galyorkin.
Bibliografia
(EN) A. Ern, J.L. Guermond, Theory and practice of finite elements, Springer, 2004, ISBN 0-387-20574-8
(EN) S. Brenner, R. L. Scott, The Mathematical Theory of Finite Element Methods, 2nd edition, Springer, 2005, ISBN 0-387-95451-1
(EN) P. G. Ciarlet, The Finite Element Method for Elliptic Problems, North-Holland, 1978, ISBN 0-444-85028-7
(EN) Y. Saad, Iterative Methods for Sparse Linear Systems, 2nd edition, SIAM, 2003, ISBN 0-89871-534-2